Comune di Molfetta
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Cronaca

Appalti pilotati, terremoto al Comune di Molfetta ben 23 gli indagati

L'inchiesta, che vede convolte numerose imprese e professionisti del nord barese, ruota attorno ai lavori di realizzazione di opere portuali

Appalti pilotati, amministratori pubblici accomunati da particolari interessi, funzionari compiacenti. E ancora: imprenditori senza scrupoli, soldi e favori, in cambio di appalti, un mediatore. C'è tutto questo nell'inchiesta della Procura della Repubblica di Trani che si è abbattuta come un terremoto sulla città di Molfetta.

23 le persone indagate, molte del nord barese. Il nome di spicco è quello del sindaco, Tommaso Minervini, indagato per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente: «Sono stato abituato alla massima trasparenza e alla rettitudine pubblica», ha scritto il primo cittadino che ha spiegato come le indagini siano concentrate su atti che hanno portato ai lavori «di rifacimento di piazza Moro e a quelli di monitoraggio delle acque del porto, propedeutico alla ripresa dei lavori».

«Preciso che si tratta di una ipotesi di reato e che l'avviso di garanzia è un atto posto a tutela degli indagati, affinché possano esercitare validamente il diritto di difesa finalizzato alla verifica della verità. Ho dato piena collaborazione alla polizia giudiziaria e la disponibilità istituzionale e personale alla Magistratura - con la quale ho da sempre collaborato in oltre 40 anni di trasparente vita pubblica - per chiarire la mia posizione e quella del Comune di Molfetta».

«Questo tengo a precisare per il rispetto che ho per la mia Città ed i cittadini tutti. E, per evitare i grossolani giudizi, che in queste ore, come al solito, circolano, vi terrò informati sugli sviluppi della vicenda, soprattutto per continuare in serenità l'espletamento del mio mandato amministrativo che ho avuto l'onore di ricevere», ha dichiarato alla stampa nella mattinata di ieri, a poche ore dal blitz. A lui vengono contestate, in particolare, tre ipotesi di turbativa d'asta.

I lavori di riqualificazione di piazza Moro


La prima ipotesi di reato a carico del sindaco Tommaso Minervini, in concorso con l'assessore ai Lavori Pubblici Mariano Caputo, il segretario generale Irene Di Mauro e il funzionario Orazio Lisena, titolare di posizione organizzativa con funzione dirigenziale del settore Territorio, riguarda i lavori di riqualificazione di piazza Moro, proprio davanti alla stazione ferroviaria: l'opera pubblica fu aggiudicata alla ditta Di Gregorio s.n.c. di Trani.

I lavori di messa in sicurezza delle ciminiere dell'ex cementificio de Gennaro


La seconda ipotesi di reato a carico del sindaco Tommaso Minervini, questa volta in concorso con l'assessore ai Lavori Pubblici Mariano Caputo, il funzionario comunale Orazio Lisena, il dirigente comunale del settore Territorio Alessandro Binetti e l'imprenditore Pietro Paolo Paparusso, riguarda i lavori di messa in sicurezza delle ciminiere dell'ex cementificio de Gennaro, situato proprio a ridosso della stazione ferroviaria: l'opera pubblica fu aggiudicata alla ditta Imcore s.r.l. di Andria.

Il monitoraggio ambientale del nuovo porto commerciale


La terza ipotesi di reato a carico del sindaco Tommaso Minervini, in questa occasione in concorso, fra gli altri, con l'assessore ai Lavori Pubblici Mariano Caputo e il dirigente comunale del settore Territorio Alessandro Binetti, riguarda l'incarico del piano di monitoraggio dell'ambiente marino per il nuovo porto commerciale: l'appalto, sempre secondo l'accusa, sarebbe stato suddiviso in lotti per essere successivamente affidato senza alcuna gara d'appalto pubblica a imprese o persone «con ciascuno di essi direttamente o indirettamente collegate».

Nel mirino della Procura della Repubblica di Trani ci sono anche altri appalti


I lavori di realizzazione del teatro comunale, della biblioteca comunale, ma anche della Cittadella degli Artisti. In tutti i casi, è l'ipotesi dei pubblici ministeri Francesco Tosto e Giuseppe Francesco Aiello, il Comune di Molfetta avrebbe proceduto indebitamente a affidamenti diretti senza compiere le gare, favorendo imprenditori amici. E proprio per questo c'è un'inchiesta che vede indagate 23 persone destinatarie di altrettante informazioni di garanzia.

Tra gli altri indagati l'assessore Mariano Caputo, il consigliere Anna Sara Castriotta, il segretario Irene Di Mauro, i dirigenti Alessandro Binetti e Enzo Balducci, ma anche Orazio Lisena, funzionario e responsabile di vari procedimenti amministrativi assieme alla moglie, Ottavia Paola Antonucci, funzionario. Ed ancora: Giuseppe Mascolo, delegato dal direttore generale del Cnr-Irsa di Taranto, Nicola Falco, il "mediatore", e Patrick Atena, della Cmc di Ravenna.

I reati, contestati a vario titolo e secondo le rispettive responsabilità, risalenti al periodo fra il luglio 2018 e l'agosto 2020, sono di turbativa d'asta, corruzione, abuso d'ufficio e peculato, ma anche turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.

Le indagini hanno rivelato che in cambio degli appalti pubblici, l'assessore ai Lavori Pubblici Mariano Caputo avrebbe ricevuto soldi e lavori edili eseguiti nel lido di cui è socio dalle ditte favorite. Nell'aprile scorso si sarebbe anche appropriato di asfalto destinato a lavori stradali per realizzare un parcheggio nella sua struttura balneare. Di corruzione rispondono anche il funzionario comunale Orazio Lisena e l'ingegnere Paolo Conforti.

A Orazio Lisena è contestata la corruzione in concorso con Paolo Conforti anche perché, in cambio dell'incarico di progettazione dei lavori di riqualificazione della biblioteca comunale alla società Arevà s.r.l., un'azienda di ingegneria integrata e nella gestione dei progetti, sia per le pubbliche amministrazioni che per le aziende private di Noci, riceveva "delle utilità" dallo stesso Conforti. Insomma, tante storie separate con alcune persone a fare da filo conduttore

Nella mattinata di ieri il Gruppo Barletta della Guardia di Finanza ha svolto 31 decreti di perquisizione e sequestro probatorio: i finanzieri, diretti dal colonnello Rino Mattiace, hanno perquisito la sede comunale di lama Scotella, ma anche le abitazioni e gli studi professionali dei 23 indagati e le sedi delle 8 aziende coinvolte, sequestrando documenti, computer e cellulari. L'indagine, che è alle fasi iniziali, mira a ricostruire l'esatta dinamica dei fatti.

23 INDAGATI: TUTTI I NOMI

  1. Antonucci Ottavia Paola, nata a Molfetta ed ivi residente;
  2. Athena Patrick, nato a Potenza ed ivi residente;
  3. Balducci Vincenzo detto Enzo ed ivi residente;
  4. Binetti Alessandro, nato a Bari, residente a Molfetta;
  5. Caputo Mariano, nato a Molfetta ed ivi residente;
  6. Castriotta Anna Sara, nata a Molfetta;
  7. Cesario Giuseppe detto Pino, nato a Pompei (Na) e residente a San Giorgio Jonico (Ta);
  8. Cesario Liberato Fabio, nato a Vico Equense (Na)  e residente a San Giorgio Jonico (Ta);
  9. Conforti Paolo, nato a Putignano (Ba) e residente a Noci (Ba);
  10. Di Gregorio Valerio, nato a Trani ed ivi residente;
  11. Di Mauro Irene, nata a Poggiorsini (Bat) ed ivi residente;
  12. Di Santo Riccardo, nato ad Andria ed ivi residente;
  13. Falco Nicola detto Nico, nato a Bari e residente a Bisceglie (Bat);
  14. Guido Massimo, nato a Bari ed ivi residente;
  15. Ieva Francesco Giovanni, nato ad Andria ed ivi residente;
  16. Ieva Pasquale, nato ad Andria il e residente a Corato (Ba);
  17. Ladogana Andrea, nato a Cerignola (Fg) ed ivi residente;
  18. Lisena Orazio, nato a Molfetta ed ivi residente;
  19. Loliva Gianluca, nato a Putignano (Ba) e residente a Castellana Grotte (Ba);
  20. Mascolo Giuseppe, nato a Barletta ed ivi residente;
  21. Minervini Tommaso, nato a Molfetta ed ivi residente;
  22. Tancredi Domenico detto Mimmo, nato ad Altamura (Ba) ed ivi residente;
  23. Zaccuri Paolo, nato a Reggio Calabria e residente a Messina.
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