Commento
Caldarone, avvio ZES unica del sud Italia: "ad Andria solo 25-30 lotti disponibili a fronte di domande di oltre 100 imprese"
"Il Credito di imposta per gli investimenti nel sud è passato bruscamente da circa il 50% all'8% della spesa"
Andria - sabato 27 luglio 2024
3.49
"Il Credito di imposta per gli investimenti nel sud, che adesso si chiama ZES -sottolinea in una riflessione, il commercialista Vincenzo Caldarone-, è passato bruscamente da circa il 50% all'8% della spesa. Se a questo si aggiunge la scomparsa, al momento, di strumenti regionali di sostegno agli investimenti il quadro peggiora.
Pur conoscendo bene la finanza agevolata, non sono convinto che il sostegno finanziario sia il fattore determinante per lo sviluppo delle nostre regioni. Ma in tutte le realtà serie si tolgono i sostegni finanziari gradualmente e si sostituiscono con supporti reali di infrastrutture, accelerazioni, sistemi di innovazione.
Qui no. Tagli bruschi, assenza di supporto, nessun intervento di sistema. Al massimo la cosiddetta autonomia differenziata (secessione dei ricchi) che aggrava e accelera la scomposizione del paese. Evviva i patrioti.
Emorragia di giovani, di competenze, di speranze, di medici e specialisti. Mentre bisogna impegnarsi perché le politiche finanziarie nazionali (che utilizzano fondi europei) cambino, il nostro territorio non deve rifugiarsi nel lamento.
Non bisogna aspettarsi tutto dagli enti pubblici, tantomeno risorse finanziarie. Ma regole, accelerazione, superamento degli ostacoli burocratici, spinta alla innovazione, sicurezza questo si. Se si riesce ad affrontare questi nodi il risultato varrebbe più di tanti crediti di imposta.
C'è un serio ritardo istituzionale su molte scale. Solo ad Andria per esempio oltre 100 imprese hanno chiesto aree per l'insediamento e sono disponibili solo 25-30 lotti, in zone dove non passano ancora né gas né fibra internet. Però questo significa che il tessuto sociale è vivo e vuole investire, rischiare, innovare. Servono risposte e alleanze.
Questa nuova tegola sulla nostra economia deve spingerci non solo a combattere le politiche dannose, ma ad accelerare la capacità di fare sistema, innovare, rimuovere gli ostacoli: tutte cose che non si possono fare da soli. Servono guida istituzionale e governance sociale. Il che impone a chi fa politica, a chi fa impresa, alle associazioni un veloce cambio di passo, bisogna cambiare la ruota della macchina mentre questa è un moto., Non ci saranno secondi tempi".
Pur conoscendo bene la finanza agevolata, non sono convinto che il sostegno finanziario sia il fattore determinante per lo sviluppo delle nostre regioni. Ma in tutte le realtà serie si tolgono i sostegni finanziari gradualmente e si sostituiscono con supporti reali di infrastrutture, accelerazioni, sistemi di innovazione.
Qui no. Tagli bruschi, assenza di supporto, nessun intervento di sistema. Al massimo la cosiddetta autonomia differenziata (secessione dei ricchi) che aggrava e accelera la scomposizione del paese. Evviva i patrioti.
Emorragia di giovani, di competenze, di speranze, di medici e specialisti. Mentre bisogna impegnarsi perché le politiche finanziarie nazionali (che utilizzano fondi europei) cambino, il nostro territorio non deve rifugiarsi nel lamento.
Non bisogna aspettarsi tutto dagli enti pubblici, tantomeno risorse finanziarie. Ma regole, accelerazione, superamento degli ostacoli burocratici, spinta alla innovazione, sicurezza questo si. Se si riesce ad affrontare questi nodi il risultato varrebbe più di tanti crediti di imposta.
C'è un serio ritardo istituzionale su molte scale. Solo ad Andria per esempio oltre 100 imprese hanno chiesto aree per l'insediamento e sono disponibili solo 25-30 lotti, in zone dove non passano ancora né gas né fibra internet. Però questo significa che il tessuto sociale è vivo e vuole investire, rischiare, innovare. Servono risposte e alleanze.
Questa nuova tegola sulla nostra economia deve spingerci non solo a combattere le politiche dannose, ma ad accelerare la capacità di fare sistema, innovare, rimuovere gli ostacoli: tutte cose che non si possono fare da soli. Servono guida istituzionale e governance sociale. Il che impone a chi fa politica, a chi fa impresa, alle associazioni un veloce cambio di passo, bisogna cambiare la ruota della macchina mentre questa è un moto., Non ci saranno secondi tempi".