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Coldiretti: crescono in Puglia le ore lavorate in agricoltura

In Puglia è ottenuto da mani straniere più di un quarto del Made in Italy a tavola

Con un balzo del 17,4% crescono le ore lavorate in agricoltura che non si è mai fermata anche durante le fasi più acute della pandemia per garantire le forniture alimentari alla popolazione. E' quanto emerge dall'analisi della Coldiretti Puglia, che conta 112mila occupati in agricoltura, il 12% del totale del mercato del lavoro in Puglia, sulla base dei dati Istat relativi al secondo trimestre del 2021 che conferma la dinamicità del settore in grado di offrire opportunità sia per fare una esperienza di lavoro come dipendenti che per esprimere creatività imprenditoriale. Una domanda di lavoro sostenuta - precisa la Coldiretti regionale - con l'avvicinarsi dell'autunno per l'entrata a pieno regime della raccolta dei frutti autunnali, dell'uva da tavola, mentre sta per avvicinarsi quella delle olive.
Da qui la necessità di prorogare – afferma Coldiretti Puglia - i permessi di soggiorno almeno fino al 31 dicembre 2021, onde evitare che molti lavoratori siano costretti a tornare nel loro Paese. Si tratta peraltro di operai agricoli stagionali qualificati che ormai da anni – sottolinea la Coldiretti regionale – sono impiegati sul territorio regionale, tanto da essere diventati indispensabili per l'attività di molte aziende nostrane, con cui in molti casi sono nati rapporti anche di amicizia.
Ma per rassicurare il sistema produttivo – insiste Coldiretti Puglia - è importante anche anticipare la pubblicazione del decreto flussi per il 2021 che possa consentire la presentazione sia delle istanze per lavoro stagionale che le richieste di conversione dei permessi stagionali.
Due provvedimenti necessari – ricorda Coldiretti Puglia – anche per evitare il rischio dell'infiltrazione nel mercato del lavoro agricolo di persone senza scrupoli che potrebbero sfruttare la difficoltà delle aziende, anche approfittando dei problemi causati dalla pandemia.
La Coldiretti ricorda che in Puglia è ottenuto da mani straniere più di un quarto del Made in Italy a tavola, con oltre 38mila lavoratori stranieri che forniscono il 22,4% del totale delle giornate di lavoro, solo nella provincia di Foggia si contano oltre 973mila giornate di lavoro fornite da lavoratori stagionali stranieri, il 27,61% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore.
Ma per salvare le produzioni Made in Italy occorre anche – conclude Coldiretti Puglia - dare la possibilità a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter lavorare nei campi attraverso una radicale semplificazione del voucher "agricolo", un provvedimento essenziale in un momento in cui le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà.
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