Vita di città
Caos vaccini a domicilio, ad Andria anziani over 80 attendono ancora la prima dose
Nonostante la circolare del 25 marzo emessa dalla Regione Puglia, i medici di base ritardano con la somministrazione del vaccino
Andria - mercoledì 7 aprile 2021
17.10
Le disposizioni istituzionali emanate, lo scorso 25 marzo, dalla Regione Puglia hanno dato il via alle vaccinazioni per gli over 80 che necessitano di somministrazione domiciliare e per le persone che vivono o prestano servizio in comunità socio-sanitarie, civili e religiose. Saranno i medici di base a contattare gli assistiti.
Un dato che sta avendo poco riscontro nel nostro territorio: molti anziani attendono ancora la prima dose a causa del ritardo, alquanto anomalo, dei medici di base, i quali dovrebbero essere già alle prese con gli elenchi dei pazienti "estremamente fragili". "Mia madre ha 89 anni e avrebbe dovuto ricevere la prima dose il 2 aprile. Sarebbe dovuto venire a domicilio il suo medico di base per somministrarle il vaccino, ma in realtà l'appuntamento non è stato rispettato", spiega una testimone che ha contattato la nostra redazione. "Ho contatto il medico di base e mi ha riferito che non ha ancora ricevuto indicazioni sulle procedure da seguire per avviare la campagna vaccinale a domicilio. In seguito ho contattato anche l'Asl Bt, per ricevere ulteriori chiarimenti, ma non mi dato alcuna indicazione in merito, dicendomi, semplicemente, che è compito del medico generico".
Sono le risposte più frequenti che, in questo delicato periodo storico, molti nostri concittadini stanno ricevendo, pur in possesso dei requisiti richiesti. Sono forse lacune che i medici di base devono colmare, consultando la circolare del 25 marzo, poi tutte le comunicazioni che arrivano sul punto?
Secondo le disposizioni della Regione Puglia, i medici di famiglia devono preparare e far prevenire, alla Asl di competenza, l'elenco dei pazienti ritenuti "vulnerabili" che, per la loro condizione, devono essere sottoposti a vaccinazione anti Covid dallo stesso medico di famiglia a domicilio.
Ad Andria, così come in tanti paesi viciniori, purtroppo questo iter non è stato ancora avviato; ragion per cui nel mirino delle polemiche ci sono finiti anche i medici di famiglia.
E' inaccettabile, dunque, per molti assistiti affrontare la situazione pandemica senza ricevere indicazioni chiare e mirate da parte delle autorità competenti. "C'è solo tanta confusione, e purtroppo, a pagarne le conseguenze sono le persone più deboli, quelle che avrebbero il diritto, prima di tutti, ad essere vaccinate", conclude rammaricata la nostra concittadina.
Un dato che sta avendo poco riscontro nel nostro territorio: molti anziani attendono ancora la prima dose a causa del ritardo, alquanto anomalo, dei medici di base, i quali dovrebbero essere già alle prese con gli elenchi dei pazienti "estremamente fragili". "Mia madre ha 89 anni e avrebbe dovuto ricevere la prima dose il 2 aprile. Sarebbe dovuto venire a domicilio il suo medico di base per somministrarle il vaccino, ma in realtà l'appuntamento non è stato rispettato", spiega una testimone che ha contattato la nostra redazione. "Ho contatto il medico di base e mi ha riferito che non ha ancora ricevuto indicazioni sulle procedure da seguire per avviare la campagna vaccinale a domicilio. In seguito ho contattato anche l'Asl Bt, per ricevere ulteriori chiarimenti, ma non mi dato alcuna indicazione in merito, dicendomi, semplicemente, che è compito del medico generico".
Sono le risposte più frequenti che, in questo delicato periodo storico, molti nostri concittadini stanno ricevendo, pur in possesso dei requisiti richiesti. Sono forse lacune che i medici di base devono colmare, consultando la circolare del 25 marzo, poi tutte le comunicazioni che arrivano sul punto?
Secondo le disposizioni della Regione Puglia, i medici di famiglia devono preparare e far prevenire, alla Asl di competenza, l'elenco dei pazienti ritenuti "vulnerabili" che, per la loro condizione, devono essere sottoposti a vaccinazione anti Covid dallo stesso medico di famiglia a domicilio.
Ad Andria, così come in tanti paesi viciniori, purtroppo questo iter non è stato ancora avviato; ragion per cui nel mirino delle polemiche ci sono finiti anche i medici di famiglia.
E' inaccettabile, dunque, per molti assistiti affrontare la situazione pandemica senza ricevere indicazioni chiare e mirate da parte delle autorità competenti. "C'è solo tanta confusione, e purtroppo, a pagarne le conseguenze sono le persone più deboli, quelle che avrebbero il diritto, prima di tutti, ad essere vaccinate", conclude rammaricata la nostra concittadina.