Vita di città
Buoni spesa: prima lo scontrino, ora la fattura. Ad Andria è confusione per le attività commerciali
Cambia in corsa il criterio per rendicontare i buoni spesa dell'emergenza alimentare: alcuni esercenti ora pensano di rinunciarvi
Andria - lunedì 27 aprile 2020
13.20
Dagli scontrini alla fattura, un cambiamento in corsa che genera soltanto confusione. La gestione dei buoni spesa per l'emergenza alimentare nella città di Andria sembra registrare alcune falle, in particolare a danno degli esercizi commerciali convenzionatisi (oltre 100): fino a questo momento, i titolari delle attività dovevano presentare gli originali dei buoni spesa e rendicontarli all'Ufficio Servizi Sociali del Comune, con tutti gli scontrini fiscali dei clienti che hanno usufruito del bonus spesa; successivamente, l'ufficio preposto avrebbe adottato i relativi atti di liquidazione, dopo aver precedentemente impegnato le somme. Nelle scorse ore, però, pare che siano cambiate le carte in tavola: gli scontrini fiscali non sono più sufficienti per questa procedura ma è necessario presentare fattura.
Dalle segnalazioni che ci sono pervenute, emergono delle discrepanze tra il Settore Socio-Sanitario ed il Settore Finanziario del Comune, preposti alla gestione dell'emergenza alimentare. A detta degli esercenti che stanno interloquendo con questi uffici, sembra esserci una mancanza di univocità di linee-guida coerenti dall'avvio di questa attività di rilievo sociale: il cambio in corsa sta creando non pochi problemi agli esercenti, molti dei quali si sono recati presso il Settore Finanziario di Palazzo di Città, per presentare gli originali dei buoni spesa utilizzati e gli scontrini ma sono stati rimandati indietro, perché la procedura è cambiata; un "imprevisto" che sottrae tempo al lavoro delle attività commerciali, già in grossa difficoltà da tanti punti di vista per il momento di emergenza. Ed ecco la segnalazione che ci giunge: «E' chiaro che l'emergenza e la precarietà del momento non aiutano, ma perché non definire da subito una linea unica senza cambiare in corsa? Gli esercenti vogliono risposte chiare, non devono pagare il prezzo di queste indecisioni: parliamo di piccole imprese che hanno speso oltre 2000 euro in beni di prima necessità per aderire al sostegno per l'emergenza alimentare. Prima lo scontrino e poi la fattura: il Comune di Andria non può perdere tempo su questi aspetti ma pensare alle priorità e snellire le procedure burocratiche».
Diversi titolari di esercizi commerciali stanno già provvedendo alle contromisure, con l'intenzione di comunicare una rinuncia formale alla manifestazione di interesse per l'emergenza alimentare, per non correre il rischio di risultare inadempienti: sarebbe una vera beffa, dopo il danno della mancata chiarezza.
Dalle segnalazioni che ci sono pervenute, emergono delle discrepanze tra il Settore Socio-Sanitario ed il Settore Finanziario del Comune, preposti alla gestione dell'emergenza alimentare. A detta degli esercenti che stanno interloquendo con questi uffici, sembra esserci una mancanza di univocità di linee-guida coerenti dall'avvio di questa attività di rilievo sociale: il cambio in corsa sta creando non pochi problemi agli esercenti, molti dei quali si sono recati presso il Settore Finanziario di Palazzo di Città, per presentare gli originali dei buoni spesa utilizzati e gli scontrini ma sono stati rimandati indietro, perché la procedura è cambiata; un "imprevisto" che sottrae tempo al lavoro delle attività commerciali, già in grossa difficoltà da tanti punti di vista per il momento di emergenza. Ed ecco la segnalazione che ci giunge: «E' chiaro che l'emergenza e la precarietà del momento non aiutano, ma perché non definire da subito una linea unica senza cambiare in corsa? Gli esercenti vogliono risposte chiare, non devono pagare il prezzo di queste indecisioni: parliamo di piccole imprese che hanno speso oltre 2000 euro in beni di prima necessità per aderire al sostegno per l'emergenza alimentare. Prima lo scontrino e poi la fattura: il Comune di Andria non può perdere tempo su questi aspetti ma pensare alle priorità e snellire le procedure burocratiche».
Diversi titolari di esercizi commerciali stanno già provvedendo alle contromisure, con l'intenzione di comunicare una rinuncia formale alla manifestazione di interesse per l'emergenza alimentare, per non correre il rischio di risultare inadempienti: sarebbe una vera beffa, dopo il danno della mancata chiarezza.