Territorio
Centro ricerche Bonomo, Flai Cgil Bat: "Storia di una grande occasione persa?"
Riglietti: "Messo fuori giovo dall'incertezza della politica"
Andria - lunedì 19 giugno 2017
11.55
Quella del Centro ricerche Bonomo è la storia di una grande occasione per la ricerca in agricoltura nella provincia di Barletta – Andria – Trani orami persa, o quasi. Ma noi a questa idea non ci rassegniamo e pensiamo invece al centro come ad una grande scommessa per il futuro, esattamente come era nella volontà dei fondatori del 'Bonomo'. Mentre tutti tentano di minimizzare o di voltare la testa dall'altra parte, noi continuiamo da un lato ad assistere a questo "spettacolo" ma dall'altro a sollecitare le istituzioni affinché si intervenga.
«Sappiano bene – commenta Gaetano Riglietti, segretario generale Flai Cgil Bat – che stiamo parlando di un tema certamente complesso che deve essere affrontato sotto tutti gli aspetti e da tutti gli attori, in particolar modo dalle istituzioni più volte incalzati da questo sindacato, non solo nell'ambito del dialogo, ma soprattutto al fine di rilanciare con concretezza e lungimiranza una grande risorsa come quella del Centro ricerche Bonomo che, ormai, l'incertezza politica delle istituzioni mette fuori gioco; non solo i lavoratori dipendenti ma anche la stessa struttura che ormai è abbandonata a se stessa».
Quello che sta succedendo al centro di ricerca nel settore agricolo di Castel del Monte «è una sconfitta per un pezzo importante della nostra economia, perché il settore dell'ortofrutta nella Bat, rappresenta la punta più avanzata per la qualità dei suoi prodotti e per le sue eccellenze nel comparto ortofrutticolo: dalle ciliegie alle pesche, dalle cipolle alle carote e patate così come per le diverse produzioni ortofrutticole della zona. Un indotto che genera naturalmente n ritorno non solo in termini economici e di risorse ma anche sul piano occupazionale, una grande valvola di sfogo per i tanti e tantissimi operai agricoli presenti in questo settore strategico. A fronte di tutto questo è delle tante aziende che producono creando lavoro e indotto, pronte a scommettere nell'innovazione, purtroppo non si assiste alla stessa volontà di investire nella ricerca, e questo non agevola un percorso di rilancio piuttosto porta dell'impoverimento del settore».
«Ci spiace constatare che ravvisiamo un atteggiamento di inconsapevolezza delle istituzioni: puntare sulla ricerca, attività svolta dal 'Bonomo' negli anni significa puntare alla competitività. Per questo riteniamo che il progetto di elaborazione già messo in atto ma ancora a tutt'oggi bloccato non va nella giusta direzione, perché pur rappresentando l'organizzazione del lavoro e l'esperienza ventennale acquisita dai dipendenti del Centro ricerche Bonomo sembra che non ci siano alternative per valorizzare e garantire il rientro e l'occupazione dei lavoratori. Pensiamo – conclude Riglietti - che sia giunto il momento, considerata l'importanza della questione, di convocare un tavolo con il Prefetto e con le istituzioni pubbliche, dal Presidente della provincia al coinvolgimento dell'Assessore regionale all'agricoltura e alle attività produttive per riprendere e rilanciare l'elaborazione di una progettualità del Centro ricerche Bonomo mirata alla valorizzazione della ricerca e al rientro dei dipendenti considerato il notevole potenziale degli stessi».
«Sappiano bene – commenta Gaetano Riglietti, segretario generale Flai Cgil Bat – che stiamo parlando di un tema certamente complesso che deve essere affrontato sotto tutti gli aspetti e da tutti gli attori, in particolar modo dalle istituzioni più volte incalzati da questo sindacato, non solo nell'ambito del dialogo, ma soprattutto al fine di rilanciare con concretezza e lungimiranza una grande risorsa come quella del Centro ricerche Bonomo che, ormai, l'incertezza politica delle istituzioni mette fuori gioco; non solo i lavoratori dipendenti ma anche la stessa struttura che ormai è abbandonata a se stessa».
Quello che sta succedendo al centro di ricerca nel settore agricolo di Castel del Monte «è una sconfitta per un pezzo importante della nostra economia, perché il settore dell'ortofrutta nella Bat, rappresenta la punta più avanzata per la qualità dei suoi prodotti e per le sue eccellenze nel comparto ortofrutticolo: dalle ciliegie alle pesche, dalle cipolle alle carote e patate così come per le diverse produzioni ortofrutticole della zona. Un indotto che genera naturalmente n ritorno non solo in termini economici e di risorse ma anche sul piano occupazionale, una grande valvola di sfogo per i tanti e tantissimi operai agricoli presenti in questo settore strategico. A fronte di tutto questo è delle tante aziende che producono creando lavoro e indotto, pronte a scommettere nell'innovazione, purtroppo non si assiste alla stessa volontà di investire nella ricerca, e questo non agevola un percorso di rilancio piuttosto porta dell'impoverimento del settore».
«Ci spiace constatare che ravvisiamo un atteggiamento di inconsapevolezza delle istituzioni: puntare sulla ricerca, attività svolta dal 'Bonomo' negli anni significa puntare alla competitività. Per questo riteniamo che il progetto di elaborazione già messo in atto ma ancora a tutt'oggi bloccato non va nella giusta direzione, perché pur rappresentando l'organizzazione del lavoro e l'esperienza ventennale acquisita dai dipendenti del Centro ricerche Bonomo sembra che non ci siano alternative per valorizzare e garantire il rientro e l'occupazione dei lavoratori. Pensiamo – conclude Riglietti - che sia giunto il momento, considerata l'importanza della questione, di convocare un tavolo con il Prefetto e con le istituzioni pubbliche, dal Presidente della provincia al coinvolgimento dell'Assessore regionale all'agricoltura e alle attività produttive per riprendere e rilanciare l'elaborazione di una progettualità del Centro ricerche Bonomo mirata alla valorizzazione della ricerca e al rientro dei dipendenti considerato il notevole potenziale degli stessi».