Vita di città
Andria pronta alle elezioni comunali, ma solo nella primavera del 2026
Il Ministero dell'Interno ha chiarito con la circolare n.83 del 6 dicembre scorso il periodo in cui si dovrà tenere il voto comunale
Andria - sabato 14 dicembre 2024
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Bisognerà attendere la primavera del 2026 per vedere Andria nuovamente al voto per le sue elezioni comunali. Con la circolare n. 83 del 6 dicembre scorso, il Ministero dell'Interno ha chiarito il periodo in cui si dovranno tenere le prossime elezioni comunali.
Nella circolare, inviata a tutte le Prefetture - Uffici provinciali del Governo, si chiarisce come, a causa della pandemia da Covid-19, infatti, nel 2020 le amministrative si tennero nel mese di settembre. La fine del mandato dei sindaci eletti -come Giovanna Bruno per Andria- sarebbe stato dunque il settembre 2025, ma per riallineare le scadenze con il voto nella finestra primaverile -il periodo deputato per le elezioni ed il voto referendario- il Viminale ha deciso per la proroga. Una proroga che leggendo il provvedimento del Ministero sarà doppia, perché riguarderà anche le amministrazioni comunali elette nel settembre 2021. In sostanza, le elezioni previste per settembre 2025 si terranno nella primavera del 2026. E le elezioni del settembre 2021 slittano alla primavera del 2027.
Ma se la circolare del Ministero ha sciolto i dubbi per i Comuni, al suo interno non si trova alcuna menzione per le Regioni. Infatti, in Puglia nel 2020, si svolsero concomitanti le elezioni regionali in cui Michele Emiliano si assicurò il secondo mandato. Al momento quindi, il voto delle regionali resta confermato per la primavera prossima, a meno di ulteriori chiarimenti che potrebbero far slittare anche il voto delle regionali al 2026.
Questa condizione non lascia comunque indifferente il mondo della politica, che già da qualche tempo ha iniziato ad interrogarsi sui futuri scenari, sia per il voto alle comunali che per quello regionale.
Per le comunali, ad una possibile successione a Giovanna Bruno, qualora dovesse optare per una candidatura alle regionali, ci sarebbero già due nomi pronti a scendere in lizza, per lo scranno più importante di Palazzo San Francesco, entrambi pe il PD, a meno di quale possibile outsider del civismo. Per il centrodestra, qualora non dovesse emergere un nome dalla società civile, capace di riunire le diverse anime dello schieramento, si paleserebbe l'ipotesi di candidare una donna, magari già con un passato da amministratrice. Solo che in questo caso, qualora questa ipotesi fosse percorribile, sarebbero due i nomi su cui far cadere la scelta, entrambi autorevoli e con una sufficiente esperienza amministrativa comunale. Staremo a vedere.
Nella circolare, inviata a tutte le Prefetture - Uffici provinciali del Governo, si chiarisce come, a causa della pandemia da Covid-19, infatti, nel 2020 le amministrative si tennero nel mese di settembre. La fine del mandato dei sindaci eletti -come Giovanna Bruno per Andria- sarebbe stato dunque il settembre 2025, ma per riallineare le scadenze con il voto nella finestra primaverile -il periodo deputato per le elezioni ed il voto referendario- il Viminale ha deciso per la proroga.
Ma se la circolare del Ministero ha sciolto i dubbi per i Comuni, al suo interno non si trova alcuna menzione per le Regioni. Infatti, in Puglia nel 2020, si svolsero concomitanti le elezioni regionali in cui Michele Emiliano si assicurò il secondo mandato. Al momento quindi, il voto delle regionali resta confermato per la primavera prossima, a meno di ulteriori chiarimenti che potrebbero far slittare anche il voto delle regionali al 2026.
Questa condizione non lascia comunque indifferente il mondo della politica, che già da qualche tempo ha iniziato ad interrogarsi sui futuri scenari, sia per il voto alle comunali che per quello regionale.
Per le comunali, ad una possibile successione a Giovanna Bruno, qualora dovesse optare per una candidatura alle regionali, ci sarebbero già due nomi pronti a scendere in lizza, per lo scranno più importante di Palazzo San Francesco, entrambi pe il PD, a meno di quale possibile outsider del civismo. Per il centrodestra, qualora non dovesse emergere un nome dalla società civile, capace di riunire le diverse anime dello schieramento, si paleserebbe l'ipotesi di candidare una donna, magari già con un passato da amministratrice. Solo che in questo caso, qualora questa ipotesi fosse percorribile, sarebbero due i nomi su cui far cadere la scelta, entrambi autorevoli e con una sufficiente esperienza amministrativa comunale. Staremo a vedere.