Vita di città
Andria tra le città più inquinate, e se iniziamo a prendere meno l'auto?
L'associazione 3Place offre uno spunto di riflessione
Andria - giovedì 2 febbraio 2023
12.13
L'emergenza inquinamento nelle città italiane è un problema incombente, lo spiega ad ampio raggio il report di Legambiente "Mal'Aria di città" mettendo in evidenza i dati del 2022 nei capoluoghi di provincia, sia per quanto riguarda i livelli delle polveri sottili (PM10, PM2.5) che del biossido di azoto (NO2). Come spiegato nell'articolo "Indagine Legambiente: Andria la prima città della Puglia per indice di inquinamento" di lunedì 30 gennaio, la nostra città sarebbe la quarta a livello nazionale per agenti inquinanti aero dispersi, occorre quindi una sensibilizzazione collettiva, e presa di coscienza per confutare questo dato.
Uno spunto di riflessione lo pone l'associazione 3Place di Andria: «Partiamo subito col dire che c'è un fondo di verità, ma i titoli e gli articoli che abbiamo letto raccontano in modo sbagliato la situazione di Andria. Sbagliato perché? Perché parlano di una città inquinata: in realtà ad essere inquinata, in base ai dati presi in considerazione, sarebbe la zona in cui è installata la centralina ARPA, ossia la zona di Via Nicolo Vaccina.
Tale zona è inquinata perché? La centralina ha rilevato, atteso il suo posizionamento praticamente all'interno del cantiere per l'interramento ferroviario di Ferrotramviaria, tutte le polveri generate dalle attività di lavorazione del cantiere: dalle polveri dovute allo scavo, alle polveri dovute al trasporto delle stesse con i mezzi, tra l'altro non coperti, sino ai gas di scarico dei mezzi meccanici utilizzati nel cantiere come ad esempio ruspe e camion.
Infatti, negli anni pre-covid (anni "paragonabili" per traffico veicolare), i valori di sforamento del PM10 sono stati rispettivamente di 6 giorni nel 2017, 4 giorni nel 2018, e di 7 giorni nel 2019 e se consideriamo il 2020 si arriva a 4 sforamenti, mentre nel 2021 a 12 sforamenti.
Questo significa che una città per passare da 12 a 41 sforamenti annui dovrebbe avere avuto un grande cambiamento nelle proprie abitudini e, nel caso di Andria, questo grande cambiamento (cioè la fonte emissiva) si chiama cantiere del quale si devono oltretutto considerare le notevoli dimensioni.
Questo ci porterà sicuramente a chiedere delle verifiche all'Amministrazione e alle Autorità competenti sul rispetto dei protocolli da parte del responsabile dei lavori: a titolo esemplificativo e non esaustivo, i sistemi di abbattimento polveri come la bagnatura dei materiali o di nebulizzazione di acqua, o sistemi di abbattimento a bordo macchine, o la copertura dei mezzi nel trasporto del materiale di risulta durante il loro trasporto, perché la difesa della salute dei cittadini e la salvaguardia del nostro ambiente viene prima di tutto!
Il post non ha l'intento di giustificare le nostre cattive abitudini (una su tutte un uso sconsiderato dell'auto), ma di fare chiarezza sui dati. Nella speranza di un riscontro immediato, vi terremo, come sempre, aggiornati».
Uno spunto di riflessione lo pone l'associazione 3Place di Andria: «Partiamo subito col dire che c'è un fondo di verità, ma i titoli e gli articoli che abbiamo letto raccontano in modo sbagliato la situazione di Andria. Sbagliato perché? Perché parlano di una città inquinata: in realtà ad essere inquinata, in base ai dati presi in considerazione, sarebbe la zona in cui è installata la centralina ARPA, ossia la zona di Via Nicolo Vaccina.
Tale zona è inquinata perché? La centralina ha rilevato, atteso il suo posizionamento praticamente all'interno del cantiere per l'interramento ferroviario di Ferrotramviaria, tutte le polveri generate dalle attività di lavorazione del cantiere: dalle polveri dovute allo scavo, alle polveri dovute al trasporto delle stesse con i mezzi, tra l'altro non coperti, sino ai gas di scarico dei mezzi meccanici utilizzati nel cantiere come ad esempio ruspe e camion.
Infatti, negli anni pre-covid (anni "paragonabili" per traffico veicolare), i valori di sforamento del PM10 sono stati rispettivamente di 6 giorni nel 2017, 4 giorni nel 2018, e di 7 giorni nel 2019 e se consideriamo il 2020 si arriva a 4 sforamenti, mentre nel 2021 a 12 sforamenti.
Questo significa che una città per passare da 12 a 41 sforamenti annui dovrebbe avere avuto un grande cambiamento nelle proprie abitudini e, nel caso di Andria, questo grande cambiamento (cioè la fonte emissiva) si chiama cantiere del quale si devono oltretutto considerare le notevoli dimensioni.
Questo ci porterà sicuramente a chiedere delle verifiche all'Amministrazione e alle Autorità competenti sul rispetto dei protocolli da parte del responsabile dei lavori: a titolo esemplificativo e non esaustivo, i sistemi di abbattimento polveri come la bagnatura dei materiali o di nebulizzazione di acqua, o sistemi di abbattimento a bordo macchine, o la copertura dei mezzi nel trasporto del materiale di risulta durante il loro trasporto, perché la difesa della salute dei cittadini e la salvaguardia del nostro ambiente viene prima di tutto!
Il post non ha l'intento di giustificare le nostre cattive abitudini (una su tutte un uso sconsiderato dell'auto), ma di fare chiarezza sui dati. Nella speranza di un riscontro immediato, vi terremo, come sempre, aggiornati».