Cronaca
Casa Cantoniera, dopo lo sgombero un primo rinvio del Giudice
Ieri in aula si sarebbe dovuto discutere della validità della concessione in uso
Andria - venerdì 29 gennaio 2016
10.24
Come da calendario, si è svolta ieri mattina presso il Tribunale di Trani, Articolazione Distaccata di Andria, l'udienza civile che ha visto contrapposte la Ferrotramviaria e la famiglia appena sgomberata della casa cantoniera 19. Il Giudice si sarebbe dovuto riservare per emettere sentenza sulla efficacia del contratto di concessione in uso abitativo della casa cantoniera vista la sua natura demaniale e l'ipotetica conseguente indisponibilità da parte di Ferrotramviaria. Uno dei primi effetti, tuttavia, dell'esecuzione forzata del decreto di occupazione di urgenza fatto eseguire due giorni fa da Ferrotramviaria con l'ausilio della forza pubblica e su impulso del Comitato per l'Ordine e la Sicurezza, il Giudice ha deciso per il rinvio al 29 settembre di questo anno. Il Giudice avrebbe ritenuto ingiustificata l'accelerazione più volte richiesta da Ferrotramviaria, su una causa introdotta nel 2013, a fronte della pendenza di numerosi giudizi molto più vecchi che attendono ancora oggi di essere decisi.
Prosegue, insomma, la querelle tra la società pugliese di trasporti e la famiglia sgomberata con la forza mercoledì mattina dopo 45 anni all'interno della Casa Cantoniera 19 nel Quartiere Fratta di Andria. Lo sgombero, su impulso della Ferrotramviaria, per prender possesso della Casa che sarà abbattuta in vista del raddoppio della tratta ferroviaria tra Andria e Corato. Alla base della contesa, tuttavia, una variante che la stessa Ferrotramviaria avrebbe prodotto nell'ottobre del 2015 senza che vi fosse una nuova approvazione nel Consiglio Comunale di Andria. Questa variante prevede l'abbattimento della Casa Cantoniera, mai catastalizzata, e soprattutto ormai di proprietà demaniale. Al momento la Ferrotramviaria non rilascia dichiarazioni ufficiali mentre, per la famiglia sgomberata nei giorni scorsi, vi è un alloggio di fortuna da parenti in attesa di sviluppi visto anche che le porte e finestre dell'abitazione sono state completamente murate.
Ma dagli avvocati difensori arriva una nuova denuncia: «Si è perpetrata un'ulteriore forma di violenza a carico dei casellanti allontanati con la forza - ha detto l'Avv. Francesco Bruno - i quali hanno dovuto far ricorso all'intervento della P.S. per potersi andare a recuperare beni personali custoditi in porzioni di immobile non oggetto del rilascio. Infatti, gli operai della Ferrotramviaria, hanno recintato anche le parti non di proprietà della Società, apponendovi dei massi di pietra in prossimità dell'ingresso, con tanto di recinzione in plastica. Ciò nonostante furono proprio gli Agenti di P.S. ad invitare i casellanti a lasciare ciò che non potevano trasportare nell'immediato, dando garanzia che nessuno avrebbe impedito loro di ritornare sul posto. E' chiaro che anche questi episodi potranno essere portati al vaglio delle Autorità competenti, attesa la reiterata violenza psicologica e materiale che si sta consumando in danno di soggetti che sono tuttora in attesa di conoscere le pronunce degli Organi di Giustizia, nelle diverse sedi interessate. Nel contempo, la Prefettura non ha dato alcun riscontro formale, né ha fatto conoscere gli atti posti a base dell'attività di esecuzione forzosa, né ha operato i dovuti accertamenti presso gli organi comunali per verificare gli elaborati tecnici approvati dal Consiglio Comunale, tra cui non rientra la porzione di particella su cui ricade la Casa Cantoniera n. 19».
Prosegue, insomma, la querelle tra la società pugliese di trasporti e la famiglia sgomberata con la forza mercoledì mattina dopo 45 anni all'interno della Casa Cantoniera 19 nel Quartiere Fratta di Andria. Lo sgombero, su impulso della Ferrotramviaria, per prender possesso della Casa che sarà abbattuta in vista del raddoppio della tratta ferroviaria tra Andria e Corato. Alla base della contesa, tuttavia, una variante che la stessa Ferrotramviaria avrebbe prodotto nell'ottobre del 2015 senza che vi fosse una nuova approvazione nel Consiglio Comunale di Andria. Questa variante prevede l'abbattimento della Casa Cantoniera, mai catastalizzata, e soprattutto ormai di proprietà demaniale. Al momento la Ferrotramviaria non rilascia dichiarazioni ufficiali mentre, per la famiglia sgomberata nei giorni scorsi, vi è un alloggio di fortuna da parenti in attesa di sviluppi visto anche che le porte e finestre dell'abitazione sono state completamente murate.
Ma dagli avvocati difensori arriva una nuova denuncia: «Si è perpetrata un'ulteriore forma di violenza a carico dei casellanti allontanati con la forza - ha detto l'Avv. Francesco Bruno - i quali hanno dovuto far ricorso all'intervento della P.S. per potersi andare a recuperare beni personali custoditi in porzioni di immobile non oggetto del rilascio. Infatti, gli operai della Ferrotramviaria, hanno recintato anche le parti non di proprietà della Società, apponendovi dei massi di pietra in prossimità dell'ingresso, con tanto di recinzione in plastica. Ciò nonostante furono proprio gli Agenti di P.S. ad invitare i casellanti a lasciare ciò che non potevano trasportare nell'immediato, dando garanzia che nessuno avrebbe impedito loro di ritornare sul posto. E' chiaro che anche questi episodi potranno essere portati al vaglio delle Autorità competenti, attesa la reiterata violenza psicologica e materiale che si sta consumando in danno di soggetti che sono tuttora in attesa di conoscere le pronunce degli Organi di Giustizia, nelle diverse sedi interessate. Nel contempo, la Prefettura non ha dato alcun riscontro formale, né ha fatto conoscere gli atti posti a base dell'attività di esecuzione forzosa, né ha operato i dovuti accertamenti presso gli organi comunali per verificare gli elaborati tecnici approvati dal Consiglio Comunale, tra cui non rientra la porzione di particella su cui ricade la Casa Cantoniera n. 19».