
Politica
Caso Cucchi, Zinni (ESP): "Casamassima, ha tenuto duro ed oggi giustamente esulta perché alla fine si è visto che aveva ragione lui"
Il consigliere regionale espone il suo punto di vista in merito a questa triste, quanto drammatica vicenda
Andria - venerdì 12 ottobre 2018
23.22 Comunicato Stampa
Il consigliere regionale e capogruppo consiliare della lista Emiliano Sindaco di Puglia, Sabino Zinni, ha voluto rilasciare alcune dichiarazioni in merito alla drammatica vicenda legata lal morte di Stefano Cucchi e della posizione che ha assunto il carabiniere, originario di Andria, Riccardo Csamassima. Ecco la sua nota:
"Il primo processo Cucchi portò all'assoluzione di tutti gli imputati: sia degli agenti, che dei medici, ai quali fu sospesa la pena.
Se c'è stato un secondo processo, e dunque se siamo giunti alle verità apprese ieri, il merito è dell'appuntato andriese Riccardo Casamassima. Casamassima lo scorso maggio decise volontariamente e autonomamente di testimoniare sulla vicenda che lo riguardava indirettamente, e grazie a questo sono ripartite le indagini.
Questo atto di coraggio non è stato affatto indolore per lui visto che qualche tempo dopo la sua testimonianza fu minacciato, trasferito e demansionato.
Eppure ha tenuto duro ed oggi giustamente esulta perché alla fine si è visto che aveva ragione lui.
Ora vorrei dirgli non solo che ammiro il suo coraggio e la sua determinazione, ma credo anche che la sua nazione e la sua città gli debbano qualche forma di riconoscenza, non foss'altro che per una sorta di risarcimento morale.
Non capita spesso che in vicende tanto losche trionfino i giusti, e quando succede è giusto e doveroso parlarne e farlo notare".
"Il primo processo Cucchi portò all'assoluzione di tutti gli imputati: sia degli agenti, che dei medici, ai quali fu sospesa la pena.
Se c'è stato un secondo processo, e dunque se siamo giunti alle verità apprese ieri, il merito è dell'appuntato andriese Riccardo Casamassima. Casamassima lo scorso maggio decise volontariamente e autonomamente di testimoniare sulla vicenda che lo riguardava indirettamente, e grazie a questo sono ripartite le indagini.
Questo atto di coraggio non è stato affatto indolore per lui visto che qualche tempo dopo la sua testimonianza fu minacciato, trasferito e demansionato.
Eppure ha tenuto duro ed oggi giustamente esulta perché alla fine si è visto che aveva ragione lui.
Ora vorrei dirgli non solo che ammiro il suo coraggio e la sua determinazione, ma credo anche che la sua nazione e la sua città gli debbano qualche forma di riconoscenza, non foss'altro che per una sorta di risarcimento morale.
Non capita spesso che in vicende tanto losche trionfino i giusti, e quando succede è giusto e doveroso parlarne e farlo notare".