Associazioni
Centro Zenith, Fortunato: “Credeteci, non siamo affatto da scartare!”
“Mi stupisce che una città come la nostra si soffermi troppo sulle negatività”
Andria - lunedì 7 dicembre 2020
12.11
Il responsabile del Centro Zenith, il professor Antonello Fortunato ha girato, in questi giorni, un video divertente insieme ai suoi ragazzi "specialmente" abili per stigmatizzare la loro solitudine causata in questo periodo dall'emergenza sanitaria.
Ad accompagnare il video, pubblicato sui canali social, c'è una didascalia che riporta quanto segue.
"Mi stupisce che una città come la nostra, ricca di talenti e di persone tenaci, creative e disponibili a generare cambiamenti importanti, si soffermi troppo sulle negatività" – scrive Fortunato - "Certo non vogliamo mistificare la realtà, ma fanno più rumore due giovanissimi che prendono in giro un'equipe socio-sanitaria che lavora per arginare il virus, che una comunità di persone tra medici, sacerdoti, politici, volontari che ogni giorno seminano speranza.
In questo video ci sono ragazzi con la sindrome di down, autismo, disabilità sensoriali, malati oncologici, volontari folli (me per primo), che ogni sera per vincere la solitudine fanno entrare tra le barriere dell'indifferenza tanto amore. Persone che non si arrendono e che non si stancano di scorgere nelle fenditure della realtà segni di speranza".
Ad accompagnare il video, pubblicato sui canali social, c'è una didascalia che riporta quanto segue.
"Mi stupisce che una città come la nostra, ricca di talenti e di persone tenaci, creative e disponibili a generare cambiamenti importanti, si soffermi troppo sulle negatività" – scrive Fortunato - "Certo non vogliamo mistificare la realtà, ma fanno più rumore due giovanissimi che prendono in giro un'equipe socio-sanitaria che lavora per arginare il virus, che una comunità di persone tra medici, sacerdoti, politici, volontari che ogni giorno seminano speranza.
In questo video ci sono ragazzi con la sindrome di down, autismo, disabilità sensoriali, malati oncologici, volontari folli (me per primo), che ogni sera per vincere la solitudine fanno entrare tra le barriere dell'indifferenza tanto amore. Persone che non si arrendono e che non si stancano di scorgere nelle fenditure della realtà segni di speranza".