Enti locali
Cancro, Onda d'Urto: "Cinque medici a lavoro"
L'associazione fa appello alla cittadinanza per cercare fondi e sostenere la ricerca
Andria - martedì 9 maggio 2017
9.35
«Cinque medici hanno detto sì. Cinque medici sono disponibili a lavorare per cercare le cause dell'insorgenza delle neoplasie nei bambini, ragazzi, giovani adulti della nostra popolazione», queste le parole con cui Tony Tragno, presidente dell'associazione Onlus Onda d'Urto dà il buongiorno alla città di Andria. «Per la prima volta nella storia dell'associazionismo italiano ed internazionale - continua Tragno in un post sulla pagina Facebook dell'associazone - un gruppo di cittadini in maniera autonoma vuole studiare e possibilmente individuare le matrici che provocano i tumori giovanili partendo dallo studio dei malati della comunità di cui fanno parte. Una intera città verrà messa sottosopra e finalmente studiata. I tanti perché, le tante ansie, le preoccupazioni, gli allarmi che serpeggiano da anni tra i nostri concittadini finalmente potranno trovare una risposta, una parola che rassicuri o una che protegga da rischi evitabili.
La commissione di Onda d'Urto si è riunita e ha valutato i curricula di cinque medici. Erano state messe a disposizione solo due borse di studio da 500 euro cadauna ed ora si deciderà se aumentarle. Abbiamo bisogno di denaro e vedremo come andare avanti. Ma non importa, troveremo il modo. Non saranno i soldi a frenarci. Ce la faremo! Desidero condividere questa bellissima notizia e ringraziare i cittadini che hanno sempre creduto nell'associazione di cui faccio orgogliosamente parte e nell'idea che ci ha mossi fin da subito, il pragmatico e instancabile responsabile scientifico del progetto di ricerca Tommaso Di Renzo, ciascun componente del consiglio direttivo che ogni giorno lavora per nuove iniziative civiche di prevenzione e di sensibilizzazione.
Avevamo fatto una promessa e la stiamo mantenendo. E' solo il primo passo e abbiamo ancora bisogno di te. Se sei un medico e vuoi aiutarci, contattaci. Se sei un cittadino che sa come raccogliere fondi per sostenere il nostro progetto, contattaci. Tutto questo lavoro è dedicato a chi non ha la forza e il modo per chiedere aiuto. Lo facciamo per studiare, per tranquillizzare, per prevenire ed informare in maniera corretta. Lo facciamo perché sentiamo il dovere di non essere indifferenti verso i tanti nostri concittadini che stanno affrontando, spesso in solitudine, una malattia che spaventa e scoraggia. E' per i tanti giovani che non ci sono più, è per te Maria , la mia prima piccola paziente che a quindici anni ci hai lasciato. E' per te A. che come un guerriero indomito stai combattendo da anni e non ti arrendi. E' anche per voi familiari di ammalati che vi sentite soli nell'affrontare una sfida che fa tremare i polsi e talora messi in disparte».
La commissione di Onda d'Urto si è riunita e ha valutato i curricula di cinque medici. Erano state messe a disposizione solo due borse di studio da 500 euro cadauna ed ora si deciderà se aumentarle. Abbiamo bisogno di denaro e vedremo come andare avanti. Ma non importa, troveremo il modo. Non saranno i soldi a frenarci. Ce la faremo! Desidero condividere questa bellissima notizia e ringraziare i cittadini che hanno sempre creduto nell'associazione di cui faccio orgogliosamente parte e nell'idea che ci ha mossi fin da subito, il pragmatico e instancabile responsabile scientifico del progetto di ricerca Tommaso Di Renzo, ciascun componente del consiglio direttivo che ogni giorno lavora per nuove iniziative civiche di prevenzione e di sensibilizzazione.
Avevamo fatto una promessa e la stiamo mantenendo. E' solo il primo passo e abbiamo ancora bisogno di te. Se sei un medico e vuoi aiutarci, contattaci. Se sei un cittadino che sa come raccogliere fondi per sostenere il nostro progetto, contattaci. Tutto questo lavoro è dedicato a chi non ha la forza e il modo per chiedere aiuto. Lo facciamo per studiare, per tranquillizzare, per prevenire ed informare in maniera corretta. Lo facciamo perché sentiamo il dovere di non essere indifferenti verso i tanti nostri concittadini che stanno affrontando, spesso in solitudine, una malattia che spaventa e scoraggia. E' per i tanti giovani che non ci sono più, è per te Maria , la mia prima piccola paziente che a quindici anni ci hai lasciato. E' per te A. che come un guerriero indomito stai combattendo da anni e non ti arrendi. E' anche per voi familiari di ammalati che vi sentite soli nell'affrontare una sfida che fa tremare i polsi e talora messi in disparte».