Attualità
Andria protesta contro il caro bollette: «Commercio in ginocchio, urgono soluzioni»
In centinaia hanno preso parte alla manifestazione di ieri sera in Piazza Catuma
Andria - martedì 13 settembre 2022
07.30
Commercianti, esercenti e semplici cittadini sono scesi in piazza per dire BASTA al caro bollette che sta mettendo in ginocchio categorie produttive, attività commerciali e famiglie. In centinaia hanno partecipato alla manifestazione di protesta in Piazza Catuma, ad Andria, organizzata da Antonio Tragno e Savino Montaruli (in rappresentanza della sigla sindacale Unibat Unionecommercio). "L'ossigeno sta finendo", "Dai politici vogliamo soluzioni non consigli", "Agricoltori abbandonati dalla politica e dalle istituzioni": sono alcuni degli slogan lanciati da commercianti ed esercenti, un allarme di cui tutta la comunità deve farsi carico e a cui nessuno può restare indifferente.
Sono numerose le testimonianze concrete di cittadini costretti ad abbassare la saracinesca della propria attività commerciale: ad esempio, il titolare di un panificio ha raccontato di aver ricevuto «una bolletta di 5mila euro a giugno e un'altra di 7mila a luglio, tanto che ho chiuso il negozio per una settimana ad agosto per abbassare i consumi. Eppure non è bastato, perché pur avendo consumato 4mila kilowatt in meno ho ricevuto un'altra bolletta pari a 6mila euro». Purtroppo non si tratta di un caso isolato: nei giorni scorsi un bar nella zona centrale della città ha deciso di chiudere i battenti fino a data da destinarsi per i costi triplicati delle bollette. Anche l'agricoltura rischia di essere messa in ginocchio: costo quadruplicato della corrente elettrica per i pozzi artesiani, la speculazione sui prodotti e il prezzo del gasolio sono alcune delle cause che stanno mettendo in grande difficoltà il settore.
Presenti alla manifestazione anche gli assessori e la sindaca Giovanna Bruno che ha spiegato: «Il problema dei costi delle materie prime non nasce oggi, ma già mesi fa ci avevamo avvisato delle difficoltà a cui saremmo andati incontro in autunno. Con i sindaci a livello nazionale stiamo discutendo sulle soluzioni da attuare per ridurre i consumi: ad esempio si sta pensando alle modalità per la riduzione della pubblica illuminazione, purtroppo saranno necessarie scelte impopolari. Alcuni Comuni hanno già chiuso impianti pubblici, palestre e centri sportivi perché al momento non è possibile sostenere i costi di gestione. Bisogna fare fronte comune perché tutti stiamo facendo enormi sacrifici».
Sono numerose le testimonianze concrete di cittadini costretti ad abbassare la saracinesca della propria attività commerciale: ad esempio, il titolare di un panificio ha raccontato di aver ricevuto «una bolletta di 5mila euro a giugno e un'altra di 7mila a luglio, tanto che ho chiuso il negozio per una settimana ad agosto per abbassare i consumi. Eppure non è bastato, perché pur avendo consumato 4mila kilowatt in meno ho ricevuto un'altra bolletta pari a 6mila euro». Purtroppo non si tratta di un caso isolato: nei giorni scorsi un bar nella zona centrale della città ha deciso di chiudere i battenti fino a data da destinarsi per i costi triplicati delle bollette. Anche l'agricoltura rischia di essere messa in ginocchio: costo quadruplicato della corrente elettrica per i pozzi artesiani, la speculazione sui prodotti e il prezzo del gasolio sono alcune delle cause che stanno mettendo in grande difficoltà il settore.
Presenti alla manifestazione anche gli assessori e la sindaca Giovanna Bruno che ha spiegato: «Il problema dei costi delle materie prime non nasce oggi, ma già mesi fa ci avevamo avvisato delle difficoltà a cui saremmo andati incontro in autunno. Con i sindaci a livello nazionale stiamo discutendo sulle soluzioni da attuare per ridurre i consumi: ad esempio si sta pensando alle modalità per la riduzione della pubblica illuminazione, purtroppo saranno necessarie scelte impopolari. Alcuni Comuni hanno già chiuso impianti pubblici, palestre e centri sportivi perché al momento non è possibile sostenere i costi di gestione. Bisogna fare fronte comune perché tutti stiamo facendo enormi sacrifici».