Cronaca
Circa 3,5 milioni di euro di gasolio: l'operazione «Oil Stealers». Video e nomi
Sette andriesi ed un tranese arrestati dalla polizia di Trento domenica mattina. Una perfetta organizzazione per colpi da 100.000 litri alla volta
Andria - giovedì 17 gennaio 2013
7.59
In un anno hanno portato via da depositi industriali nel Nord Italia e anche nel Vicentino, circa 3,5 milioni di euro di gasolio, con colpi da almeno 100.000 litri per volta. A scoprirlo è stata la polizia, che ha concluso l'operazione, denominata "Oil stealers", eseguendo otto ordinanze di custodia cautelare in carcere per associazione per delinquere finalizzata ai furti in questione. Oltre agli arrestati, cinque persone sono indagate e in sedici perquisizioni gli investigatori hanno sequestrato vario materiale usato dall'organizzazione criminale.
A finire in manette sono stati Riccardo Fucci, 50 anni, considerato la mente del gruppo, di Andria, come quasi tutti gli arrestati, Mario Laforgia, 44 anni, Nicola Lorizzo, 36 anni, unico di Trani, Tobia Lorusso, 46 anni, Giuseppe Monterisi, 43 anni, Sebastiano Roberto, 58 anni, Riccardo Selvarolo, 46 anni, e Salvatore Tamaccaro, 61 anni.
Tre di loro erano già stati presi in un blitz in autostrada, dopo un furto in provincia di Cuneo, poi rilasciati. La banda utilizzava degli autoarticolati muniti di pompe idrofore, per aspirare il carburante, che venivano tenuti in un parcheggio nei dintorni di Verona. Ogni volta i tir che entravano in azione erano due, insieme a un furgone e a un'auto. Prima però effettuano vari sopralluoghi per osservare i movimenti dei vigilantes in servizio per la sicurezza di quello che avevano individuato come obiettivo.
Ne studiavo con precisione gli orari di passaggio, per evitare di essere scoperti. Per la stessa ragione comunicavano poco al telefono, solo per darsi appuntamenti. Non per organizzare i furti. Hanno agito un po' ovunque, dal Friuli Venezia Giulia al Piemonte, ad esempio a Udine, Treviso, Vicenza, Parma, Trento e Cuneo. E non viene escluso che andassero avanti da tempo, da prima dell'anno per cui i furti sono stati scoperti. Il gasolio veniva rivenduto poi a qualche decina di centesimi in meno al litro e il resto se lo intascavano. Proprio sui destinatari del carburante, del resto, sono ancora in corso accertamenti.
L'indagine era partita in seguito a due grossi furti in Trentino: da qui la collaborazione tra la Squadra mobile della polizia di Trento e quella di Bari, che oggi con il Servizio centrale operativo ha chiuso l'operazione. Per la banda il rischio è che si aggiunga anche l'accusa di disastro ambientale, dal momento che nella fuga da uno dei colpi portati a segno in Trentino, a quanto riferisce la polizia, avevano sversato una parte di carburante nel fiume Adige.
A finire in manette sono stati Riccardo Fucci, 50 anni, considerato la mente del gruppo, di Andria, come quasi tutti gli arrestati, Mario Laforgia, 44 anni, Nicola Lorizzo, 36 anni, unico di Trani, Tobia Lorusso, 46 anni, Giuseppe Monterisi, 43 anni, Sebastiano Roberto, 58 anni, Riccardo Selvarolo, 46 anni, e Salvatore Tamaccaro, 61 anni.
Tre di loro erano già stati presi in un blitz in autostrada, dopo un furto in provincia di Cuneo, poi rilasciati. La banda utilizzava degli autoarticolati muniti di pompe idrofore, per aspirare il carburante, che venivano tenuti in un parcheggio nei dintorni di Verona. Ogni volta i tir che entravano in azione erano due, insieme a un furgone e a un'auto. Prima però effettuano vari sopralluoghi per osservare i movimenti dei vigilantes in servizio per la sicurezza di quello che avevano individuato come obiettivo.
Ne studiavo con precisione gli orari di passaggio, per evitare di essere scoperti. Per la stessa ragione comunicavano poco al telefono, solo per darsi appuntamenti. Non per organizzare i furti. Hanno agito un po' ovunque, dal Friuli Venezia Giulia al Piemonte, ad esempio a Udine, Treviso, Vicenza, Parma, Trento e Cuneo. E non viene escluso che andassero avanti da tempo, da prima dell'anno per cui i furti sono stati scoperti. Il gasolio veniva rivenduto poi a qualche decina di centesimi in meno al litro e il resto se lo intascavano. Proprio sui destinatari del carburante, del resto, sono ancora in corso accertamenti.
L'indagine era partita in seguito a due grossi furti in Trentino: da qui la collaborazione tra la Squadra mobile della polizia di Trento e quella di Bari, che oggi con il Servizio centrale operativo ha chiuso l'operazione. Per la banda il rischio è che si aggiunga anche l'accusa di disastro ambientale, dal momento che nella fuga da uno dei colpi portati a segno in Trentino, a quanto riferisce la polizia, avevano sversato una parte di carburante nel fiume Adige.