Pericolo di crollo in Via Lucrezia Cipriani
Pericolo di crollo in Via Lucrezia Cipriani
Territorio

Centro Storico: incendi, pericoli di crollo e bellezza

Le contraddizioni di un luogo antico e di inestimabile valore

Poco più di due anni per raccontare le vicende del Centro Storico andriese tra riqualificazione e scoperte ma anche tra incendi e crolli. Il tutto in uno dei luoghi più antichi e più grandi del circondario, uno dei luoghi di inestimabile valore, uno dei luoghi che è universalmente riconosciuto come custode di tradizioni. 18 marzo del 2013 due episodi che fanno comprendere la complessità di questo luogo: in vicolo Pomponio Madia sgombero per diverse abitazioni per il pericolo di crollo, sgombero che sarà poi esteso a tutta la via a fine marzo. Stessa giornata pochi metri più in là, inaugurazione dell'Officina San Domenico di Andria, luogo di aggregazione giovanile e culturale atteso da diversi anni.

Contraddizioni che hanno, negli ultimi anni, animato ogni singola giornata del centro antico cittadino: è la volta della Fiera d'Aprile da sempre campionaria che ogni anno porta migliaia di visitatori tra le vie e viuzze del centro storico che, tuttavia, ha dovuto subire diversi incendi con annesse problematiche di tipo strutturale come nei mesi di maggio e giugno del 2013 quando prima ci fu un corto circuito al deposito di via Vaglio dell'allora Associazione Artificio e successivamente in via De Liso un nuovo incendio fece crollare il tetto di un'abitazione pericolante. Ad agosto del 2013, infatti, fu la volta di un fornetto incustodito in Vicolo San Ciriaco con un uomo rimasto ferito. A settembre 2013 il primo grido di dolore dei residenti del centro storico ed in particolare di una viuzza, proprio quella interessata dall'ultimo incendio di domenica mattina: si tratta, infatti, di via Lucrezia Cipriani, via bloccata proprio a causa delle precarie condizioni di un'abitazione ad angolo con via Lupicini esattamente difronte al rudere in cui si è sviluppato l'ultimo incendio. Ma nel mese di dicembre dello stesso anno arriva a compimento il nuovo look di Largo Grotte con una vera e propria piazza con uffici comunali restaurata dopo 50 anni. Ma a distanza di poche centinaia di metri, stesso mese, e nuovo crollo questa volta in Piazza Toniolo dove un'ampia voragine si aprì nella serata del 7 dicembre probabilmente per via delle abbondanti piogge.

Contraddizioni che hanno portato nel febbraio del 2014 e nel febbraio 2015 a due vaste operazioni delle forze dell'ordine, proprio nel centro storico ed in particolare in Largo Grotte, con la decapitazione di tre clan dediti ad attività criminali in particolare allo spaccio di sostanze stupefacenti. Operazioni che hanno portato all'arresto di più di una ventina di persone regolarmente operanti proprio nel centro antico. Apertura di un gran numero di nuovi locali, sperimentazione della zona a traffico limitato e chiusura serale a partire dal mese di aprile del 2014, e le proteste di residenti e commercianti. Mai una via di mezzo, sempre o tutto o niente in un turbinio che ha coinvolto migliaia di giovani che ogni sera animano le strade del centro antico ma che hanno, spesso, superato il limite che la pace e la tranquillità di questi luoghi avevano per i residenti. Contraddizioni mai sopite dai gesti costanti di inciviltà come i parcheggi selvaggi e lo scarso controllo, ma anche come gli eventi di grande rilievo realizzati in più momenti.

A marzo di questo anno il crollo di due palazzine proprio in vicolo Lupicini ha tristemente fatto riaprire la discussione di quanto il centro antico di Andria sia effettivamente tutelato dalle istituzioni ma anche dai proprietari e residenti. La chiusura della storica associazione Artificio di via Massari è un ulteriore segno del continuo e rapido mutamento dei tempi, l'incendio in via Lupicini e la nuova parziale chiusura della strada è un ulteriore segno di quanto sia urgente intervenire. Le contraddizioni spesso sono il motore dell'economia, della finanza e delle scelte personali ed istituzionali, ma in questo caso le contraddizioni hanno un minimo comune denominatore: la necessità di operare scelte chiare e lungimiranti per un luogo che innanzitutto va difeso, perchè contiene la memoria collettiva e dei luoghi, e che successivamente va sviluppato secondo idee sostenibili e che mettano attorno ad un tavolo tutti gli attori protagonisti.
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