Territorio
Olivicoltura in ginocchio a causa dell'import dalla Spagna e dal forte vento dei giorni scorsi. VIDEO
Ulteriore stangata dopo il crollo della produzione per le gelate del 2018: le importazioni crescono del 48%
BAT - martedì 19 novembre 2019
10.34
Forte preoccupazione tra gli olivicoltori del nord barese per quello che sta accadendo al comparto principale del settore primario: il forte vento dei giorni scorsi ha causato non pochi danni, con buona parte della produzione, ormai matura caduta per terra, come testimonia questo video girato nelle campagne di Andria, in località Grottone.
Ed è ormai stato di agitazione in Puglia per i prezzi bassi di olive e olio già ad inizio campagna, a causa della inaccettabile strategia di 'allineare al ribasso' i prezzi del prodotto italiano a quello straniero, una ulteriore stangata dopo il crollo della produzione per le gelate del 2018 a cui si vanno ad aggiungere, come dicevamo le perdite arrecate alla produzione da questi sfavorevoli eventi atmosferici.
E' quanto denuncia Coldiretti Puglia che parla, in particolare di invasione di olio d'oliva spagnolo con le importazioni che nel 2019 crescono in quantità del 48% con gravi ripercussioni sul mercato e sull'Uliveto Italia, sulla base di un'analisi sui nuovi dati Istat relativi al commercio estero che evidenziano come il settore olivicolo vada in netta controtendenza rispetto al surplus commerciale fatto registrare a livello generale. Il problema sarà discusso a Roma nel corso dell'incontro convocato dal Sottosegretario alle Politiche Agricole Giuseppe L'Abbate, a cui parteciperà una delegazione di olivicoltori e frantoiani di Coldiretti, guidati dal presidente regionale Savino Muraglia. Detta riunione è prevista per il 22 novembre.
"E' impensabile che il prezzo di olive e olio sia già ad inizio campagna al di sotto dei costi di produzione", dice il presidente Muraglia. "Le speculazioni in campagna vanno stanate sui banchi di vendita al consumo. In una bottiglia di olio venduta sugli scaffali della grande distribuzione a 2,50-3,00 euro è impossibile sia contenuto olio extravergine di oliva perché non coprono neanche i costi di produzione. L'olio extravergine di oliva made in Italy non può essere venduto a meno di 7-8 euro al litro. Bisogna guardare con più attenzione le etichette, acquistare oli sulla cui etichetta è esplicitamente indicato che siano stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di acquistare direttamente da aziende olivicole e frantoiani che fanno della tracciabilità il fiore all'occhiello aziendale", conclude il presidente Muraglia.
Nei soli primi otto mesi dell'anno sono arrivati dall'estero ben 280 milioni di chili di olio spagnolo - spiega Coldiretti - spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all'estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali e mondiali. Il risultato è – rileva Coldiretti – un'invasione sugli scaffali dei supermercati di prodotti di scarsa qualità a prezzi stracciati proprio nel momento in cui sta arrivando l'olio nuovo italiano, con un effetto dirompente che rischia di vanificare l'ottima annata produttiva la quale ha visto incremento del raccolto per un totale stimato di 315 milioni di chili, peraltro di ottima qualità.
La Spagna – sottolinea Coldiretti - si conferma il primo importatore in Italia con oltre i tre quarti del totale delle vendite nel nostro Paese che sono salite complessivamente a 363 milioni di chili nel 2019, in aumento del 9%, al secondo e terzo posto greci e tunisini. A favorire gli arrivi dall'estero è la mancanza di trasparenza nonostante sia obbligatorio indicarla per legge in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009. Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte "miscele di oli di oliva comunitari", "miscele di oli di oliva non comunitari" o "miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari" obbligatorie per legge nelle etichette dell'olio di oliva. La scritta è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull'etichetta che la rende difficilmente visibile. Inoltre spesso bottiglie con extravergine ottenuto da olive straniere sono vendute con marchi italiani e riportano con grande evidenza immagini, frasi o nomi che richiamano all'italianità fortemente ingannevoli. I consumatori dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente.
Ma c'è poca chiarezza anche nei ristoranti dove andrebbero fatte rispettare le normative vigenti in una situazione in cui nei locali – conclude Coldiretti – è fuorilegge 1 contenitore di olio su 4 (22%) che non rispetta l'obbligo del tappo antirabbocco, entrato in vigore con la Legge 30 Ottobre 2014, n. 161 che prevede anche sanzioni e la confisca del prodotto.
Ed è ormai stato di agitazione in Puglia per i prezzi bassi di olive e olio già ad inizio campagna, a causa della inaccettabile strategia di 'allineare al ribasso' i prezzi del prodotto italiano a quello straniero, una ulteriore stangata dopo il crollo della produzione per le gelate del 2018 a cui si vanno ad aggiungere, come dicevamo le perdite arrecate alla produzione da questi sfavorevoli eventi atmosferici.
E' quanto denuncia Coldiretti Puglia che parla, in particolare di invasione di olio d'oliva spagnolo con le importazioni che nel 2019 crescono in quantità del 48% con gravi ripercussioni sul mercato e sull'Uliveto Italia, sulla base di un'analisi sui nuovi dati Istat relativi al commercio estero che evidenziano come il settore olivicolo vada in netta controtendenza rispetto al surplus commerciale fatto registrare a livello generale. Il problema sarà discusso a Roma nel corso dell'incontro convocato dal Sottosegretario alle Politiche Agricole Giuseppe L'Abbate, a cui parteciperà una delegazione di olivicoltori e frantoiani di Coldiretti, guidati dal presidente regionale Savino Muraglia. Detta riunione è prevista per il 22 novembre.
"E' impensabile che il prezzo di olive e olio sia già ad inizio campagna al di sotto dei costi di produzione", dice il presidente Muraglia. "Le speculazioni in campagna vanno stanate sui banchi di vendita al consumo. In una bottiglia di olio venduta sugli scaffali della grande distribuzione a 2,50-3,00 euro è impossibile sia contenuto olio extravergine di oliva perché non coprono neanche i costi di produzione. L'olio extravergine di oliva made in Italy non può essere venduto a meno di 7-8 euro al litro. Bisogna guardare con più attenzione le etichette, acquistare oli sulla cui etichetta è esplicitamente indicato che siano stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di acquistare direttamente da aziende olivicole e frantoiani che fanno della tracciabilità il fiore all'occhiello aziendale", conclude il presidente Muraglia.
Nei soli primi otto mesi dell'anno sono arrivati dall'estero ben 280 milioni di chili di olio spagnolo - spiega Coldiretti - spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all'estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali e mondiali. Il risultato è – rileva Coldiretti – un'invasione sugli scaffali dei supermercati di prodotti di scarsa qualità a prezzi stracciati proprio nel momento in cui sta arrivando l'olio nuovo italiano, con un effetto dirompente che rischia di vanificare l'ottima annata produttiva la quale ha visto incremento del raccolto per un totale stimato di 315 milioni di chili, peraltro di ottima qualità.
La Spagna – sottolinea Coldiretti - si conferma il primo importatore in Italia con oltre i tre quarti del totale delle vendite nel nostro Paese che sono salite complessivamente a 363 milioni di chili nel 2019, in aumento del 9%, al secondo e terzo posto greci e tunisini. A favorire gli arrivi dall'estero è la mancanza di trasparenza nonostante sia obbligatorio indicarla per legge in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009. Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte "miscele di oli di oliva comunitari", "miscele di oli di oliva non comunitari" o "miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari" obbligatorie per legge nelle etichette dell'olio di oliva. La scritta è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull'etichetta che la rende difficilmente visibile. Inoltre spesso bottiglie con extravergine ottenuto da olive straniere sono vendute con marchi italiani e riportano con grande evidenza immagini, frasi o nomi che richiamano all'italianità fortemente ingannevoli. I consumatori dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente.
Ma c'è poca chiarezza anche nei ristoranti dove andrebbero fatte rispettare le normative vigenti in una situazione in cui nei locali – conclude Coldiretti – è fuorilegge 1 contenitore di olio su 4 (22%) che non rispetta l'obbligo del tappo antirabbocco, entrato in vigore con la Legge 30 Ottobre 2014, n. 161 che prevede anche sanzioni e la confisca del prodotto.