Cronaca
Caporalato ad Andria, le braccianti ammettono lo sfruttamento
L'inchiesta dopo il caso di Paola Clemente, morta in un vigneto il 13 luglio
Andria - martedì 13 ottobre 2015
18.45
Una struttura piramidale, in cui il responsabile dell'agenzia interinale assolda l'azienda di trasporti, che a sua volta dà le direttive alle braccianti attraverso le 'caposquadra'. E' quanto hanno appurato la guardia di finanza di Trani e la polizia di Andria, nell'ambito dell'inchiesta sul "caporalato" seguita alla morte di Paola Clemente, la bracciante 49enne di San Giorgio Jonico deceduta il 13 luglio scorso mentre lavorava in un vigneto di Andria.
La Procura di Trani sta stringendo il cerchio intorno al responsabile dell'agenzia di Noicattaro, il cui ruolo sarebbe stato determinante insieme a quello di Ciro Grassi, titolare di un'azienda di trasporti tarantina che portava in pullman le braccianti (compresa Paola Clemente) fino ad Andria. Quest'ultimo risulta iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo e omesso controllo insieme all'autista, Salvatore Filippo Zurlo, e al titolare dell'azienda Ortofrutta Meridionale di Corato, Luigi Terrene, che aveva ingaggiato le operaie stagionali. Mentre al momento non risulta formalmente indagato il responsabile dell'agenzia.
Sono state le stesse braccianti, interrogate dal pm Alessandro Donato Pesce, a ricostruire come funziona la catena dello sfruttamento del lavoro in campagna. Grazie anche ai calendari e agli appunti sequestrati nelle abitazioni delle donne, poi confrontati con le buste paga, la Procura di Trani ha riscontrato una differenza del 30 per cento tra la cifra dichiarata in busta paga (che è più alta) e quella realmente percepita. Anche il numero delle giornate effettivamente lavorate è inferiore rispetto a quello dichiarato, con ripercussioni sull'indennità di disoccupazione spettante alle braccianti dopo il periodo di lavoro stagionale.
Molte delle braccianti tarantine, sentite per ore dagli inquirenti, hanno ammesso che funziona proprio come gli inquirenti sospettavano. Mentre almeno quattro di loro sono risultate rivestire il ruolo di caposquadra, una posizione intermedia tra chi dava gli ordini (l'agenzia interinale e l'azienda di trasporti) e chi lavorava (le braccianti).
La Procura di Trani sta stringendo il cerchio intorno al responsabile dell'agenzia di Noicattaro, il cui ruolo sarebbe stato determinante insieme a quello di Ciro Grassi, titolare di un'azienda di trasporti tarantina che portava in pullman le braccianti (compresa Paola Clemente) fino ad Andria. Quest'ultimo risulta iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo e omesso controllo insieme all'autista, Salvatore Filippo Zurlo, e al titolare dell'azienda Ortofrutta Meridionale di Corato, Luigi Terrene, che aveva ingaggiato le operaie stagionali. Mentre al momento non risulta formalmente indagato il responsabile dell'agenzia.
Sono state le stesse braccianti, interrogate dal pm Alessandro Donato Pesce, a ricostruire come funziona la catena dello sfruttamento del lavoro in campagna. Grazie anche ai calendari e agli appunti sequestrati nelle abitazioni delle donne, poi confrontati con le buste paga, la Procura di Trani ha riscontrato una differenza del 30 per cento tra la cifra dichiarata in busta paga (che è più alta) e quella realmente percepita. Anche il numero delle giornate effettivamente lavorate è inferiore rispetto a quello dichiarato, con ripercussioni sull'indennità di disoccupazione spettante alle braccianti dopo il periodo di lavoro stagionale.
Molte delle braccianti tarantine, sentite per ore dagli inquirenti, hanno ammesso che funziona proprio come gli inquirenti sospettavano. Mentre almeno quattro di loro sono risultate rivestire il ruolo di caposquadra, una posizione intermedia tra chi dava gli ordini (l'agenzia interinale e l'azienda di trasporti) e chi lavorava (le braccianti).