Cronaca
Casa Cantoniera nel Quartiere Fratta: sgombero coatto di una famiglia
Dopo 45 anni murato l'ingresso. Bruno: «Atto violento ed illegittimo»
Andria - mercoledì 27 gennaio 2016
11.48
Carte bollate, tribunali ed una decisione coatta di far uscire di casa una intera famiglia con un atto forzoso. E' quanto accaduto questa mattina ad Andria nella Casa Cantoniera 19, all'interno del Quartiere Fratta nei pressi di uno dei passaggi a livelli di campagna che saranno interessati dal raddoppio della tratta della ferrovia "Bari-Nord" tra Andria e Corato. Diversi agenti di Polizia, oltre a muratori ed una ditta di traslochi, si sono presentati attorno alle 7 di questa mattina per eseguire lo sgombero della Casa Cantoniera e, naturalmente, della famiglia che vive in quell'abitazione da circa 45 anni. Casa Cantoniera che è di proprietà ormai demaniale ed al cui interno hanno risieduto sino ad oggi i casellanti di quel passaggio a livello ormai in pensione e che hanno sottoscritto un regolare contratto di comodato d'uso. Nessun preavviso dello sgombero anche se questa, dal mese di ottobre del 2015, è già la terza volta che avviene un tentativo di questo genere. A creare piuttosto scalpore l'interessamento diretto della Prefettura di Barletta Andria Trani ed in particolare del Comitato per l'Ordine e la Sicurezza che hanno autorizzato l'utilizzo della forza pubblica nonostante vi sia in corso un contenzioso tra la Ferrotramviaria e la famiglia residente.
«Abbiamo cercato di spiegare alle autorità competenti - ci ha detto l'Avv. Francesco Bruno - che questa è una attività materiale che non è sorretta da un'attività di base legittima. Perchè la particella che intendono espropriare, e che forma oggetto di un decreto di occupazione temporanea e di urgenza, non rientra tra le particelle che consentono l'esproprio perchè non rientra proprio nel piano particellare di esproprio approvato dal Consiglio Comunale di Andria nel 2012. Questa è una cosa facilmente evincibile dagli atti dell'assise comunale. Ci sono delle perizie giurate, ci sono dei giudizi in corso, ci sono dei giudici che devono accertare questa cosa. Questa improvvisa accelerazione è ingiustificata da un punto di vista giuridico». Ripercorrendo la vicenda, infatti, si scopre dalle carte come esista una variante della Ferrotramviaria al progetto originale del 2012 che non trova riscontro sul progetto approvato in quello stesso anno dal Comune di Andria. Questa variante, che ingloba sostanzialmente anche la particella della Casa Cantoniera che dovrebbe esser abbattuta per la necessità di un metro e sessanta, è stata approntata in autonomia dalla Ferrotramviaria e non sottoposta al vaglio dell'ente comunale. La linea difensiva della famiglia è esattamente questa, visto che nel progetto originale non era assolutamente previsto l'abbattimento dell'immobile.
«Di questo si occuperà l'11 marzo il Tribunale Civile di Trani - ci dice l'Avv. Bruno - proprio perchè trattandosi di attività materiale non sorretta da una dichiarazione di pubblica utilità non c'è giurisdizione di Tar e di Consiglio di Stato che in prima battuta sono stati interessati. Oggi se ne sta occupando il giudice civile. Oggi viene occupato temporaneamente, al fine di procedere al decreto di espropriazione, un bene da chi a nostro avviso non ha fondatamente diritto. E quindi chi sta dando esecuzione a questo provvedimento, chi ha scomodato la Prefettura, chi ha scomodato il comitato per la Sicurezza Pubblica, deve fare molta attenzione a verificare gli atti. L'attività, a nostro avviso, è completamente illecita. Si possono configurare reati pesantissimi tra cui il sequestro di persona visto che stanno cacciando fuori delle persone». Momenti molto concitati in mattinata con tensione alle stelle ed una complessa matassa da sbrogliare anche per la famiglia stessa: «So che la signora disperata è stata allontanata in preda ad una crisi - dice ancora l'Avv. Bruno - il marito di quasi 70 anni piange come un bambino, loro abitano qui da 45 anni, il loro tempo è stato scandito da questo passaggio livello e dal lavoro svolto di casellanti. Ad un tratto si ritrovano, per un atto di violenza inaudita fuori di casa, e non si può parlare con nessuno nè con l'autorità pubblica e nè con la Ferrotranviaria che sta dimostrando una tracotanza fuori da ogni limite».
«Abbiamo cercato di spiegare alle autorità competenti - ci ha detto l'Avv. Francesco Bruno - che questa è una attività materiale che non è sorretta da un'attività di base legittima. Perchè la particella che intendono espropriare, e che forma oggetto di un decreto di occupazione temporanea e di urgenza, non rientra tra le particelle che consentono l'esproprio perchè non rientra proprio nel piano particellare di esproprio approvato dal Consiglio Comunale di Andria nel 2012. Questa è una cosa facilmente evincibile dagli atti dell'assise comunale. Ci sono delle perizie giurate, ci sono dei giudizi in corso, ci sono dei giudici che devono accertare questa cosa. Questa improvvisa accelerazione è ingiustificata da un punto di vista giuridico». Ripercorrendo la vicenda, infatti, si scopre dalle carte come esista una variante della Ferrotramviaria al progetto originale del 2012 che non trova riscontro sul progetto approvato in quello stesso anno dal Comune di Andria. Questa variante, che ingloba sostanzialmente anche la particella della Casa Cantoniera che dovrebbe esser abbattuta per la necessità di un metro e sessanta, è stata approntata in autonomia dalla Ferrotramviaria e non sottoposta al vaglio dell'ente comunale. La linea difensiva della famiglia è esattamente questa, visto che nel progetto originale non era assolutamente previsto l'abbattimento dell'immobile.
«Di questo si occuperà l'11 marzo il Tribunale Civile di Trani - ci dice l'Avv. Bruno - proprio perchè trattandosi di attività materiale non sorretta da una dichiarazione di pubblica utilità non c'è giurisdizione di Tar e di Consiglio di Stato che in prima battuta sono stati interessati. Oggi se ne sta occupando il giudice civile. Oggi viene occupato temporaneamente, al fine di procedere al decreto di espropriazione, un bene da chi a nostro avviso non ha fondatamente diritto. E quindi chi sta dando esecuzione a questo provvedimento, chi ha scomodato la Prefettura, chi ha scomodato il comitato per la Sicurezza Pubblica, deve fare molta attenzione a verificare gli atti. L'attività, a nostro avviso, è completamente illecita. Si possono configurare reati pesantissimi tra cui il sequestro di persona visto che stanno cacciando fuori delle persone». Momenti molto concitati in mattinata con tensione alle stelle ed una complessa matassa da sbrogliare anche per la famiglia stessa: «So che la signora disperata è stata allontanata in preda ad una crisi - dice ancora l'Avv. Bruno - il marito di quasi 70 anni piange come un bambino, loro abitano qui da 45 anni, il loro tempo è stato scandito da questo passaggio livello e dal lavoro svolto di casellanti. Ad un tratto si ritrovano, per un atto di violenza inaudita fuori di casa, e non si può parlare con nessuno nè con l'autorità pubblica e nè con la Ferrotranviaria che sta dimostrando una tracotanza fuori da ogni limite».