Scuola e Lavoro
Bat, educatrici “a partita iva”: nessuna esternalizzazione
Il Nidil Cgil Bat incontra il Presidente, smentite voci su una presunta privatizzazione del servizio
BAT - lunedì 14 novembre 2016
11.03
Non ci sarà nessuna esternalizzazione del servizio, nessun privato si occuperà di assistenza specialistica socio-educativa prendendo il posto delle educatrici della provincia di Barletta – Andria – Trani che da anni operano negli istituti superiori affianco agli studenti disabili. La smentita alle voci che si sono rincorse arriva direttamente dal presidente dell'ente, Nicola Giorgino, che in un incontro con Daniela Fortunato, la segretaria generale del Nidil Bat, il sindacato che rappresenta tutti i lavoratori atipici come le partite iva, ha fornito rassicurazioni.
Giorgino rispetto ai timori ed alle perplessità esposti al tavolo dalla sindacalista, accompagnata da una delle lavoratrici, ha escluso categoricamente la possibilità di privatizzazione del servizio spiegando che non è nelle sue intenzioni né presenti né future.
Nell'occasione il Nidil Bat ha avanzato anche alcune proposte sul futuro occupazionale delle educatrici che saranno valutate successivamente in maniera congiunta per una maggiore tutela sia dei lavoratori che dei ragazzi di cui si occupano quotidianamente. Il Presidente si è riservato qualsiasi decisione in merito in attesa di comprendere gli indirizzi politici e di spesa da parte del Governo centrale, anche a seguito del risultato del referendum del prossimo 4 dicembre.
"Al tavolo abbiamo sottolineato il fatto che la soppressione delle province o le difficoltà economiche in cui versa l'ente non possono e non devono mai ricadere sulle spalle dei lavoratori, soprattutto in casi come questi in cui parliamo di persone si occupano con professionalità e dedizione di giovani in difficoltà", spiega Daniela Fortunato.
"Come organizzazione sindacale tutta – aggiunge Giuseppe Deleonardis, segretario generale Cgil Bat – abbiamo apprezzato la disponibilità del Presidente ad aprire un dialogo subito con le parti sociali, come è accaduto nei giorni scorsi con il Nidil. Chiederemo, dopo il referendum, a Giorgino un altro incontro per discutere ed istituire un tavolo tecnico di trattativa con la nostra organizzazione sindacale sul lavoro, sullo sviluppo del territorio immaginando una vera e propria piattaforma e, soprattutto, sottoscrivendo un patto sulla legalità tra le parti sociali per garantire qualità, salvaguardia ed incremento dell'occupazione".
Giorgino rispetto ai timori ed alle perplessità esposti al tavolo dalla sindacalista, accompagnata da una delle lavoratrici, ha escluso categoricamente la possibilità di privatizzazione del servizio spiegando che non è nelle sue intenzioni né presenti né future.
Nell'occasione il Nidil Bat ha avanzato anche alcune proposte sul futuro occupazionale delle educatrici che saranno valutate successivamente in maniera congiunta per una maggiore tutela sia dei lavoratori che dei ragazzi di cui si occupano quotidianamente. Il Presidente si è riservato qualsiasi decisione in merito in attesa di comprendere gli indirizzi politici e di spesa da parte del Governo centrale, anche a seguito del risultato del referendum del prossimo 4 dicembre.
"Al tavolo abbiamo sottolineato il fatto che la soppressione delle province o le difficoltà economiche in cui versa l'ente non possono e non devono mai ricadere sulle spalle dei lavoratori, soprattutto in casi come questi in cui parliamo di persone si occupano con professionalità e dedizione di giovani in difficoltà", spiega Daniela Fortunato.
"Come organizzazione sindacale tutta – aggiunge Giuseppe Deleonardis, segretario generale Cgil Bat – abbiamo apprezzato la disponibilità del Presidente ad aprire un dialogo subito con le parti sociali, come è accaduto nei giorni scorsi con il Nidil. Chiederemo, dopo il referendum, a Giorgino un altro incontro per discutere ed istituire un tavolo tecnico di trattativa con la nostra organizzazione sindacale sul lavoro, sullo sviluppo del territorio immaginando una vera e propria piattaforma e, soprattutto, sottoscrivendo un patto sulla legalità tra le parti sociali per garantire qualità, salvaguardia ed incremento dell'occupazione".