Cronaca
Nella BAT il 2,8% in più di partite IVA in un anno. Segno rosso in Regione
Nella sesta provincia si passa da 3.342 a 3.437: in Puglia in media calo del 3,9%
BAT - giovedì 27 febbraio 2014
13.49
La BAT è la Provincia con il maggior tasso di crescita di accensione di Partite IVA nell'anno 2013 rispetto ai dati dell'anno precedente. A rilevarlo è il Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia che ha elaborato i dati del Dipartimento delle Finanze. Nello studio rientrano i liberi professionisti (come avvocati, medici, architetti), le ditte individuali, le società di persone, le società di capitali e le altre forme giuridiche. In particolare, nel 2013, nella Provincia di Barletta Andria Trani si è passati da 3.342 Partite IVA del 2012 alle 3.437 nel 2013. La variazione è di 95 posizioni fiscali in più, pari al 2,8 per cento.
In Puglia, per un totale di 34.846 nuove partite Iva aperte nel 2013 contro le 36.256 dell'anno precedente vi è una drastica diminuzione di 1.410 posizioni fiscali, pari ad un tasso negativo del 3,9. Unica altra provincia in saldo attivo, seppur di poco, è quella di Bari dove sono state accese 10.568 posizioni fiscali contro le 10.488 dell'anno precedente. Si registra, dunque, un incremento di 80 partite iva, pari allo 0,8 per cento. In calo, invece, l'andamento a Brindisi: meno 2,3 per cento (da 3.366 si scende a 3.290). A Foggia la flessione si ferma sotto il 4 per cento (da 5.960 a 5.726). Sprofondano, invece, Taranto e Lecce, rispettivamente dell'8,1 per cento e del 10,7. Più precisamente, Taranto passa da 4.839 a 4.447, mentre Lecce da 8.261 a 7.378.
«I dati elaborati dal nostro Centro studi – commenta Francesco Sgherza, Presidente di Confartigianato Imprese Puglia – dipingono un quadro dai tratti estremamente contrastanti. Pur in presenza di leggeri recuperi nelle province di Bari e Bat, l'emorragia delle partite Iva continua ad avere connotati inquietanti nelle restanti province, specie in quelle di Lecce e di Taranto. E' intuibile che le principali vittime di tale diminuzione siano non già le cosiddette "partite fittizie", per le quali la legge 92/2012 dimostrerà presto i suoi effetti di contrasto, ma i lavoratori autonomi, i professionisti e le imprese. Ancor più allarmante – aggiunge il Presidente – è che questa caduta verticale continui in maniera quasi inarrestabile, nonostante l'adozione, a livello nazionale, di regimi fiscali agevolati per particolari categorie o, a livello regionale, di interventi volti all'incentivazione dell'auto-imprenditorialità. E' evidente – conclude Sgherza – che occorre adottare con estrema urgenza contromisure più efficaci e capillari per arrestare la caduta e favorire la ripopolazione imprenditoriale dell'intero territorio di cui il numero di partite Iva costituisce il più precoce indice rivelatore».
In Puglia, per un totale di 34.846 nuove partite Iva aperte nel 2013 contro le 36.256 dell'anno precedente vi è una drastica diminuzione di 1.410 posizioni fiscali, pari ad un tasso negativo del 3,9. Unica altra provincia in saldo attivo, seppur di poco, è quella di Bari dove sono state accese 10.568 posizioni fiscali contro le 10.488 dell'anno precedente. Si registra, dunque, un incremento di 80 partite iva, pari allo 0,8 per cento. In calo, invece, l'andamento a Brindisi: meno 2,3 per cento (da 3.366 si scende a 3.290). A Foggia la flessione si ferma sotto il 4 per cento (da 5.960 a 5.726). Sprofondano, invece, Taranto e Lecce, rispettivamente dell'8,1 per cento e del 10,7. Più precisamente, Taranto passa da 4.839 a 4.447, mentre Lecce da 8.261 a 7.378.
«I dati elaborati dal nostro Centro studi – commenta Francesco Sgherza, Presidente di Confartigianato Imprese Puglia – dipingono un quadro dai tratti estremamente contrastanti. Pur in presenza di leggeri recuperi nelle province di Bari e Bat, l'emorragia delle partite Iva continua ad avere connotati inquietanti nelle restanti province, specie in quelle di Lecce e di Taranto. E' intuibile che le principali vittime di tale diminuzione siano non già le cosiddette "partite fittizie", per le quali la legge 92/2012 dimostrerà presto i suoi effetti di contrasto, ma i lavoratori autonomi, i professionisti e le imprese. Ancor più allarmante – aggiunge il Presidente – è che questa caduta verticale continui in maniera quasi inarrestabile, nonostante l'adozione, a livello nazionale, di regimi fiscali agevolati per particolari categorie o, a livello regionale, di interventi volti all'incentivazione dell'auto-imprenditorialità. E' evidente – conclude Sgherza – che occorre adottare con estrema urgenza contromisure più efficaci e capillari per arrestare la caduta e favorire la ripopolazione imprenditoriale dell'intero territorio di cui il numero di partite Iva costituisce il più precoce indice rivelatore».