Territorio
Arriva sentenza di condanna dall'U.E per l'Italia per le sue lentezze nella lotta alla xylella
Le dichiarazioni di Emiliano e Nardone. Indignazione da parte del mondo associazionistico agricolo
Puglia - venerdì 6 settembre 2019
E' una sentenza di condanna quella che arriva dall'U.E per l'Italia per le sue lentezze nella lotta alla xylella.
Sul punto ecco le dichiarazioni del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano:
"Facciamo chiarezza sulla sentenza europea che condanna l'Italia per le sue lentezze nella lotta alla xylella.
Prima e fondamentale questione: la condanna riguarda tutto il periodo in cui la lotta alla xylella era sotto la esclusiva responsabilità del Governo italiano e dei suoi commissari.
Seconda questione: la sentenza non riguarda la Regione Puglia che anzi, da quando ha cominciato ad occuparsi della Xylella, gennaio 2016, ha finalmente realizzato un'organizzazione relativa ai monitoraggi e agli abbattimenti che ha soddisfatto i Commissari Europei che dal 2017 non hanno più mosso critiche formali al nostro sistema che anzi è stato indicato come un sistema di riferimento anche per gli altri Paesi europei.
La decisione della Corte di Giustizia UE sul ricorso della Commissione Ue contro ritardi e mancanze nelle ispezioni e dell'abbattimento delle piante infette da Xylella da parte delle autorità nazionali, prende a riferimento l'anno 2014 e tutto il periodo del commissariamento governativo affidato al generale Silletti.
Secondo la sentenza e venendo al merito delle contestazioni, quelle riguardanti i ritardi degli abbattimenti degli alberi infetti da Xylella sono da ricercarsi nelle mancanze della legislazione nazionale e nei sequestri preventivi operati dalla Procura della Repubblica di Lecce che hanno impedito le estirpazioni.
Da quando le norme nazionali sono state modificate su richiesta della Regione Puglia, sono stati effettuati oltre 5.000 abbattimenti.
Sopravvive solo una contestazione relativa al periodo di effettuazione del monitoraggio che secondo la UE doveva essere diverso da quello considerato corretto dalla Regione Puglia: ma di recente anche questa questione ha perso rilevanza visto che la tempistica del monitoraggio è stata finalmente fissata dalla UE al 30 novembre di ogni anno.
In precedenza tale termine non era precisato e la contestazione sui ritardi dei monitoraggi non aveva un termine preciso di riferimento.
Resta il fatto che solo il primo monitoraggio avviato dalla Regione Puglia nel 2016 ha drasticamente migliorato la situazione e risolto le contestazioni di omesso monitoraggio.
Il direttore del Dipartimento Agricoltura, Gianluca Nardone della Regione Puglia ha partecipato all'inizio di questo mese alla riunione della Commissione UE DG SANTE nel corso della quale si è preso atto che la Xylella è un'infestazione insediata sul territorio europeo e che quindi dovranno essere cambiate le politiche di approccio alla lotta all'infestazione, ad esempio con la riduzione del raggio di abbattimento dalle piante infette e con una maggiore collaborazione tra gli Stati coinvolti.
Siamo quindi fiduciosi che l'Unione Europea terrà presenti gli sforzi che la Puglia sta sostenendo in perfetta solitudine per lottare contro la Xylella e per risarcire chi è stato colpito".
Ed il direttore del dipartimento Agricoltura Gianluca Nardone aggiunge:
"Dal gennaio 2016 la Regione Puglia ha condotto 3 monitoraggi sulla fascia di 30 chilometri che rappresenta la "trincea" a difesa dell'avanzata del batterio. Il quarto è appena iniziato.
Questi i numeri dei 3 monitoraggi:
- oltre 490.000 celle ispezionate; 520.000 analisi di laboratorio;
- 5.731 piante trovate infette di cui 5.130 abbattute. Ne restano da abbattere, quindi, circa 600 che, secondo il piano di intervento, saranno tagliate entro i prossimi 30 giorni.
Ogni monitoraggio prevede la suddivisione del territorio in quadrati con lato di 100 metri nelle quali procedere ad ispezione visiva e raccolta delle piante da inviare ai laboratori.
È opportuno ricordare che la stagione commissariale si chiudeva con l'avvio della procedura di infrazione con cui la commissione UE denunciava l'Italia per non aver condotto adeguato monitoraggio oltre che per tardivi abbattimenti.
Nella procedura d'infrazione avviata il 10/12/2015 la Commissione Europea imputa all'Italia/commissario la "mancata predisposizione di un programma sistematico di monitoraggio" evidenziando che solo l'1% dei quadrati/celle era stato monitorato.
Il cambio di passo avviene proprio grazie alla Regione Puglia a partire dal gennaio 2016, che ha realizzato e ripetuto 3 volte un monitoraggio colossale del tutto rispettoso delle regole europee".
COPAGRI Puglia, Battista: "Su xylella condanna annunciata; avevamo più volte sollecitato la Regione affinché intervenisse"
"L'odierna sentenza con la quale la Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha stabilito che l'Italia è venuta meno all'obbligo ad essa incombente di attuare misure per impedire la diffusione del batterio Xylella Fastidiosa, in particolare per non aver proceduto immediatamente alla rimozione, nella zona di contenimento, di tutte le piante infette nella fascia di 20 km della zona infetta e per non aver garantito, nella zona di contenimento, il monitoraggio della presenza del batterio, è una condanna annunciata". Lo afferma il presidente della Copagri Puglia Tommaso Battista, che va a confermare dei timori più volte espressi alla Regione e all'Assessorato regionale all'agricoltura.
"Da molto tempo avevamo più volte sollecitato l'Assessorato all'agricoltura della Regione Puglia affinché assumesse decisioni che andassero nella direzione della rimozione immediata delle piante e affinché venisse effettuato il monitoraggio del vettore su tutto il territorio regionale, superando e semplificando tutti i vincoli burocratici", ricorda Battista, chiedendo al presidente della Regione Michele Emiliano, anche in veste di assessore ad interim alle Risorse Agroalimentari, di "fare ora chiarezza di fronte a una sentenza che ha accertato l'inadeguatezza della macchina organizzativa regionale per contrastare la Xylella".
"La Corte, infatti, ha evidenziato chiaramente che 'non può essere l'ordinamento interno l'impedimento all'applicazione al contrasto alla diffusione della Xylella'; le direttive comunitarie vanno applicate, in quanto l'agricoltura e l'olivicoltura non possono più accettare lo scarico di responsabilità tra istituzioni, Arif e Osservatorio Fitosanitario, che sono i soggetti coinvolti per la lotta al batterio", aggiunge il presidente della Copagri Puglia.
"Le dimissioni del commissario dell'Arif Oronzo Milillo, e soprattutto le motivazioni che lo hanno indotto a dimettersi, preoccupano non poco il mondo agricolo e soprattutto gli olivicoltori pugliesi, che non possono attendere ancora. Gli agricoltori sono abituati alla concretezza; le promesse e le buone intenzioni appartengono ad altri", conclude Battista.
Xylella, Coldiretti Puglia: "Scaricabarile sono costati 1,2 mld e 21 milioni di ulivi infetti"
Gli errori, le incertezze e gli scaricabarile che hanno favorito l'avanzare del contagio hanno provocato 21 milioni di ulivi infetti e danni per 1,2 miliardi di euro con effetti disastrosi sul piano ambientale, economico ed occupazionale. E' quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla condanna della Corte di Giustizia Ue, che ha accolto il ricorso della Commissione Ue contro ritardi e mancanze nelle ispezioni e nell'abbattimento delle piante infette da parte delle autorità nazionali.
"Continua a mancare una strategia condivisa e univoca tra enti regionali, nazionali e comunitari per fermare la malattia e ridare speranza di futuro ai territori che hanno perso l'intero patrimonio olivicolo e paesaggistico", denuncia il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia. "Per la lotta alla malattia il Consiglio regionale ha assunto un orientamento chiaro il 31 maggio 2018, approvando un ordine del giorno all'unanimità che prevede la discussione sul tema Xylella attorno al tavolo istituzionale, di cui Coldiretti Puglia torna a chiedere con forza la convocazione urgente perché il dramma della Xyella in Puglia continua ad essere affrontato e gestito a pezzi, senza una strategia condivisa anche dai differenti enti preposti della Regione Puglia", conclude Muraglia.
Sotto accusa però ci sono anche le responsabilità comunitarie a partire – sottolinea la Coldiretti – dal sistema di controllo dell'Unione Europea con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto poiché il batterio che sta distruggendo gli ulivi pugliesi è stato introdotto nel Salento dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam. Dall'autunno 2013, data in cui è stata accertata su un appezzamento di olivo a Gallipoli, la malattia – continua Coldiretti – si è estesa senza che venisse applicata una strategia efficace per fermare il contagio che, dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi, ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto.
La stessa Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) – precisa la Coldiretti - ha lanciato l'allarme sulla diffusione della Xylella che minaccia la maggior parte del territorio Ue dove tra l'altro sono stati individuati altri casi di malattia, dalla Francia alla Spagna, dalla Germania al Portogallo con il contagio che avanza inarrestabile verso nord.
A causa della Xylella fastidiosa sono andate perse quasi 3 olive su 4 in provincia di Lecce con il crollo del 73% della produzione di olio di oliva nell' ultimo anno, secondo un'analisi elaborata da Coldiretti Puglia sulla base dei dati del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN) che non sarà certamente recuperata nell'annata 2019 – 2020. L'avanzata della malattia ha lasciato milioni di ulivi secchi dietro di sé, molti dei quali monumentali, mano mano che la Xylella avanzava sul territorio spostandosi verso nord a una velocità di più 2 chilometri al mese con conseguenze economiche, produttive e sociali: 5mila posti di lavoro persi nella filiera dell'olio extravergine di oliva con i frantoi svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia. Un trend che rischia di diventare irreversibile se – continua la Coldiretti – non si interviene con strumenti adeguati per rilanciare la più grande fabbrica green italiana con la Puglia che ha garantito fino ad ora oltre la metà dell'olio Made in Italy.
Per effetto dei cambiamenti climatici e della globalizzazione – conclude Coldiretti - si moltiplica l'arrivo di materiale vegetale infetto e parassiti vari che provato stragi nelle coltivazioni e per questo serve un cambio di passo nelle misure di prevenzione e di intervento sia a livello comunitario che nazionale anche con l'avvio di una apposita task force.
Sicolo (Italia Olivicola): "Su xylella certificato il fallimento di questi anni, adesso servono solo azioni concrete".
"La sentenza della Corte di Giustizia UE certifica per l'ennesima volta il fallimento, per non dire la totale assenza, delle politiche attuate in questi anni contro l'emergenza xylella.
Un intero territorio e migliaia di agricoltori sono stati lasciati soli in balia di un batterio terribile e di santoni e sciamani che hanno prevalso sulla scienza vera e sulle leggi.
Negli ultimi mesi, anche grazie al lavoro congiunto col Mipaaft e all'approvazione del decreto emergenze e del decreto xylella, abbiamo cambiato passo, e siamo fiduciosi per il futuro anche perché, tra le sue priorità, il Ministro Teresa Bellanova ha evidenziato proprio il contrasto alla xylella e la ricostruzione del Salento e della zona infetta.
In questo contesto, anche l'Unione Europea dovrà fare la propria parte stanziando fondi per il ripristino del potenziale produttivo di un territorio raso al suolo da questo batterio.
Già a marzo i commissari Ue alla salute e all'agricoltura, Andriukaitis e Hogan, in una missiva rivolta al sottoscritto, si erano detti pronti a collaborare e a stanziare risorse a condizione che l'Italia attui finalmente una battaglia seria contro questa peste.
Il tempo delle incertezze è finito, servono adesso azioni, anche dolorose ma purtroppo necessarie, per far ripartire l'intera economia olivicola e per evitare che il contagio possa proseguire".
Così il Presidente di Italia Olivicola, la più importante organizzazione dell'olivicoltura italiana, Gennaro Sicolo, commenta la sentenza di questa mattina della Corte di Giustizia Ue che ha condannato l'Italia per i mancati interventi contro la xylella".
Sul punto ecco le dichiarazioni del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano:
"Facciamo chiarezza sulla sentenza europea che condanna l'Italia per le sue lentezze nella lotta alla xylella.
Prima e fondamentale questione: la condanna riguarda tutto il periodo in cui la lotta alla xylella era sotto la esclusiva responsabilità del Governo italiano e dei suoi commissari.
Seconda questione: la sentenza non riguarda la Regione Puglia che anzi, da quando ha cominciato ad occuparsi della Xylella, gennaio 2016, ha finalmente realizzato un'organizzazione relativa ai monitoraggi e agli abbattimenti che ha soddisfatto i Commissari Europei che dal 2017 non hanno più mosso critiche formali al nostro sistema che anzi è stato indicato come un sistema di riferimento anche per gli altri Paesi europei.
La decisione della Corte di Giustizia UE sul ricorso della Commissione Ue contro ritardi e mancanze nelle ispezioni e dell'abbattimento delle piante infette da Xylella da parte delle autorità nazionali, prende a riferimento l'anno 2014 e tutto il periodo del commissariamento governativo affidato al generale Silletti.
Secondo la sentenza e venendo al merito delle contestazioni, quelle riguardanti i ritardi degli abbattimenti degli alberi infetti da Xylella sono da ricercarsi nelle mancanze della legislazione nazionale e nei sequestri preventivi operati dalla Procura della Repubblica di Lecce che hanno impedito le estirpazioni.
Da quando le norme nazionali sono state modificate su richiesta della Regione Puglia, sono stati effettuati oltre 5.000 abbattimenti.
Sopravvive solo una contestazione relativa al periodo di effettuazione del monitoraggio che secondo la UE doveva essere diverso da quello considerato corretto dalla Regione Puglia: ma di recente anche questa questione ha perso rilevanza visto che la tempistica del monitoraggio è stata finalmente fissata dalla UE al 30 novembre di ogni anno.
In precedenza tale termine non era precisato e la contestazione sui ritardi dei monitoraggi non aveva un termine preciso di riferimento.
Resta il fatto che solo il primo monitoraggio avviato dalla Regione Puglia nel 2016 ha drasticamente migliorato la situazione e risolto le contestazioni di omesso monitoraggio.
Il direttore del Dipartimento Agricoltura, Gianluca Nardone della Regione Puglia ha partecipato all'inizio di questo mese alla riunione della Commissione UE DG SANTE nel corso della quale si è preso atto che la Xylella è un'infestazione insediata sul territorio europeo e che quindi dovranno essere cambiate le politiche di approccio alla lotta all'infestazione, ad esempio con la riduzione del raggio di abbattimento dalle piante infette e con una maggiore collaborazione tra gli Stati coinvolti.
Siamo quindi fiduciosi che l'Unione Europea terrà presenti gli sforzi che la Puglia sta sostenendo in perfetta solitudine per lottare contro la Xylella e per risarcire chi è stato colpito".
Ed il direttore del dipartimento Agricoltura Gianluca Nardone aggiunge:
"Dal gennaio 2016 la Regione Puglia ha condotto 3 monitoraggi sulla fascia di 30 chilometri che rappresenta la "trincea" a difesa dell'avanzata del batterio. Il quarto è appena iniziato.
Questi i numeri dei 3 monitoraggi:
- oltre 490.000 celle ispezionate; 520.000 analisi di laboratorio;
- 5.731 piante trovate infette di cui 5.130 abbattute. Ne restano da abbattere, quindi, circa 600 che, secondo il piano di intervento, saranno tagliate entro i prossimi 30 giorni.
Ogni monitoraggio prevede la suddivisione del territorio in quadrati con lato di 100 metri nelle quali procedere ad ispezione visiva e raccolta delle piante da inviare ai laboratori.
È opportuno ricordare che la stagione commissariale si chiudeva con l'avvio della procedura di infrazione con cui la commissione UE denunciava l'Italia per non aver condotto adeguato monitoraggio oltre che per tardivi abbattimenti.
Nella procedura d'infrazione avviata il 10/12/2015 la Commissione Europea imputa all'Italia/commissario la "mancata predisposizione di un programma sistematico di monitoraggio" evidenziando che solo l'1% dei quadrati/celle era stato monitorato.
Il cambio di passo avviene proprio grazie alla Regione Puglia a partire dal gennaio 2016, che ha realizzato e ripetuto 3 volte un monitoraggio colossale del tutto rispettoso delle regole europee".
COPAGRI Puglia, Battista: "Su xylella condanna annunciata; avevamo più volte sollecitato la Regione affinché intervenisse"
"L'odierna sentenza con la quale la Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha stabilito che l'Italia è venuta meno all'obbligo ad essa incombente di attuare misure per impedire la diffusione del batterio Xylella Fastidiosa, in particolare per non aver proceduto immediatamente alla rimozione, nella zona di contenimento, di tutte le piante infette nella fascia di 20 km della zona infetta e per non aver garantito, nella zona di contenimento, il monitoraggio della presenza del batterio, è una condanna annunciata". Lo afferma il presidente della Copagri Puglia Tommaso Battista, che va a confermare dei timori più volte espressi alla Regione e all'Assessorato regionale all'agricoltura.
"Da molto tempo avevamo più volte sollecitato l'Assessorato all'agricoltura della Regione Puglia affinché assumesse decisioni che andassero nella direzione della rimozione immediata delle piante e affinché venisse effettuato il monitoraggio del vettore su tutto il territorio regionale, superando e semplificando tutti i vincoli burocratici", ricorda Battista, chiedendo al presidente della Regione Michele Emiliano, anche in veste di assessore ad interim alle Risorse Agroalimentari, di "fare ora chiarezza di fronte a una sentenza che ha accertato l'inadeguatezza della macchina organizzativa regionale per contrastare la Xylella".
"La Corte, infatti, ha evidenziato chiaramente che 'non può essere l'ordinamento interno l'impedimento all'applicazione al contrasto alla diffusione della Xylella'; le direttive comunitarie vanno applicate, in quanto l'agricoltura e l'olivicoltura non possono più accettare lo scarico di responsabilità tra istituzioni, Arif e Osservatorio Fitosanitario, che sono i soggetti coinvolti per la lotta al batterio", aggiunge il presidente della Copagri Puglia.
"Le dimissioni del commissario dell'Arif Oronzo Milillo, e soprattutto le motivazioni che lo hanno indotto a dimettersi, preoccupano non poco il mondo agricolo e soprattutto gli olivicoltori pugliesi, che non possono attendere ancora. Gli agricoltori sono abituati alla concretezza; le promesse e le buone intenzioni appartengono ad altri", conclude Battista.
Xylella, Coldiretti Puglia: "Scaricabarile sono costati 1,2 mld e 21 milioni di ulivi infetti"
Gli errori, le incertezze e gli scaricabarile che hanno favorito l'avanzare del contagio hanno provocato 21 milioni di ulivi infetti e danni per 1,2 miliardi di euro con effetti disastrosi sul piano ambientale, economico ed occupazionale. E' quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla condanna della Corte di Giustizia Ue, che ha accolto il ricorso della Commissione Ue contro ritardi e mancanze nelle ispezioni e nell'abbattimento delle piante infette da parte delle autorità nazionali.
"Continua a mancare una strategia condivisa e univoca tra enti regionali, nazionali e comunitari per fermare la malattia e ridare speranza di futuro ai territori che hanno perso l'intero patrimonio olivicolo e paesaggistico", denuncia il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia. "Per la lotta alla malattia il Consiglio regionale ha assunto un orientamento chiaro il 31 maggio 2018, approvando un ordine del giorno all'unanimità che prevede la discussione sul tema Xylella attorno al tavolo istituzionale, di cui Coldiretti Puglia torna a chiedere con forza la convocazione urgente perché il dramma della Xyella in Puglia continua ad essere affrontato e gestito a pezzi, senza una strategia condivisa anche dai differenti enti preposti della Regione Puglia", conclude Muraglia.
Sotto accusa però ci sono anche le responsabilità comunitarie a partire – sottolinea la Coldiretti – dal sistema di controllo dell'Unione Europea con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto poiché il batterio che sta distruggendo gli ulivi pugliesi è stato introdotto nel Salento dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam. Dall'autunno 2013, data in cui è stata accertata su un appezzamento di olivo a Gallipoli, la malattia – continua Coldiretti – si è estesa senza che venisse applicata una strategia efficace per fermare il contagio che, dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi, ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto.
La stessa Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) – precisa la Coldiretti - ha lanciato l'allarme sulla diffusione della Xylella che minaccia la maggior parte del territorio Ue dove tra l'altro sono stati individuati altri casi di malattia, dalla Francia alla Spagna, dalla Germania al Portogallo con il contagio che avanza inarrestabile verso nord.
A causa della Xylella fastidiosa sono andate perse quasi 3 olive su 4 in provincia di Lecce con il crollo del 73% della produzione di olio di oliva nell' ultimo anno, secondo un'analisi elaborata da Coldiretti Puglia sulla base dei dati del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN) che non sarà certamente recuperata nell'annata 2019 – 2020. L'avanzata della malattia ha lasciato milioni di ulivi secchi dietro di sé, molti dei quali monumentali, mano mano che la Xylella avanzava sul territorio spostandosi verso nord a una velocità di più 2 chilometri al mese con conseguenze economiche, produttive e sociali: 5mila posti di lavoro persi nella filiera dell'olio extravergine di oliva con i frantoi svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia. Un trend che rischia di diventare irreversibile se – continua la Coldiretti – non si interviene con strumenti adeguati per rilanciare la più grande fabbrica green italiana con la Puglia che ha garantito fino ad ora oltre la metà dell'olio Made in Italy.
Per effetto dei cambiamenti climatici e della globalizzazione – conclude Coldiretti - si moltiplica l'arrivo di materiale vegetale infetto e parassiti vari che provato stragi nelle coltivazioni e per questo serve un cambio di passo nelle misure di prevenzione e di intervento sia a livello comunitario che nazionale anche con l'avvio di una apposita task force.
Sicolo (Italia Olivicola): "Su xylella certificato il fallimento di questi anni, adesso servono solo azioni concrete".
"La sentenza della Corte di Giustizia UE certifica per l'ennesima volta il fallimento, per non dire la totale assenza, delle politiche attuate in questi anni contro l'emergenza xylella.
Un intero territorio e migliaia di agricoltori sono stati lasciati soli in balia di un batterio terribile e di santoni e sciamani che hanno prevalso sulla scienza vera e sulle leggi.
Negli ultimi mesi, anche grazie al lavoro congiunto col Mipaaft e all'approvazione del decreto emergenze e del decreto xylella, abbiamo cambiato passo, e siamo fiduciosi per il futuro anche perché, tra le sue priorità, il Ministro Teresa Bellanova ha evidenziato proprio il contrasto alla xylella e la ricostruzione del Salento e della zona infetta.
In questo contesto, anche l'Unione Europea dovrà fare la propria parte stanziando fondi per il ripristino del potenziale produttivo di un territorio raso al suolo da questo batterio.
Già a marzo i commissari Ue alla salute e all'agricoltura, Andriukaitis e Hogan, in una missiva rivolta al sottoscritto, si erano detti pronti a collaborare e a stanziare risorse a condizione che l'Italia attui finalmente una battaglia seria contro questa peste.
Il tempo delle incertezze è finito, servono adesso azioni, anche dolorose ma purtroppo necessarie, per far ripartire l'intera economia olivicola e per evitare che il contagio possa proseguire".
Così il Presidente di Italia Olivicola, la più importante organizzazione dell'olivicoltura italiana, Gennaro Sicolo, commenta la sentenza di questa mattina della Corte di Giustizia Ue che ha condannato l'Italia per i mancati interventi contro la xylella".