
Attualità
Arrivano anche nella Bat, Franco e Andrea Antonello con il loro messaggio di solidarietà
Uno straordinario impegno che si concretizza nel 2005 con la Fondazione “I bambini delle Fate”, a sostegno dell'inclusione sociale
BAT - martedì 17 aprile 2018
11.49
Ed è proprio ad aprile, mese dedicato alla consapevolezza dell'autismo, che Franco e Andrea Antonello giungono, nei loro interminabili viaggi per il mondo, anche nelle vie della Bat.
Andrea ragazzo autistico e Franco papà coraggio, dopo Bari, sono giunti anche a Bisceglie e Barletta. Franco, da anni si dedica a suo figlio e all'inclusione sociale di tanti bambini e ragazzi autistici; uno straordinario impegno che si concretizza nel 2005 con la Fondazione, "I bambini delle Fate", che attualmente conta più di quaranta progetti sostenuti da seicento imprenditori e duecento privati, per assicurare sostegno economico a percorsi di inclusione sociale. Un progetto dedicato al Terzo settore, ma con un approccio imprenditoriale, si pone come obiettivo quello di abbattere le barriere culturali, che molto spesso emarginano chi è affetto da autismo.
Tra le varie iniziative, promossa dai "Bambini delle Fate" emerge la Banca del Tempo Sociale che offre ai ragazzi con autismo e disabilità, occasioni di inclusioni e agli studenti di scuola superiore, 16-20 anni, la possibilità di avvicinarsi al mondo del sociale in una struttura organizzata.
Tutte le attività sono gestite da un responsabile di un'organizzazione non profit del territorio che coordina il progetto "Amico per volare". Il programma sarà replicato in tutte le province d'Italia e proseguirà grazie ad un costante sostegno da parte di vari imprenditori del territorio nazionale.
Spiega Franco:" Vogliamo diffondere una "visione altra" dell'autismo e di ogni forma di diversità: senza negare o minimizzare il peso delle sfide e fatiche quotidiane, per noi è fondamentale raccontare "con viso sorridente" il potenziale dei ragazzi e la grande forza delle famiglie. Coinvolgiamo attivamente gli imprenditori e i cittadini di ogni provincia italiana affinché adottino a vicinanza un progetto di inclusione…e non solo un bambino disabile".
Sensibilizzare facendo impresa, questo è il fine che il papà eroe intende perseguire e lo fa anche diffondendo un messaggio di solidarietà attraverso i viaggi, che rappresentano una costante nella loro vita, un'esperienza dalla quale sono nati quattro libri e tanti ricordi indimenticabili:" Ogni singolo giorno passato in viaggio è stato bellissimo, anzi girando il mondo, mio figlio, ha conosciuto l'amicizia, l'amore e realtà, nelle quali la disabilità è considerato solo un modo diverso di approcciarsi. Così ha costruito la sua autostima e ha capito che l'autismo non significa restare chiusi in una stanza e assumere farmaci. In Italia il più grande ostacolo è di tipo culturale. Ai ragazzi come mio figlio ciò che manca di più è l'amicizia. Andrea non ha amici perché nessuno vuole uscire o andare al cinema con lui. E questo è un problema culturale. Io stesso non conoscevo la disabilità finché non è entrata nella mia vita. Solo allora ho capito che le cose che per me erano importanti, che consideravo problemi enormi, in realtà non erano nulla».
Da questa consapevolezza nasce, appunto, quel progetto di inclusione sociale per offrire ai tanti bambini disabili lo stesso sorriso del suo adorato figlio Andrea.
Andrea ragazzo autistico e Franco papà coraggio, dopo Bari, sono giunti anche a Bisceglie e Barletta. Franco, da anni si dedica a suo figlio e all'inclusione sociale di tanti bambini e ragazzi autistici; uno straordinario impegno che si concretizza nel 2005 con la Fondazione, "I bambini delle Fate", che attualmente conta più di quaranta progetti sostenuti da seicento imprenditori e duecento privati, per assicurare sostegno economico a percorsi di inclusione sociale. Un progetto dedicato al Terzo settore, ma con un approccio imprenditoriale, si pone come obiettivo quello di abbattere le barriere culturali, che molto spesso emarginano chi è affetto da autismo.
Tra le varie iniziative, promossa dai "Bambini delle Fate" emerge la Banca del Tempo Sociale che offre ai ragazzi con autismo e disabilità, occasioni di inclusioni e agli studenti di scuola superiore, 16-20 anni, la possibilità di avvicinarsi al mondo del sociale in una struttura organizzata.
Tutte le attività sono gestite da un responsabile di un'organizzazione non profit del territorio che coordina il progetto "Amico per volare". Il programma sarà replicato in tutte le province d'Italia e proseguirà grazie ad un costante sostegno da parte di vari imprenditori del territorio nazionale.
Spiega Franco:" Vogliamo diffondere una "visione altra" dell'autismo e di ogni forma di diversità: senza negare o minimizzare il peso delle sfide e fatiche quotidiane, per noi è fondamentale raccontare "con viso sorridente" il potenziale dei ragazzi e la grande forza delle famiglie. Coinvolgiamo attivamente gli imprenditori e i cittadini di ogni provincia italiana affinché adottino a vicinanza un progetto di inclusione…e non solo un bambino disabile".
Sensibilizzare facendo impresa, questo è il fine che il papà eroe intende perseguire e lo fa anche diffondendo un messaggio di solidarietà attraverso i viaggi, che rappresentano una costante nella loro vita, un'esperienza dalla quale sono nati quattro libri e tanti ricordi indimenticabili:" Ogni singolo giorno passato in viaggio è stato bellissimo, anzi girando il mondo, mio figlio, ha conosciuto l'amicizia, l'amore e realtà, nelle quali la disabilità è considerato solo un modo diverso di approcciarsi. Così ha costruito la sua autostima e ha capito che l'autismo non significa restare chiusi in una stanza e assumere farmaci. In Italia il più grande ostacolo è di tipo culturale. Ai ragazzi come mio figlio ciò che manca di più è l'amicizia. Andrea non ha amici perché nessuno vuole uscire o andare al cinema con lui. E questo è un problema culturale. Io stesso non conoscevo la disabilità finché non è entrata nella mia vita. Solo allora ho capito che le cose che per me erano importanti, che consideravo problemi enormi, in realtà non erano nulla».
Da questa consapevolezza nasce, appunto, quel progetto di inclusione sociale per offrire ai tanti bambini disabili lo stesso sorriso del suo adorato figlio Andrea.