Cronaca
Arsenale scoperto in villa ad Andria, il proprietario: «Locale in uso a De Benedictis»
Lo riferisce l'avvocato Malcangi, difensore dell'imprenditore agricolo arrestato dalla Squadra Mobile di Bari
Andria - lunedì 3 maggio 2021
14.06
Secondo il proprietario della villa di Andria dove la Squadra Mobile di Bari giovedì scorso ha trovato un arsenale, la dependance sotto la quale erano nascoste le armi «era nella disponibilità» dell'ex giudice molfettese Giuseppe De Benedictis, arrestato e rinchiuso nel carcere di Lecce per presunti episodi di corruzione.
Lo riferisce l'avvocato Mario Malcangi, legale difensore dell'imprenditore agricolo proprietario della villa, il 56enne Antonio Tannoia, arrestato in flagranza dopo il ritrovamento dell'arsenale. La perquisizione era stata disposta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, la stessa che indaga su De Benedictis per presunti episodi di corruzione in atti giudiziari in concorso con l'avvocato Giancarlo Chiariello, in carcere per la stessa inchiesta su scarcerazioni in cambio di denaro.
L'imprenditore è in carcere con le accuse di detenzione illegale di armi, comuni e da guerra, e di ricettazione. In sede di udienza di convalida dell'arresto dinanzi al gip del Tribunale di Trani, l'imprenditore si è avvalso della facoltà di non rispondere, anticipando la disponibilità a parlare con la Procura di Lecce, ma durante la perquisizione aveva fatto dichiarazioni spontanee dicendo che le armi non erano sue e che il locale dov'erano custodite era nella disponibilità dell'ex giudice.
De Benedictis, durante l'interrogatorio di garanzia, ha confessato ed è stato poi sottoposto ad un altro interrogatorio investigativo. I difensori, gli avvocati Saverio Ingraffia e Gianfranco Schirone, hanno chiesto sostituzione della misura cautelare in carcere con gli arresti domiciliari e oggi è attesa la decisione del gip.
Lo riferisce l'avvocato Mario Malcangi, legale difensore dell'imprenditore agricolo proprietario della villa, il 56enne Antonio Tannoia, arrestato in flagranza dopo il ritrovamento dell'arsenale. La perquisizione era stata disposta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, la stessa che indaga su De Benedictis per presunti episodi di corruzione in atti giudiziari in concorso con l'avvocato Giancarlo Chiariello, in carcere per la stessa inchiesta su scarcerazioni in cambio di denaro.
L'imprenditore è in carcere con le accuse di detenzione illegale di armi, comuni e da guerra, e di ricettazione. In sede di udienza di convalida dell'arresto dinanzi al gip del Tribunale di Trani, l'imprenditore si è avvalso della facoltà di non rispondere, anticipando la disponibilità a parlare con la Procura di Lecce, ma durante la perquisizione aveva fatto dichiarazioni spontanee dicendo che le armi non erano sue e che il locale dov'erano custodite era nella disponibilità dell'ex giudice.
De Benedictis, durante l'interrogatorio di garanzia, ha confessato ed è stato poi sottoposto ad un altro interrogatorio investigativo. I difensori, gli avvocati Saverio Ingraffia e Gianfranco Schirone, hanno chiesto sostituzione della misura cautelare in carcere con gli arresti domiciliari e oggi è attesa la decisione del gip.