Territorio
CGIL BAT, Antonucci: «In sette anni circa 20mila occupati in meno»
Il sindacato traccia il bilancio e prova a delineare prospettive future
Andria - domenica 18 gennaio 2015
9.34
I dati riferiti alla disoccupazione galoppano, pochi i segnali di risalita e decine i posti di lavori in fumo ogni mese, bruciati dalla crisi. Dal 2008 al 2015 si calcolano circa 20 mila occupati in meno, un'autentica cifra record per il territorio della Provincia di Barletta – Andria – Trani. Nel 2013, stando all'elaborazione dell'Euroidees su dati Istat, il tasso di disoccupazione era del 22 percento, mentre quella giovanile si attestava al 42,7 percento; secondo le previsioni, nel 2014 è cresciuta e continuerà a crescere ancora, solo nel 2016 si dovrebbe registrare un piccolo calo rimanendo però saldamente sopra al 20 percento. La ripresa si preannuncia debole e soprattutto il reddito prodotto resta ancora inferiore a quello dell'inizio della recessione.
Uno scenario sconcertante che sarà presentato ed analizzato martedì prossimo, 20 gennaio, nel corso della tradizionale conferenza stampa di inizio anno in cui il segretario generale Luigi Antonucci parlerà anche delle prospettive occupazionali. «Nell'incontro – spiega Antonucci – tenteremo di fare il punto sulle vertenze nel territorio, parleremo delle ripercussioni degli interventi apportati nel mercato del lavoro sull'economia della Provincia fatta essenzialmente di piccole e medie imprese che contano, il più delle volte, quattro o cinque lavoratori. Salvo queste realtà, e alcune altre nel settore del calzaturiero che stanno ancora galleggiando, molte grandi aziende hanno tirato i remi in barca ed hanno abbassato le saracinesche. Una via di fuga la offre il contratto di solidarietà ma non sappiamo ancora per quanto perché anche su quel fronte non si hanno certezze sui finanziamenti».
«L'appello ancora una è rivolto agli enti locali: Comuni e Provincia devo fare la loro parte a cominciare dai cantieri di cittadinanza i cui fondi sono stati stanziati ma per i quali, fino ad ora, stentano a decollare i progetti. La gente ha fame adesso, la gente è disperata adesso, la gente sta perdendo la casa adesso, questo è il momento di darsi da fare e non tra un mese o un anno. Abbiamo davanti agli occhi un'emergenza abitativa senza precedenti, uno a dieci è il rapporto tra gli sfratti per finita locazione e quelli per 'morosità incolpevole': sempre più capifamiglia perdono il lavoro e non avendo più un'entrata fissa si trovano a dovere scegliere tra fare la spesa e pagare l'affitto».
Uno scenario sconcertante che sarà presentato ed analizzato martedì prossimo, 20 gennaio, nel corso della tradizionale conferenza stampa di inizio anno in cui il segretario generale Luigi Antonucci parlerà anche delle prospettive occupazionali. «Nell'incontro – spiega Antonucci – tenteremo di fare il punto sulle vertenze nel territorio, parleremo delle ripercussioni degli interventi apportati nel mercato del lavoro sull'economia della Provincia fatta essenzialmente di piccole e medie imprese che contano, il più delle volte, quattro o cinque lavoratori. Salvo queste realtà, e alcune altre nel settore del calzaturiero che stanno ancora galleggiando, molte grandi aziende hanno tirato i remi in barca ed hanno abbassato le saracinesche. Una via di fuga la offre il contratto di solidarietà ma non sappiamo ancora per quanto perché anche su quel fronte non si hanno certezze sui finanziamenti».
«L'appello ancora una è rivolto agli enti locali: Comuni e Provincia devo fare la loro parte a cominciare dai cantieri di cittadinanza i cui fondi sono stati stanziati ma per i quali, fino ad ora, stentano a decollare i progetti. La gente ha fame adesso, la gente è disperata adesso, la gente sta perdendo la casa adesso, questo è il momento di darsi da fare e non tra un mese o un anno. Abbiamo davanti agli occhi un'emergenza abitativa senza precedenti, uno a dieci è il rapporto tra gli sfratti per finita locazione e quelli per 'morosità incolpevole': sempre più capifamiglia perdono il lavoro e non avendo più un'entrata fissa si trovano a dovere scegliere tra fare la spesa e pagare l'affitto».