Associazioni
Azzeramento della giunta, Montaruli (Unimpresa): "Giorgino si è reso conto che la città è ferma, da anni"
"Andria deve individuare le sue priorità e perseguirle fino in fondo"
Andria - domenica 17 giugno 2018
6.56 Comunicato Stampa
Anche le associazioni di categoria intervengono in merito all'azzeramento della giunta, deciso ieri mattina dal Primo Cittadino, Nicola Giorgino. Ecco l'intervento di Savino Montaruli di Unimpresa Bat.
"Una presa di coscienza più che un'azione politico-amministrativa quella del Sindaco di Andria, avv. Nicola Giorgino, che azzera la giunta politica dopo aver ripetutamente sollecitato cambi di marcia che non si sono verificati, in nessun comparto.
Una notizia non attesa ma prevedibile quella che sta facendo discutere gli ambienti politici e sociali andriesi in queste ore. Proprio dall'Associazione di Categoria più radicata ed operativa, anche nella città di Andria, giungono alcune riflessioni sulla situazione di stallo e sulla necessità di un repentino e necessario cambio di marcia e di guardia".
E Montaruli, prosegue: "ancora una pesante ma prevedibile tegola si abbatte sulla città federiciana con un'acclarata presa d'atto del fallimento politico ma anche di governo della città. In questa vicenda ne sono coinvolti tutti: classi politiche di maggioranza, di opposizione e staff dirigenziale sempre più precario e "ballerino". Riconosciamo a Nicola Giorgino il coraggio di aver preso atto della condizione di stallo della città e di apprestarsi ad assumere decisioni pesanti, pesantissime ma necessarie, anche a costo di rompere definitivamente il fragilissimo equilibrio politico in fortissima crisi d'identità, anche alla luce della crescente disaffezione dell'elettorato nei confronti della politica tradizionale distrutta dai Partiti che, nonostante continui ricorsi a cambi di machere, con evoluzioni pseudo-civiche, restano governati e condotti, in solitudine, dai soliti noti protagonisti del fallimento di un intero territorio. Andria deve recuperare anni di inerzia e di immobilismo; Andria deve individuare le sue priorità e perseguirle fino in fondo; Andria deve capire dove vuole andare e con chi voglia farlo. Una delle recenti vicende che ha determinato la concausa della decisione di Giorgino è sicuramente stata quella relativa ai Dehors, che il sottoscritto continua a seguire passo passo essendo memoria storica della sciatteria e del pressapochismo con i quali politici e dirigenti hanno sinora affrontato la questione, causando danni ed incertezze negli imprenditori e malcontento nei cittadini e fruitori del centro storico andriese.
L'ultima, recente riunione al comune di Andria sul tema ha manifestato palesemente la rottura tra il Corpo dirigenziale e quello politico/Amministrativo che spingeva per ulteriori soluzioni provvisorie evidentemente non risolutive e foriere di ulteriori incertezze e rischi per gli operatori che vedono svanire i propri investimenti, addirittura costretti a chiudere gli esercizi e trasferirsi in altre città. Credo – prosegue Montaruli – che ulteriori elementi siano stati alla base della decisone di Nicola Giorgino, in primis l'evidente mancato compimento delle azioni programmatiche: dall'assenza di politiche del turismo; lo sfacelo in materia di sviluppo economico in una città che ancora non riesce a dotarsi di minimi strumenti di Pianificazione Strategica e regolamentari previsti dalla legge; la mortificazione delle politiche di concertazione e di coinvolgimento del mondo associazionistico, almeno di quello non asservito, con l'esclusione dai tavoli di confronti addirittura di strutture ed organismi istituzionali quali ad esempio le Consulte. Tutto questo, unitamente al fallimento delle politiche della Salute e sulla drammatica questione Sicurezza ha rappresentato la palese dimostrazione di una classe politica autoreferenziale che non ha mai tollerato l'esercizio del democratico dissenso, sempre avvezza ad isolare coloro che, come noi, non hanno mai avuto timore di esprimere il "pensiero diverso". Questo ha portato allo stato delle cose che vede Andria ultima in tutto, avendo perso tutti quei primati che fino a vent'anni fa la rendevano capofila ed in primissimo piano nelle sedi istituzionali, politiche e nelle statistiche economiche, occupazionali e di coesione sociale.
L'assoluto fallimento delle politiche in materia di viabilità ma anche di ambiente sono sotto gli occhi di tutti e quei danni sono difficilmente recuperabili in quanto, nel silenzio assoluto dei compiacenti, si sono perpetrati nel tempo ed oggi hanno causato le emergenze in corso. Da un settore all'altro sarebbe facile paragonare i ritardi e le inefficienze ma tutto questo ad una persona comunque intelligente qual è il Sindaco Giorgino, non è sfuggito quindi evito di calcare la mano ed affondare la lama. Alla mia città, al suo tessuto sociale e produttivo auguro tempi migliori, nella certezza che ora più che mai il compito di Giorgino è quanto mai arduo, stretto tra le pressioni di quel che resta di partiti politici ormai fine a se stessi e la mancata consapevolezza del fallimento da parte di coloro che sono stati protagonisti, in negativo, di tutto quello che Andria oggi è diventata: una città disorientata, disillusa e profondamente in crisi di rapporti e di visione futura. Il compito più difficile per Nicola Giorgino? Scegliere nel mazzo di carte a disposizione, visto che quelle carte sono già tutte sbiadite e definitivamente consumate" – ha concluso Montaruli di Unibat.
"Una presa di coscienza più che un'azione politico-amministrativa quella del Sindaco di Andria, avv. Nicola Giorgino, che azzera la giunta politica dopo aver ripetutamente sollecitato cambi di marcia che non si sono verificati, in nessun comparto.
Una notizia non attesa ma prevedibile quella che sta facendo discutere gli ambienti politici e sociali andriesi in queste ore. Proprio dall'Associazione di Categoria più radicata ed operativa, anche nella città di Andria, giungono alcune riflessioni sulla situazione di stallo e sulla necessità di un repentino e necessario cambio di marcia e di guardia".
E Montaruli, prosegue: "ancora una pesante ma prevedibile tegola si abbatte sulla città federiciana con un'acclarata presa d'atto del fallimento politico ma anche di governo della città. In questa vicenda ne sono coinvolti tutti: classi politiche di maggioranza, di opposizione e staff dirigenziale sempre più precario e "ballerino". Riconosciamo a Nicola Giorgino il coraggio di aver preso atto della condizione di stallo della città e di apprestarsi ad assumere decisioni pesanti, pesantissime ma necessarie, anche a costo di rompere definitivamente il fragilissimo equilibrio politico in fortissima crisi d'identità, anche alla luce della crescente disaffezione dell'elettorato nei confronti della politica tradizionale distrutta dai Partiti che, nonostante continui ricorsi a cambi di machere, con evoluzioni pseudo-civiche, restano governati e condotti, in solitudine, dai soliti noti protagonisti del fallimento di un intero territorio. Andria deve recuperare anni di inerzia e di immobilismo; Andria deve individuare le sue priorità e perseguirle fino in fondo; Andria deve capire dove vuole andare e con chi voglia farlo. Una delle recenti vicende che ha determinato la concausa della decisione di Giorgino è sicuramente stata quella relativa ai Dehors, che il sottoscritto continua a seguire passo passo essendo memoria storica della sciatteria e del pressapochismo con i quali politici e dirigenti hanno sinora affrontato la questione, causando danni ed incertezze negli imprenditori e malcontento nei cittadini e fruitori del centro storico andriese.
L'ultima, recente riunione al comune di Andria sul tema ha manifestato palesemente la rottura tra il Corpo dirigenziale e quello politico/Amministrativo che spingeva per ulteriori soluzioni provvisorie evidentemente non risolutive e foriere di ulteriori incertezze e rischi per gli operatori che vedono svanire i propri investimenti, addirittura costretti a chiudere gli esercizi e trasferirsi in altre città. Credo – prosegue Montaruli – che ulteriori elementi siano stati alla base della decisone di Nicola Giorgino, in primis l'evidente mancato compimento delle azioni programmatiche: dall'assenza di politiche del turismo; lo sfacelo in materia di sviluppo economico in una città che ancora non riesce a dotarsi di minimi strumenti di Pianificazione Strategica e regolamentari previsti dalla legge; la mortificazione delle politiche di concertazione e di coinvolgimento del mondo associazionistico, almeno di quello non asservito, con l'esclusione dai tavoli di confronti addirittura di strutture ed organismi istituzionali quali ad esempio le Consulte. Tutto questo, unitamente al fallimento delle politiche della Salute e sulla drammatica questione Sicurezza ha rappresentato la palese dimostrazione di una classe politica autoreferenziale che non ha mai tollerato l'esercizio del democratico dissenso, sempre avvezza ad isolare coloro che, come noi, non hanno mai avuto timore di esprimere il "pensiero diverso". Questo ha portato allo stato delle cose che vede Andria ultima in tutto, avendo perso tutti quei primati che fino a vent'anni fa la rendevano capofila ed in primissimo piano nelle sedi istituzionali, politiche e nelle statistiche economiche, occupazionali e di coesione sociale.
L'assoluto fallimento delle politiche in materia di viabilità ma anche di ambiente sono sotto gli occhi di tutti e quei danni sono difficilmente recuperabili in quanto, nel silenzio assoluto dei compiacenti, si sono perpetrati nel tempo ed oggi hanno causato le emergenze in corso. Da un settore all'altro sarebbe facile paragonare i ritardi e le inefficienze ma tutto questo ad una persona comunque intelligente qual è il Sindaco Giorgino, non è sfuggito quindi evito di calcare la mano ed affondare la lama. Alla mia città, al suo tessuto sociale e produttivo auguro tempi migliori, nella certezza che ora più che mai il compito di Giorgino è quanto mai arduo, stretto tra le pressioni di quel che resta di partiti politici ormai fine a se stessi e la mancata consapevolezza del fallimento da parte di coloro che sono stati protagonisti, in negativo, di tutto quello che Andria oggi è diventata: una città disorientata, disillusa e profondamente in crisi di rapporti e di visione futura. Il compito più difficile per Nicola Giorgino? Scegliere nel mazzo di carte a disposizione, visto che quelle carte sono già tutte sbiadite e definitivamente consumate" – ha concluso Montaruli di Unibat.