Religioni
Chiude l'oratorio della chiesa di S. Maria Vetere: "Appello alle Famiglie"
Una situazione di degrado che ha portato la comunità dei francescani a prendere questa decisione
Andria - domenica 25 febbraio 2018
10.09
Vengono sospese le attività presso l'oratorio parrocchiale di Santa Maria Vetere, sito nell'omonimo, popoloso e vasto quartiere cittadino.
Una notizia rimbalzata su fb che ha creato non poco allarmismo, considerato che investe una delle realtà socio educative più importanti e vitali della nostra realtà cittadina e che ha visto sin dal 2012, anno dell'insediamento del nuovo parroco, padre Rocco Iacovelli una ulteriore iniezione di dinamismo per una delle più vitali agenzie educative cattoliche della nostra diocesi.
Ecco quindi prima la nota di padre Rocco Iacovelli e successivamente l'appello che lancia don Ettore Lestingi alle "Famiglie del quartiere".
"In merito alla notizia circa la chiusura dell'oratorio parrocchiale di Santa Maria Vetere corre l'obbligo fare alcune precisazioni onde evitare cattive chiavi di lettura.
La decisione di SOSPENDERE temporaneamente le attività dell'oratorio è stata presa per richiamare l'attenzione e la riflessione non solo dei ragazzi che utilizzano questi ambienti, ma anche dei loro genitori, al rispetto delle regole oltre a quello degli ambienti. Ciò non deve creare nessun allarmismo sociale, anche perchè viviamo in un territorio ricco di esperienze positive, da sempre la parrocchia promuove e favorisce attività di animazione pastorale altre al rafforzamento delle relazioni interpersonali.
Ma ci sono momenti, in un percorso educativo e formativo dei ragazzi, in cui è necessario prendere posizione più restrittive.
Abbiamo accolto con piacere i commenti di sostegno e al più presto incontreremo coloro i quali hanno mostrato la propria disponibilità ad aiutare nell'animazione dell'oratorio parrocchiale.
L'oratorio, dopo una pausa di riflessione, riaprirà sicuramente le proprie porte, ma al momento è necessario fermarsi per riflettere".
fra Rocco Iacovelli
Su questa penosa condizione, giunge quindi l'appello di don Ettore Lestingi:
"Famiglia, dove sei?"
"Carissimo Padre Rocco,
Carissimi educatori ed animatori dell'Oratorio della Parrocchia S. Maria Vetere "Pace e bene".
Apprendo con profonda amarezza la vostra insindacabile decisione di fermare per un po' di tempo le attività educative del vostro oratorio, per atteggiamenti vandalici ed irrispettosi dei ragazzi e dei giovani che vivono all'ombra del vostro Campanile.
E' un gesto molto forte, più eloquente di ogni discorso su quella che oggi chiamiamo "emergenza educativa".
E' un gesto che, come una porta sbattuta in faccia, provoca profondi interrogativi e, spero, svegli le coscienze di quella realtà, se pur fondamentale ed insostituibile nell'educazione dei giovani, è realmente assente: la famiglia.
La famiglia è lo spazio naturale, primordiale della nascita, crescita ed educazione delle giovani generazioni. Il suo ruolo educativo non è delegabile, come non delegabile è la responsabilità di fronte ad atteggiamenti che hanno il sapore amaro di una diseducazione che ormai non conosce limiti.
La famiglia da culla di educazione è diventata tomba della morte dei valori. E' triste affermarlo, ma è la verità: la famiglia ha rinunciato ad essere se stessa. Sarà perché impegnata nel lavoro per dare benessere ai figli? O magari perché l'impegno educativo ruba tempo e libertà a tal punto da essere impediti di curare i propri hobby od interessi. Certo è che i nostri ragazzi sono orfani di genitori autorevoli e credibili.
La comunità ecclesiale, la scuola, le agenzie educative, sono realmente impegnate nella formazione delle giovani generazioni, ma tutto ciò che fanno non ha consistenza ed efficacia educativa perché lavorano su sabbie mobili: è venuta a mancare la roccia che assicura stabilità "all'edificio educativo", e la roccia mancante è la famiglia. A ciò si aggiunge la facile delegittimazione, da parte delle famiglie, del lavoro paziente, stancante, ma costante di quanti, volontari o non, intendono aiutare i nostri ragazzi a crescere con valori sani e duraturi. Genitori che schiaffeggiano docenti, minacciano educatori, per un semplice rimprovero.
Vorrei ricordare ai genitori che la Scuola, la Parrocchia o altre agenzie educative lavorano a tempo determinato, poi il tutto è affidato alla famiglia.
Ed è proprio nella fase del ritorno in famiglia che tutto il lavoro fatto viene svanito da un contesto educativo alternativo a quanto insegnato.
E alle famiglie chiedo:
Dove sei, famiglia?
quando tuo figlio o tua figlia, torna a casa di notte ubriaco e spinellato?
Dove sei, famiglia?
quando tuo figlio o tua figlia torna a casa dopo aver bruciato a tredici o quindici anni la propria verginità o venduto il proprio corpo per un bicchiere di liquore?
Dove sei, famiglia,
quando tuo figlio o tua figlia è richiamato per atti di bullismo?
Dove sei, famiglia?
quando tuo figlio o tua figlia ciatta su internet per incontri fortuiti?
Dove sei, famiglia,
quando tuo figlio o tua figlia …. ?
Certamente non in casa, perché guai a rovinarti il sabato sera con gli amici; guai a chi ti rovina l'appuntamento con il gioco, e spero non sia d'azzardo; guai a chi ti rovina il tempo passato nei bar; guai a chi ti rovina il tuo non essere e non voler essere genitore.
L'Oratorio chiuso è una porta sbattuta in faccia a te, famiglia che, da tempo hai sbattuto la porta in faccia al tuo senso di responsabilità.
Cara famiglia, solo se tu ritorni ad essere te stessa a riprendere in mano la tua responsabilità nel compito educativo dei tuoi figli, allora si riapriranno le porte degli Oratori, delle scuole, delle agenzie educative perché, avendo te come compagna di viaggio, saranno certi che il loro lavoro non è stato invano.
Grazie Padre Rocco,
Grazie carissimi educatori dell'Oratorio della Parrocchia S. Maria Vetere, perché con il vostro gesto, certamente forte ed inusuale, sveglierete le coscienze assopite ed anestetizzate delle nostre famiglie
E i nostri giovani risorgeranno".
Andria, 24 febbraio 2018
don Ettore Lestingi
Una notizia rimbalzata su fb che ha creato non poco allarmismo, considerato che investe una delle realtà socio educative più importanti e vitali della nostra realtà cittadina e che ha visto sin dal 2012, anno dell'insediamento del nuovo parroco, padre Rocco Iacovelli una ulteriore iniezione di dinamismo per una delle più vitali agenzie educative cattoliche della nostra diocesi.
Ecco quindi prima la nota di padre Rocco Iacovelli e successivamente l'appello che lancia don Ettore Lestingi alle "Famiglie del quartiere".
"In merito alla notizia circa la chiusura dell'oratorio parrocchiale di Santa Maria Vetere corre l'obbligo fare alcune precisazioni onde evitare cattive chiavi di lettura.
La decisione di SOSPENDERE temporaneamente le attività dell'oratorio è stata presa per richiamare l'attenzione e la riflessione non solo dei ragazzi che utilizzano questi ambienti, ma anche dei loro genitori, al rispetto delle regole oltre a quello degli ambienti. Ciò non deve creare nessun allarmismo sociale, anche perchè viviamo in un territorio ricco di esperienze positive, da sempre la parrocchia promuove e favorisce attività di animazione pastorale altre al rafforzamento delle relazioni interpersonali.
Ma ci sono momenti, in un percorso educativo e formativo dei ragazzi, in cui è necessario prendere posizione più restrittive.
Abbiamo accolto con piacere i commenti di sostegno e al più presto incontreremo coloro i quali hanno mostrato la propria disponibilità ad aiutare nell'animazione dell'oratorio parrocchiale.
L'oratorio, dopo una pausa di riflessione, riaprirà sicuramente le proprie porte, ma al momento è necessario fermarsi per riflettere".
fra Rocco Iacovelli
Su questa penosa condizione, giunge quindi l'appello di don Ettore Lestingi:
"Famiglia, dove sei?"
"Carissimo Padre Rocco,
Carissimi educatori ed animatori dell'Oratorio della Parrocchia S. Maria Vetere "Pace e bene".
Apprendo con profonda amarezza la vostra insindacabile decisione di fermare per un po' di tempo le attività educative del vostro oratorio, per atteggiamenti vandalici ed irrispettosi dei ragazzi e dei giovani che vivono all'ombra del vostro Campanile.
E' un gesto molto forte, più eloquente di ogni discorso su quella che oggi chiamiamo "emergenza educativa".
E' un gesto che, come una porta sbattuta in faccia, provoca profondi interrogativi e, spero, svegli le coscienze di quella realtà, se pur fondamentale ed insostituibile nell'educazione dei giovani, è realmente assente: la famiglia.
La famiglia è lo spazio naturale, primordiale della nascita, crescita ed educazione delle giovani generazioni. Il suo ruolo educativo non è delegabile, come non delegabile è la responsabilità di fronte ad atteggiamenti che hanno il sapore amaro di una diseducazione che ormai non conosce limiti.
La famiglia da culla di educazione è diventata tomba della morte dei valori. E' triste affermarlo, ma è la verità: la famiglia ha rinunciato ad essere se stessa. Sarà perché impegnata nel lavoro per dare benessere ai figli? O magari perché l'impegno educativo ruba tempo e libertà a tal punto da essere impediti di curare i propri hobby od interessi. Certo è che i nostri ragazzi sono orfani di genitori autorevoli e credibili.
La comunità ecclesiale, la scuola, le agenzie educative, sono realmente impegnate nella formazione delle giovani generazioni, ma tutto ciò che fanno non ha consistenza ed efficacia educativa perché lavorano su sabbie mobili: è venuta a mancare la roccia che assicura stabilità "all'edificio educativo", e la roccia mancante è la famiglia. A ciò si aggiunge la facile delegittimazione, da parte delle famiglie, del lavoro paziente, stancante, ma costante di quanti, volontari o non, intendono aiutare i nostri ragazzi a crescere con valori sani e duraturi. Genitori che schiaffeggiano docenti, minacciano educatori, per un semplice rimprovero.
Vorrei ricordare ai genitori che la Scuola, la Parrocchia o altre agenzie educative lavorano a tempo determinato, poi il tutto è affidato alla famiglia.
Ed è proprio nella fase del ritorno in famiglia che tutto il lavoro fatto viene svanito da un contesto educativo alternativo a quanto insegnato.
E alle famiglie chiedo:
Dove sei, famiglia?
quando tuo figlio o tua figlia, torna a casa di notte ubriaco e spinellato?
Dove sei, famiglia?
quando tuo figlio o tua figlia torna a casa dopo aver bruciato a tredici o quindici anni la propria verginità o venduto il proprio corpo per un bicchiere di liquore?
Dove sei, famiglia,
quando tuo figlio o tua figlia è richiamato per atti di bullismo?
Dove sei, famiglia?
quando tuo figlio o tua figlia ciatta su internet per incontri fortuiti?
Dove sei, famiglia,
quando tuo figlio o tua figlia …. ?
Certamente non in casa, perché guai a rovinarti il sabato sera con gli amici; guai a chi ti rovina l'appuntamento con il gioco, e spero non sia d'azzardo; guai a chi ti rovina il tempo passato nei bar; guai a chi ti rovina il tuo non essere e non voler essere genitore.
L'Oratorio chiuso è una porta sbattuta in faccia a te, famiglia che, da tempo hai sbattuto la porta in faccia al tuo senso di responsabilità.
Cara famiglia, solo se tu ritorni ad essere te stessa a riprendere in mano la tua responsabilità nel compito educativo dei tuoi figli, allora si riapriranno le porte degli Oratori, delle scuole, delle agenzie educative perché, avendo te come compagna di viaggio, saranno certi che il loro lavoro non è stato invano.
Grazie Padre Rocco,
Grazie carissimi educatori dell'Oratorio della Parrocchia S. Maria Vetere, perché con il vostro gesto, certamente forte ed inusuale, sveglierete le coscienze assopite ed anestetizzate delle nostre famiglie
E i nostri giovani risorgeranno".
Andria, 24 febbraio 2018
don Ettore Lestingi