Religioni
Chiesa e giovani: in ascolto del Sinodo
Prima e partecipata giornata del Convegno Ecclesiale Diocesano dal tema della Chiesa in rapporto ai giovani
Andria - mercoledì 21 novembre 2018
Si è tenuta lunedì scorso, 19 novembre, presso l'I.I.S.S. "G. Colasanto", in un auditorium gremito di gente, la prima giornata del Convegno Ecclesiale Diocesano dal tema "Chiesa e Giovani" con l'intento di esaminare quanto riportato nel Documento finale dell'Assemblea Sinodale "I giovani, la fede e il discernimento vocazionale", tenutasi a Roma dal 3 al 28 ottobre 2018.
Don Gianni Massaro, Vicario Generale dopo aver ringraziato il Preside della scuola, prof. Cosimo Antonino Strazzeri per la disponibilità concessa, ha precisato che la scelta di tenere il Convegno nella scuola quale luogo in cui sono presenti i giovani, è sembrata opportuna con l'intento di creare una stretta collaborazione tra Chiesa e Scuola.
Al Convegno ha partecipato il Vescovo di Andria, Mons. Luigi Mansi che ha avviato i lavori leggendo varie definizioni sui giovani per indurre la platea a delle riflessioni sul mondo giovanile, ben consapevole della sua diversità nelle varie sfaccettature. E' stato quindi rivolto un ringraziamento al relatore, Don Rossano Sala, segretario speciale del Sinodo dei Vescovi, per la testimonianza resa sui lavori tenuti nella Assemblea Sinodale, che ha visto la partecipazione di cardinali, vescovi, sacerdoti, laici e giovani.
Don Rossano Sala è partito dal Documento finale redatto, quale tappa centrale di tutto il processo sinodale e che costituisce una mappa per orientare i prossimi passi che la Chiesa è chiamata a muovere.
La parola "sinodo" significa percorrere insieme la stessa strada ed essere Chiesa sinodale è il segno della comunione dei discepoli del Signore in un mondo frammentato. I Padri sinodali hanno sottolineato la necessità di entrare in empatia con il modo dei giovani, attraverso un ascolto autentico che deve sempre concretizzarsi in una contestualità chiara, perché nel mondo vi sono enormi differenze sotto tutti i punti di vista.
Nel Documento finale sono stati individuati tre snodi cruciali che sono:
- la novità dell'ambiente digitale, riconosciuto come una realtà pervasiva, promettente e pericolosa. Web e social network sono una piazza in cui i giovani trascorrono molto tempo e si incontrano facilmente. Costituiscono una straordinaria opportunità di dialogo, incontro e scambio tra le persone, oltre che di accesso all'informazione e alla conoscenza. Ma l'ambiente digitale è anche un territorio di solitudine, manipolazione, sfruttamento e violenza. I media digitali possono esporre al rischio di dipendenza, di isolamento e di progressiva perdita di contatto con la realtà concreta, ostacolando lo sviluppo di relazioni interpersonali autentiche;
- il fenomeno drammatico delle migrazioni, che assume il ruolo di paradigma del nostro tempo e ci ricorda l'essenza della fede, fatta di cammino verso una patria. Le migrazioni rappresentano a livello mondiale un fenomeno strutturale e non un'emergenza transitoria. La preoccupazione della Chiesa riguarda in particolare coloro che fuggono dalla guerra, dalla violenza, dalla persecuzione politica o religiosa. Molti di loro sono giovani alla ricerca di opportunità per sé e per la propria famiglia sognando un futuro migliore;
- gli abusi di tutti i tipi, che in alcune realtà ecclesiali sono causa di sconcerto e di perdita di credibilità a tutto campo. Esistono diversi tipi di abuso: di potere, economici, di coscienza, sessuali. Si rende evidente il compito di sradicare le forme di esercizio dell'autorità su cui essi si innestano e di contrastare la mancanza di responsabilità e trasparenza con cui molti casi sono stati gestiti.
I giovani sono chiamati a compiere continuamente delle scelte che orientano la loro esistenza; esprimono il desiderio di essere ascoltati, riconosciuti, accompagnati. Molti sperimentano come la loro voce non sia ritenuta interessante e utile in ambito sociale ed ecclesiale. In vari contesti si registra una scarsa attenzione al loro grido, in particolare a quello dei più poveri e sfruttati e anche la mancanza di adulti disponibili e capaci di ascoltare.
E proprio l'ascolto costituisce un momento qualificante del ministero dei pastori che faticano a trovare un tempo adeguato per questo indispensabile servizio, perché oberati. Molti hanno rilevato la carenza di persone esperte e dedicate all'accompagnamento. Il Sinodo riconosce la necessità di preparare consacrati e laici, uomini e donne, che siano qualificati per l'accompagnamento dei giovani. Inoltre è necessario che l'accompagnamento integri sia gli aspetti spirituali che quelli umani e sociali. Per compiere un vero cammino di maturazione i giovani hanno bisogno di adulti autorevoli. Il buon accompagnatore è una persona equilibrata, di ascolto, di fede e di preghiera, che sa essere accogliente verso i giovani, senza moralismi e senza false indulgenze.
L'accompagnamento vocazionale è una dimensione fondamentale di un processo di discernimento da parte della persona che è chiamata a scegliere. Il termine "discernimento" indica il processo in cui si prendono decisioni importanti; in un secondo senso, più proprio della tradizione cristiana, corrisponde alla dinamica spirituale attraverso cui una persona, un gruppo o una comunità cercano di riconoscere e di accogliere la volontà di Dio nel concreto della loro situazione. Il discernimento rimanda costitutivamente alla Chiesa, la cui missione è fare sì che ogni uomo e ogni donna incontrino quel Signore che è già all'opera nella loro vita e nel loro cuore e dove il termine "cuore" indica il punto centrale dell'interiorità della persona e dove l'ascolto della Parola che Dio costantemente ci rivolge, diviene criterio di valutazione della vita e delle scelte.
Nel mondo attuale pieno di cambiamenti repentini e bombardamenti mediatici, il discernimento è essenziale ma spesso ci troviamo di fronte ad una mancanza di figure che sappiano essere realmente adulti. Don Rossano ha concluso sottolineando che, attraverso "la santità dei giovani la Chiesa può rinnovare il suo ardore spirituale. Il balsamo della santità generata dalla vita buona di tanti giovani, può curare le ferite della Chiesa e del mondo, riportandoci a quella pienezza dell'amore a cui siamo stati chiamati".
Mons. Luigi Mansi ha terminato la relazione citando le parole di Papa Francesco rivolte ai giovani chiedendo perdono per tutte le volte in cui "la Chiesa invece di scaldare il cuore ha riempito le orecchie di parole".
Don Gianni Massaro, Vicario Generale dopo aver ringraziato il Preside della scuola, prof. Cosimo Antonino Strazzeri per la disponibilità concessa, ha precisato che la scelta di tenere il Convegno nella scuola quale luogo in cui sono presenti i giovani, è sembrata opportuna con l'intento di creare una stretta collaborazione tra Chiesa e Scuola.
Al Convegno ha partecipato il Vescovo di Andria, Mons. Luigi Mansi che ha avviato i lavori leggendo varie definizioni sui giovani per indurre la platea a delle riflessioni sul mondo giovanile, ben consapevole della sua diversità nelle varie sfaccettature. E' stato quindi rivolto un ringraziamento al relatore, Don Rossano Sala, segretario speciale del Sinodo dei Vescovi, per la testimonianza resa sui lavori tenuti nella Assemblea Sinodale, che ha visto la partecipazione di cardinali, vescovi, sacerdoti, laici e giovani.
Don Rossano Sala è partito dal Documento finale redatto, quale tappa centrale di tutto il processo sinodale e che costituisce una mappa per orientare i prossimi passi che la Chiesa è chiamata a muovere.
La parola "sinodo" significa percorrere insieme la stessa strada ed essere Chiesa sinodale è il segno della comunione dei discepoli del Signore in un mondo frammentato. I Padri sinodali hanno sottolineato la necessità di entrare in empatia con il modo dei giovani, attraverso un ascolto autentico che deve sempre concretizzarsi in una contestualità chiara, perché nel mondo vi sono enormi differenze sotto tutti i punti di vista.
Nel Documento finale sono stati individuati tre snodi cruciali che sono:
- la novità dell'ambiente digitale, riconosciuto come una realtà pervasiva, promettente e pericolosa. Web e social network sono una piazza in cui i giovani trascorrono molto tempo e si incontrano facilmente. Costituiscono una straordinaria opportunità di dialogo, incontro e scambio tra le persone, oltre che di accesso all'informazione e alla conoscenza. Ma l'ambiente digitale è anche un territorio di solitudine, manipolazione, sfruttamento e violenza. I media digitali possono esporre al rischio di dipendenza, di isolamento e di progressiva perdita di contatto con la realtà concreta, ostacolando lo sviluppo di relazioni interpersonali autentiche;
- il fenomeno drammatico delle migrazioni, che assume il ruolo di paradigma del nostro tempo e ci ricorda l'essenza della fede, fatta di cammino verso una patria. Le migrazioni rappresentano a livello mondiale un fenomeno strutturale e non un'emergenza transitoria. La preoccupazione della Chiesa riguarda in particolare coloro che fuggono dalla guerra, dalla violenza, dalla persecuzione politica o religiosa. Molti di loro sono giovani alla ricerca di opportunità per sé e per la propria famiglia sognando un futuro migliore;
- gli abusi di tutti i tipi, che in alcune realtà ecclesiali sono causa di sconcerto e di perdita di credibilità a tutto campo. Esistono diversi tipi di abuso: di potere, economici, di coscienza, sessuali. Si rende evidente il compito di sradicare le forme di esercizio dell'autorità su cui essi si innestano e di contrastare la mancanza di responsabilità e trasparenza con cui molti casi sono stati gestiti.
I giovani sono chiamati a compiere continuamente delle scelte che orientano la loro esistenza; esprimono il desiderio di essere ascoltati, riconosciuti, accompagnati. Molti sperimentano come la loro voce non sia ritenuta interessante e utile in ambito sociale ed ecclesiale. In vari contesti si registra una scarsa attenzione al loro grido, in particolare a quello dei più poveri e sfruttati e anche la mancanza di adulti disponibili e capaci di ascoltare.
E proprio l'ascolto costituisce un momento qualificante del ministero dei pastori che faticano a trovare un tempo adeguato per questo indispensabile servizio, perché oberati. Molti hanno rilevato la carenza di persone esperte e dedicate all'accompagnamento. Il Sinodo riconosce la necessità di preparare consacrati e laici, uomini e donne, che siano qualificati per l'accompagnamento dei giovani. Inoltre è necessario che l'accompagnamento integri sia gli aspetti spirituali che quelli umani e sociali. Per compiere un vero cammino di maturazione i giovani hanno bisogno di adulti autorevoli. Il buon accompagnatore è una persona equilibrata, di ascolto, di fede e di preghiera, che sa essere accogliente verso i giovani, senza moralismi e senza false indulgenze.
L'accompagnamento vocazionale è una dimensione fondamentale di un processo di discernimento da parte della persona che è chiamata a scegliere. Il termine "discernimento" indica il processo in cui si prendono decisioni importanti; in un secondo senso, più proprio della tradizione cristiana, corrisponde alla dinamica spirituale attraverso cui una persona, un gruppo o una comunità cercano di riconoscere e di accogliere la volontà di Dio nel concreto della loro situazione. Il discernimento rimanda costitutivamente alla Chiesa, la cui missione è fare sì che ogni uomo e ogni donna incontrino quel Signore che è già all'opera nella loro vita e nel loro cuore e dove il termine "cuore" indica il punto centrale dell'interiorità della persona e dove l'ascolto della Parola che Dio costantemente ci rivolge, diviene criterio di valutazione della vita e delle scelte.
Nel mondo attuale pieno di cambiamenti repentini e bombardamenti mediatici, il discernimento è essenziale ma spesso ci troviamo di fronte ad una mancanza di figure che sappiano essere realmente adulti. Don Rossano ha concluso sottolineando che, attraverso "la santità dei giovani la Chiesa può rinnovare il suo ardore spirituale. Il balsamo della santità generata dalla vita buona di tanti giovani, può curare le ferite della Chiesa e del mondo, riportandoci a quella pienezza dell'amore a cui siamo stati chiamati".
Mons. Luigi Mansi ha terminato la relazione citando le parole di Papa Francesco rivolte ai giovani chiedendo perdono per tutte le volte in cui "la Chiesa invece di scaldare il cuore ha riempito le orecchie di parole".