Territorio
Centro RiscoprirSi: "La protezione dei diritti della partoriente e del neonato"
Eccellente riscontro ottenuto l'8 marzo presso la Biblioteca Comunale di Andria
Andria - sabato 18 marzo 2017
Comunicato Stampa
Nascere e vivere è un viaggio che non può essere compiuto in solitaria. Necessita di incontri, confronti, collaborazioni, contaminazioni tra saperi differenti, maturati a loro volta all'interno di altri viaggi.
Una settimana fa, con la realizzazione del convegno "Accogliere la vita: la protezione dei diritti della partoriente e del neonato", il Centro Antiviolenza "RiscoprirSi…" ha raggiunto una nuova importante tappa del suo viaggio. Con il tema della violenza ostetrica, ovvero dell'abuso e mancanza di rispetto nell'assistenza alla nascita, il CAV ha ampliato ulteriormente il suo raggio di interesse in fatto di prevenzione e contrasto alla violenza di genere. L'evento, svoltosi l'8 marzo presso la Biblioteca Comunale di Andria, ha di fatto sancinto l'inizio della collaborazione tra il Centro Antiviolenza "RiscoprirSi…" e altre realtà di rilievo presenti sul territorio nazionale ed internazionale attive nella difesa dei diritti umani riguardanti la nascita: l' O.V.O. Italia - Osservatorio sulla Violenza Ostetrica, Rinascere al naturale ONLUS, il Comitato per la Buona Nascita e Human Rights in Childbirth in Italy.
Partner dell'evento sono state le associazioni CiaoLapo, Comitato CoRDiN, La goccia magica - Genzano di Roma, Latte+amore=mammamia e Psicoluoghi.
Il convegno è stato patrocinato dalla Regione Puglia, dalla Città di Andria, dalla ASL-BT, dal Collegio delle Ostetriche Bari-Bat, dalla Consigliera di Parità, dalla Garante dei diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza, dall'Ordine degli Psicologi, dal Comitato Pari Opportunità dell'Ordine degli avvocati di Trani e reso possibile dal sostegno degli sponsor cittadini.
Così come evidenziato nel Report #Bastatacere - "Le madri hanno voce", elaborato nel 2016 dall'O.V.O. Italia (E. Skoko, A. Battisti, 2016), la violenza ostetrica consiste nell'appropriazione del corpo e dei processi riproduttivi della donna da parte del personale sanitario, che si esprime in un trattamento disumano, nell'abuso di medicalizzazione e nella patologizzazione dei processi naturali avendo come conseguenza la perdita di autonomia e della capacità di decidere liberamente del proprio corpo e della propria sessualità, impattando negativamente sulla qualità della vita della donna.
La fattispecie della violenza ostetrica è stata introdotta in Italia per la prima volta nella proposta di legge Zaccagnini (2016) "Norme per la tutela dei diritti della partoriente e del neonato e per la promozione del parto fisiologico", attualmente al vaglio alla Camera dei Deputati. Come spiegato nella proposta di legge, illustrata nel corso del convegno dall'avvocata Alessandra Battisti di Human Rights in Childbirth, "per promuovere la salute materno-infantile a livello nazionale dobbiamo anzitutto promuovere il rispetto dei diritti della donna e ritenerla soggetto di cure e non oggetto passivo di trattamenti, troppo frequentemente realizzati senza un reale coinvolgimento della donna stessa nei processi decisionali che riguardano il suo corpo".
Le diverse relatrici, tra le quali ostetriche e mamme peer to peer, intervenute alla presenza dei rappresentanti medici della ASL-BT Giuseppe Coratella, direttore D.S.S. di Andria, Mariano Cantatore, direttore medico U.O.C. Ginecologia e Ostetricia ASL-BT, Michele Fattibene, ginecologo ASL-BT e componente dell'équipe multidisciplinare specialistica sull'abuso e maltrattamento all'infanzia di Andria, hanno chiesto un'assistenza alla nascita protettiva, conservativa e maggiormente ispirata ad un modello di salutofisiologia (cfr. Verena Schmid); le madri hanno chiesto che gli interventi non siano "determinati da abitudini, protocolli, necessità istituzionali, ragioni medico legali, difensive, culturali, rituali, politiche" ma dai reali bisogni della donna e del nascituro. "Scavalcando la donna, che è emittente consapevole di segni, la sicurezza nei reparti maternità viene ulteriormente ridotta" (V. Schmid).
Nella seconda sessione del convegno, Anna Rita Lemma, prima firmataria della pdl pugliese sul parto rispettato, e Grazia Di Bari, attuale Consigliera Regionale, hanno illustrato il percorso del disegno di legge. La relativa petizione, promossa nel 2012 da "Rinascere al Naturale" Onlus e sostenuta da molte associazioni e professionisti è stata chiusa proprio ad Andria, durante il convegno. Una delegazione dell'associazione promotrice ha consegnato ufficialmente le firme a Grazia Di Bari e chiesto un'assistenza alla nascita più rispettosa negli ospedali e la libertà di scelta nel parto anche in Puglia, così come già avviene in altre regioni italiane. Diversi studi infatti hanno dimostrato (cfr. Marjorie Tew, 1998), che l'ospedalizzazione del parto in sé non ha contribuito ad abbassare la mortalità perinatale e materna; sicuramente ha contribuito a ridurre e curare determinate patologie, migliorandone gli esiti, mentre dall'altra parte ha aumentato la mortalità in altre situazioni per eccesso di intervento. La "tecnologia" che, secondo le ricerche, riesce veramente a produrre esiti migliori, risulta essere la continuità di assistenza da parte di un ostetrica e l'assistenza one to one (Hodnett et al, 2012). Anche l'OMS oggi raccomanda un basso livello tecnologico di assistenza. I migliori risultati in esiti positivi per le donne sane si ottengono nel parto a domicilio, nelle case maternità e nei centri nascita ospedalieri a conduzione dell'ostetrica.
Altresì, l'Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di perseguire nei prossimi anni i seguenti obiettivi: riportare le gravidanze sane dall'attuale 40-50% al 85-95%; riportare il parto naturale senza alcun intervento medico dall'attuale 4% almeno al 75%; ridurre i tassi di taglio cesareo, induzioni, prematurità, gestosi, depressione post partum, sindromi da stress postraumatico da parto in modo significativo; incrementare l'allattamento al seno, la qualità della salute e della vita, i processi del legame.
La terza ed ultima sessione del convegno è stata l'occasione per osservare l'esperienza dell'attesa e del parto anche attraverso lo sguardo meravigliato dei padri.
La gravidanza e il parto possono costituire nell'esperienza umana, dei potenti attivatori di cambiamento. Così come magistralmente esposto nel suo reading da Gabriella Buchignani, quando questi momenti di vita sono vissuti - da madre e padre - in Presenza e Consapevolezza, si ha la possibilità di rivivere la propria nascita e superare i blocchi rimasti oscuri e guarire. Nell'apertura alla nuova vita, si riceve una forza capace di rigenerarla a sua volta.
Una settimana fa, con la realizzazione del convegno "Accogliere la vita: la protezione dei diritti della partoriente e del neonato", il Centro Antiviolenza "RiscoprirSi…" ha raggiunto una nuova importante tappa del suo viaggio. Con il tema della violenza ostetrica, ovvero dell'abuso e mancanza di rispetto nell'assistenza alla nascita, il CAV ha ampliato ulteriormente il suo raggio di interesse in fatto di prevenzione e contrasto alla violenza di genere. L'evento, svoltosi l'8 marzo presso la Biblioteca Comunale di Andria, ha di fatto sancinto l'inizio della collaborazione tra il Centro Antiviolenza "RiscoprirSi…" e altre realtà di rilievo presenti sul territorio nazionale ed internazionale attive nella difesa dei diritti umani riguardanti la nascita: l' O.V.O. Italia - Osservatorio sulla Violenza Ostetrica, Rinascere al naturale ONLUS, il Comitato per la Buona Nascita e Human Rights in Childbirth in Italy.
Partner dell'evento sono state le associazioni CiaoLapo, Comitato CoRDiN, La goccia magica - Genzano di Roma, Latte+amore=mammamia e Psicoluoghi.
Il convegno è stato patrocinato dalla Regione Puglia, dalla Città di Andria, dalla ASL-BT, dal Collegio delle Ostetriche Bari-Bat, dalla Consigliera di Parità, dalla Garante dei diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza, dall'Ordine degli Psicologi, dal Comitato Pari Opportunità dell'Ordine degli avvocati di Trani e reso possibile dal sostegno degli sponsor cittadini.
Così come evidenziato nel Report #Bastatacere - "Le madri hanno voce", elaborato nel 2016 dall'O.V.O. Italia (E. Skoko, A. Battisti, 2016), la violenza ostetrica consiste nell'appropriazione del corpo e dei processi riproduttivi della donna da parte del personale sanitario, che si esprime in un trattamento disumano, nell'abuso di medicalizzazione e nella patologizzazione dei processi naturali avendo come conseguenza la perdita di autonomia e della capacità di decidere liberamente del proprio corpo e della propria sessualità, impattando negativamente sulla qualità della vita della donna.
La fattispecie della violenza ostetrica è stata introdotta in Italia per la prima volta nella proposta di legge Zaccagnini (2016) "Norme per la tutela dei diritti della partoriente e del neonato e per la promozione del parto fisiologico", attualmente al vaglio alla Camera dei Deputati. Come spiegato nella proposta di legge, illustrata nel corso del convegno dall'avvocata Alessandra Battisti di Human Rights in Childbirth, "per promuovere la salute materno-infantile a livello nazionale dobbiamo anzitutto promuovere il rispetto dei diritti della donna e ritenerla soggetto di cure e non oggetto passivo di trattamenti, troppo frequentemente realizzati senza un reale coinvolgimento della donna stessa nei processi decisionali che riguardano il suo corpo".
Le diverse relatrici, tra le quali ostetriche e mamme peer to peer, intervenute alla presenza dei rappresentanti medici della ASL-BT Giuseppe Coratella, direttore D.S.S. di Andria, Mariano Cantatore, direttore medico U.O.C. Ginecologia e Ostetricia ASL-BT, Michele Fattibene, ginecologo ASL-BT e componente dell'équipe multidisciplinare specialistica sull'abuso e maltrattamento all'infanzia di Andria, hanno chiesto un'assistenza alla nascita protettiva, conservativa e maggiormente ispirata ad un modello di salutofisiologia (cfr. Verena Schmid); le madri hanno chiesto che gli interventi non siano "determinati da abitudini, protocolli, necessità istituzionali, ragioni medico legali, difensive, culturali, rituali, politiche" ma dai reali bisogni della donna e del nascituro. "Scavalcando la donna, che è emittente consapevole di segni, la sicurezza nei reparti maternità viene ulteriormente ridotta" (V. Schmid).
Nella seconda sessione del convegno, Anna Rita Lemma, prima firmataria della pdl pugliese sul parto rispettato, e Grazia Di Bari, attuale Consigliera Regionale, hanno illustrato il percorso del disegno di legge. La relativa petizione, promossa nel 2012 da "Rinascere al Naturale" Onlus e sostenuta da molte associazioni e professionisti è stata chiusa proprio ad Andria, durante il convegno. Una delegazione dell'associazione promotrice ha consegnato ufficialmente le firme a Grazia Di Bari e chiesto un'assistenza alla nascita più rispettosa negli ospedali e la libertà di scelta nel parto anche in Puglia, così come già avviene in altre regioni italiane. Diversi studi infatti hanno dimostrato (cfr. Marjorie Tew, 1998), che l'ospedalizzazione del parto in sé non ha contribuito ad abbassare la mortalità perinatale e materna; sicuramente ha contribuito a ridurre e curare determinate patologie, migliorandone gli esiti, mentre dall'altra parte ha aumentato la mortalità in altre situazioni per eccesso di intervento. La "tecnologia" che, secondo le ricerche, riesce veramente a produrre esiti migliori, risulta essere la continuità di assistenza da parte di un ostetrica e l'assistenza one to one (Hodnett et al, 2012). Anche l'OMS oggi raccomanda un basso livello tecnologico di assistenza. I migliori risultati in esiti positivi per le donne sane si ottengono nel parto a domicilio, nelle case maternità e nei centri nascita ospedalieri a conduzione dell'ostetrica.
Altresì, l'Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di perseguire nei prossimi anni i seguenti obiettivi: riportare le gravidanze sane dall'attuale 40-50% al 85-95%; riportare il parto naturale senza alcun intervento medico dall'attuale 4% almeno al 75%; ridurre i tassi di taglio cesareo, induzioni, prematurità, gestosi, depressione post partum, sindromi da stress postraumatico da parto in modo significativo; incrementare l'allattamento al seno, la qualità della salute e della vita, i processi del legame.
La terza ed ultima sessione del convegno è stata l'occasione per osservare l'esperienza dell'attesa e del parto anche attraverso lo sguardo meravigliato dei padri.
La gravidanza e il parto possono costituire nell'esperienza umana, dei potenti attivatori di cambiamento. Così come magistralmente esposto nel suo reading da Gabriella Buchignani, quando questi momenti di vita sono vissuti - da madre e padre - in Presenza e Consapevolezza, si ha la possibilità di rivivere la propria nascita e superare i blocchi rimasti oscuri e guarire. Nell'apertura alla nuova vita, si riceve una forza capace di rigenerarla a sua volta.