Attualità
Atteggiamenti responsabili per fermare ogni possibile forma di contagio da covid 19
Sono 11 i casi ad Andria. Uno è ricoverato in ospedale i rimanenti presso le proprie abitazioni. Le indicazioni del prof. Lopalco
Andria - giovedì 21 maggio 2020
10.00
Purtroppo quello che si paventava sta accadendo: pericolosi assembramenti e assurdi atteggiamenti sociali (baci ed abbracci per intenderci), stanno compromettendo quella relativa sicurezza che eravamo riusciti a malapena a salvaguardare ad Andria, in questa drammatica vicenda legata alla pandemia da covid 19.
I due nuovi contagi nella Bat, guarda caso nelle due città più popolose, Andria e Barletta -anche se nessuna conferma ufficiale è ancora giunta-, gettano nello sconforto quanti stanno tenendo comportamenti responsabili, attuando tutte le doverose pratiche di tutela igienico sanitaria, dall'uso delle mascherine al distanziamento sociale alla sanificazione di ambienti di uso comune. Con quello di ieri, salgono complessivamente ad 11 i positivi al covid 19 ad Andria. Solo uno di questi è ricoverato in ospedale, mentre gli altri si trovano tutti presso i loro domicili.
Se non cesseranno al più presto questi comportamenti irresponsabili sarà conseguenziale ripiombare nella paura e nel rischio di contagio diffuso. Pubblici appelli e nuove disposizioni amministrative sono state prese nelle ultime ore. E' il caso, ancora una volta di rimarcare che spetta ad ognno di noi, nessuno escluso attenersi scrupolosamente a tali disposizioni, lo diciamo in special modo ai nostri giovani.
«La curva dei contagi, al momento, sembra sotto controllo ma la guerra è tutt'altro che vinta, specie considerando che nelle ultime ore, sul web si moltiplicano le immagini di folle di giovani che, senza indossare la mascherina, non rispettano la distanza». Queste le parole con cui il professor Pierluigi Lopalco, epidemiologo dell'Università di Pisa e coordinatore scientifico della task force pugliese per l'emergenza Coronavirus, ha commentato la situazione sul territorio regionale.
«In sanità è meglio sbagliare per eccesso di cautela. Servirà ancora tempo, almeno due settimane, per vedere gli effetti di questi preoccupanti atteggiamenti» ha aggiunto. «Per molti, specie tra i più giovani, la fase della ripartenza è stata interpretata come un "liberi tutti", con tanto di assembramenti e capannelli che alzano l'asticella del rischio. Vietato cantare vittoria e abbassare la guardia perché un errore in questa fase potrebbe vanificare tutti gli sforzi, economici e sanitari, fatti fin qui» ha sottolineato.
«Non abbiamo evidenze che possano confermare un possibile indebolimento del virus. L'ipotesi più plausibile è che al momento i sistemi di sorveglianza siano più efficienti e quindi i casi giungono all'osservazione più precocemente, essendo per o più lievi o addirittura asintomatici. Non si esclude un "indebolimento" del virus che si possa sviluppare nel corso dell'epidemia man mano che si selezionano ceppi meno virulenti» ha spiegato l'epidemiologo.
Quanto alla Fase 2, per Lopalco «è importante che sul territorio sia pronto un sistema di sorveglianza che intercetti precocemente i nuovi casi e la partenza di nuovi focolai. Altrettanto importante è che il sistema ospedaliero sia pronto ad accogliere una eventuale seconda ondata con posti letto e terapie intensive dedicate. Se i focolai che via via si svilupperanno saranno tenuti sotto controllo, allora potrebbe non verificarsi alcuna seconda ondata. Senza controllo l'evenienza di una seconda ondata è quasi certa» ha rilevato.
«Questo virus è profondamente diverso da quello della Sars per quanto riguarda le modalità di trasmissione: è contagioso nella fase pre-sintomatica, esistono portatori del virus completamente asintomatici e lo stato di portatore dura spesso a lungo. Molto difficile che sparisca. La probabilità maggiore è che, come hanno fatto altri Coronavirus umani nel passato, che diventi un comune virus stagionale che a ogni inverno compre in forma certamente meno impegnativa per il sistema sanitario. Il vaccino, ovviamente, cambierebbe da subito lo scenario» ha concluso Lopalco.
I due nuovi contagi nella Bat, guarda caso nelle due città più popolose, Andria e Barletta -anche se nessuna conferma ufficiale è ancora giunta-, gettano nello sconforto quanti stanno tenendo comportamenti responsabili, attuando tutte le doverose pratiche di tutela igienico sanitaria, dall'uso delle mascherine al distanziamento sociale alla sanificazione di ambienti di uso comune. Con quello di ieri, salgono complessivamente ad 11 i positivi al covid 19 ad Andria. Solo uno di questi è ricoverato in ospedale, mentre gli altri si trovano tutti presso i loro domicili.
Se non cesseranno al più presto questi comportamenti irresponsabili sarà conseguenziale ripiombare nella paura e nel rischio di contagio diffuso. Pubblici appelli e nuove disposizioni amministrative sono state prese nelle ultime ore. E' il caso, ancora una volta di rimarcare che spetta ad ognno di noi, nessuno escluso attenersi scrupolosamente a tali disposizioni, lo diciamo in special modo ai nostri giovani.
«La curva dei contagi, al momento, sembra sotto controllo ma la guerra è tutt'altro che vinta, specie considerando che nelle ultime ore, sul web si moltiplicano le immagini di folle di giovani che, senza indossare la mascherina, non rispettano la distanza». Queste le parole con cui il professor Pierluigi Lopalco, epidemiologo dell'Università di Pisa e coordinatore scientifico della task force pugliese per l'emergenza Coronavirus, ha commentato la situazione sul territorio regionale.
«In sanità è meglio sbagliare per eccesso di cautela. Servirà ancora tempo, almeno due settimane, per vedere gli effetti di questi preoccupanti atteggiamenti» ha aggiunto. «Per molti, specie tra i più giovani, la fase della ripartenza è stata interpretata come un "liberi tutti", con tanto di assembramenti e capannelli che alzano l'asticella del rischio. Vietato cantare vittoria e abbassare la guardia perché un errore in questa fase potrebbe vanificare tutti gli sforzi, economici e sanitari, fatti fin qui» ha sottolineato.
«Non abbiamo evidenze che possano confermare un possibile indebolimento del virus. L'ipotesi più plausibile è che al momento i sistemi di sorveglianza siano più efficienti e quindi i casi giungono all'osservazione più precocemente, essendo per o più lievi o addirittura asintomatici. Non si esclude un "indebolimento" del virus che si possa sviluppare nel corso dell'epidemia man mano che si selezionano ceppi meno virulenti» ha spiegato l'epidemiologo.
Quanto alla Fase 2, per Lopalco «è importante che sul territorio sia pronto un sistema di sorveglianza che intercetti precocemente i nuovi casi e la partenza di nuovi focolai. Altrettanto importante è che il sistema ospedaliero sia pronto ad accogliere una eventuale seconda ondata con posti letto e terapie intensive dedicate. Se i focolai che via via si svilupperanno saranno tenuti sotto controllo, allora potrebbe non verificarsi alcuna seconda ondata. Senza controllo l'evenienza di una seconda ondata è quasi certa» ha rilevato.
«Questo virus è profondamente diverso da quello della Sars per quanto riguarda le modalità di trasmissione: è contagioso nella fase pre-sintomatica, esistono portatori del virus completamente asintomatici e lo stato di portatore dura spesso a lungo. Molto difficile che sparisca. La probabilità maggiore è che, come hanno fatto altri Coronavirus umani nel passato, che diventi un comune virus stagionale che a ogni inverno compre in forma certamente meno impegnativa per il sistema sanitario. Il vaccino, ovviamente, cambierebbe da subito lo scenario» ha concluso Lopalco.