Territorio
Centro ricerche Bonomo, Mennea: «Trasformarlo in ostello? Decisione incoerente per la nostra agricoltura»
Intervento del consigliere regionale PD e componente della commissione Agricoltura
BAT - lunedì 11 novembre 2019
11.47
«Per il Centro ricerche Bonomo la Provincia Bat ha deciso di cambiare la destinazione d'uso, a mio avviso, in maniera arbitraria e non coerente con quello che era stato il volere della famiglia Bonomo, che lo aveva donato alla Provincia di Bari con l'obbligo di trasformarlo in un centro di ricerche in agricoltura. Non si può assumere una decisione così importante senza coinvolgere i cittadini. A deciderlo è stato il Consiglio provinciale che, come noto, non è stato eletto direttamente dai cittadini: assumere una decisione che non considera il loro coinvolgimento mi sembra quantomeno azzardato». Così Ruggiero Mennea, consigliere regionale Pd componente della commissione Agricoltura, stigmatizza la decisione del Consiglio provinciale di Barletta-Andria-Trani di trasformare la sede del Centro ricerche Bonomo a Castel del Monte in un ostello per la gioventù. Sin dai primi allarmi sullo stato di abbandono del Crb, la cui attività è definitivamente cessata nel 2015, Mennea si era opposto fermamente alla cessazione dell'attività, arrivando a sollevare perplessità sul progetto di una fondazione creata dalla Provincia che avrebbe dovuto rilevare macchinari e attività per affidarla ad altri soggetti, diversi cioè dai dipendenti che da anni lavoravano nella struttura.
«La cosa più grave in questa vicenda – prosegue Mennea – è che nessuno abbia considerato il fatto che in questo territorio si concentra circa il 40% della produzione olivicola, vitivinicola e ortofrutticola di Puglia. Un centro di ricerca nel settore dell'agricoltura non solo è strategico, ma è anche necessario per dare a questo territorio il valore aggiunto della competitività e dell'innovazione per prodotti e produzione. Per questo – sottolinea il consigliere regionale Pd – quella della Provincia è una decisione inappropriata. Invito, perciò, le categorie produttive di settore a far sentire la propria voce e chiedo al presidente Emiliano, che ora ha anche la delega all'agricoltura, di intervenire. Spero che questa decisione possa essere neutralizzata, decidendo di tornare a investire sul settore della ricerca in agricoltura, dopo la batosta rappresentata per la Puglia dalla Xylella e dal Psr incagliato. Il 'Bonomo' può tornare ad essere un centro di ricerca di eccellenza se solo coloro i quali oggi tentano di cambiarne la destinazione, si ravvedessero. Il loro obiettivo dovrebbe essere far crescere un settore che ha bisogno dell'innovazione per andare avanti, così come chiedono a gran voce gli imprenditori agricoli e così come si promette in campagna elettorale. Ritengo, inoltre, che non sia possibile snaturare la finalità della donazione, fatta da una persona lungimirante che attribuiva all'agricoltura un'importanza strategica per lo sviluppo del territorio.
Un altro aspetto che ci sta a cuore – rimarca Mennea - è il fatto che, nonostante le battaglie fatte in passato, nessuno si sia voluto assumere fino in fondo la responsabilità di riattivare il Centro ricerche Bonomo. Dimenticano pure che ci sono dipendenti mandati a casa, tutti altamente professionalizzati. Esisteva anche la prospettiva di assumere altri laureati da avviare sulla strada della ricerca, così che il Crb potesse essere un luogo per far esprimere ai nostri ragazzi le proprie competenze anziché costringerli a emigrare fuori dalla Puglia. Non dimentichiamo che, tra i possibili partner per rivitalizzare il Centro ricerche Bonomo, ci potevano essere anche lo Iamb (l'Istituto agronomico Mediterraneo di Bari), che fornisce consulenza per attività di ricerca in agricoltura in tutto il mondo, e il Parco nazionale dell'alta Murgia, pronto ad intervenire così come ha dichiarato più volte.
A questo punto – propone Mennea - propongo di istituire un tavolo interistituzionale con Comune di Andria, Provincia Bat, Fondazione Bonomo, Regione Puglia, Iamb e Parco nazionale alta Murgia, allo scopo di verificare le condizioni e le modalità di riattivazione delle attività di ricerca del Bonomo. Prima di gettare alle ortiche la volontà della famiglia Bonomo e il lavoro di ricerca fatto fino ad ora - conclude l'esponente del Pd in Consiglio regionale - credo sia doveroso individuare una soluzione appropriata».
«La cosa più grave in questa vicenda – prosegue Mennea – è che nessuno abbia considerato il fatto che in questo territorio si concentra circa il 40% della produzione olivicola, vitivinicola e ortofrutticola di Puglia. Un centro di ricerca nel settore dell'agricoltura non solo è strategico, ma è anche necessario per dare a questo territorio il valore aggiunto della competitività e dell'innovazione per prodotti e produzione. Per questo – sottolinea il consigliere regionale Pd – quella della Provincia è una decisione inappropriata. Invito, perciò, le categorie produttive di settore a far sentire la propria voce e chiedo al presidente Emiliano, che ora ha anche la delega all'agricoltura, di intervenire. Spero che questa decisione possa essere neutralizzata, decidendo di tornare a investire sul settore della ricerca in agricoltura, dopo la batosta rappresentata per la Puglia dalla Xylella e dal Psr incagliato. Il 'Bonomo' può tornare ad essere un centro di ricerca di eccellenza se solo coloro i quali oggi tentano di cambiarne la destinazione, si ravvedessero. Il loro obiettivo dovrebbe essere far crescere un settore che ha bisogno dell'innovazione per andare avanti, così come chiedono a gran voce gli imprenditori agricoli e così come si promette in campagna elettorale. Ritengo, inoltre, che non sia possibile snaturare la finalità della donazione, fatta da una persona lungimirante che attribuiva all'agricoltura un'importanza strategica per lo sviluppo del territorio.
Un altro aspetto che ci sta a cuore – rimarca Mennea - è il fatto che, nonostante le battaglie fatte in passato, nessuno si sia voluto assumere fino in fondo la responsabilità di riattivare il Centro ricerche Bonomo. Dimenticano pure che ci sono dipendenti mandati a casa, tutti altamente professionalizzati. Esisteva anche la prospettiva di assumere altri laureati da avviare sulla strada della ricerca, così che il Crb potesse essere un luogo per far esprimere ai nostri ragazzi le proprie competenze anziché costringerli a emigrare fuori dalla Puglia. Non dimentichiamo che, tra i possibili partner per rivitalizzare il Centro ricerche Bonomo, ci potevano essere anche lo Iamb (l'Istituto agronomico Mediterraneo di Bari), che fornisce consulenza per attività di ricerca in agricoltura in tutto il mondo, e il Parco nazionale dell'alta Murgia, pronto ad intervenire così come ha dichiarato più volte.
A questo punto – propone Mennea - propongo di istituire un tavolo interistituzionale con Comune di Andria, Provincia Bat, Fondazione Bonomo, Regione Puglia, Iamb e Parco nazionale alta Murgia, allo scopo di verificare le condizioni e le modalità di riattivazione delle attività di ricerca del Bonomo. Prima di gettare alle ortiche la volontà della famiglia Bonomo e il lavoro di ricerca fatto fino ad ora - conclude l'esponente del Pd in Consiglio regionale - credo sia doveroso individuare una soluzione appropriata».