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Commento
Andria Lourdes: gemellaggio di fede nel nome della Vergine Maria
Un commento al recentissimo soggiorno/pellegrinaggio a Lourdes dell'amico Peppino Pirro
Andria - venerdì 21 febbraio 2025
05.10
«Il legame fra Andria e Lourdes, fra gli andriesi e la Madonna apparsa alla piccola Bernardette, é stato sempre molto forte. Lo testimoniano le liturgie ed i rosari che si svolgono tutti i giorni nelle chiese cittadine. Lo testimonia la presenza in moltissime case dell'immagine della Vergine Maria. Lo testimonia la numerosa partecipazione ai pellegrinaggi organizzati, con destinazione a cittadina ai piedi dei Pirenei, Lourdes.
La prima volta che sono stato in pellegrinaggio risale ormai alla notte dei tempi. Avevo 7 anni, quindi oltre sessant'anni fa. Pellegrinaggio organizzato dall'Unitalsi che aveva in don Riccardo Chiapperino il suo padre spirituale ed organizzatore. Eravamo agli albori dell'attività benemerita di quella che oggi è la grande Unitalsi. Una organizzazione di migliaia di volontari che, in uno con i pellegrinaggi, offre un insostituibile ausilio a chi è nel dolore e nel bisogno. Ci sono tornato diverse volte nel corso della mia vita, sempre in compagnia di numerosi pellegrini andriesi, che alla grotta di Massabielle si recavano per ristorare il proprio spirito, per chiedere sollievo ai propri dolori, per affidare le proprie speranze. Non c'ero però mai stato l'11 febbraio, anniversario della prima apparizione della Vergine.
Quest'anno ho adempiuto a questo desiderio, che nel tempo era diventato anche un impegno. In assenza di pellegrinaggi organizzati mi ci sono recato in autonomia, in auto. Confesso che è stata dura. Seimila chilometri fra andata e ritorno. Tre i giorni di permanenza a Lourdes. Quattro quelli dedicati al viaggio. Ho viaggiato con mia moglie ed un amico, Emanuele Sgarra, con il quale mi sono alternato alla guida. Tanti, ma proprio tanti gli andriesi presenti. La prima sera, nel corso della processione "aux flambeaux", sotto una pioggerellina insistente, mi sento abbrancare da impermeabile dal contenuto indecifrabile. Era il mio amico Franco Burdo, fioraio di fronte all'ospedale e di fronte al cimitero di Andria: evidentemente due posizioni ritenute strategiche per i suoi commerci. Davanti alla grotta i "uagne" e i "uagna'" ovvero "ragazza e ragazzo", non si contavano.
Ed è proprio lì , con una poderosa pacca sulla spalla, che per poco non mi smontava la spalla, che si materializza Salvatore Cannone, commerciante di indumenti usati in pensione, con la moglie Maria. Con lui Lorenzo Fortunato, ebanista, Giuseppe Di Canio e Francesco Di Santo, anche loro presenti con le rispettive mogli. Eppoi, una signora, rivolgendosi al mio amico Emanuele, evidentemente sorpresa dal trovarlo a Lourdes, gli fa: "Manue' ma tiw ciò ste a fe' do' - Emanuele ma tu come mai sei qui?". Apprendo che è la moglie di un non meglio identificato "Pasquale il gommista". Al rientro in albergo, ormai oltre le 22, un apparizione fugace che grida "Manue'", rivolto al mio amico. Si scopre poi essere un suo amico d'infanzia che non vedeva da anni. Da trent'anni, ogni anno, festeggia il suo compleanno a Lourdes che, appunto, ricorre l'11 di febbraio. Ha raccontato che la prima volta, trent'anni fa, che andò a Lourdes, "convenne" con Maria che, se fosse stato in salute, avrebbe tutti gli anni festeggiato il suo compleanno lì, con la sua famiglia. E l'impegno, evidentemente, è stato mantenuto. Molti altri, ma proprio molti, di ogni età e condizione sociale sono gli andriesi che ho incontrato o intravisto, e dei quali voglio rispettare la riservatezza. Mi ha fatto particolare tenerezza un gruppetto di anziane signore che, vedendo passare mia moglie, mentre ero dietro di lei di qualche passo, additandola hanno esclamato: "Nee piur là signori d la cassamut ste' do'" , ovvero :"Nee anche la signora della cassa mutua é qui", riconoscendo mia moglie che per anni ha lavorato alla ASL, a contatto con gli utenti. Sebbene siano ormai dieci anni che è in pensione. Insomma il perpetrarsi, semplice quanto profondo, di un vincolo filiale fra il Popolo di Andria e la Vergine di Lourdes, con la quale si rinnova, in ogni momento, il più importante dei miracoli: quello della Fede nel suo figlio Gesù Cristo».
La prima volta che sono stato in pellegrinaggio risale ormai alla notte dei tempi. Avevo 7 anni, quindi oltre sessant'anni fa. Pellegrinaggio organizzato dall'Unitalsi che aveva in don Riccardo Chiapperino il suo padre spirituale ed organizzatore. Eravamo agli albori dell'attività benemerita di quella che oggi è la grande Unitalsi. Una organizzazione di migliaia di volontari che, in uno con i pellegrinaggi, offre un insostituibile ausilio a chi è nel dolore e nel bisogno. Ci sono tornato diverse volte nel corso della mia vita, sempre in compagnia di numerosi pellegrini andriesi, che alla grotta di Massabielle si recavano per ristorare il proprio spirito, per chiedere sollievo ai propri dolori, per affidare le proprie speranze. Non c'ero però mai stato l'11 febbraio, anniversario della prima apparizione della Vergine.
Quest'anno ho adempiuto a questo desiderio, che nel tempo era diventato anche un impegno. In assenza di pellegrinaggi organizzati mi ci sono recato in autonomia, in auto. Confesso che è stata dura. Seimila chilometri fra andata e ritorno. Tre i giorni di permanenza a Lourdes. Quattro quelli dedicati al viaggio. Ho viaggiato con mia moglie ed un amico, Emanuele Sgarra, con il quale mi sono alternato alla guida. Tanti, ma proprio tanti gli andriesi presenti. La prima sera, nel corso della processione "aux flambeaux", sotto una pioggerellina insistente, mi sento abbrancare da impermeabile dal contenuto indecifrabile. Era il mio amico Franco Burdo, fioraio di fronte all'ospedale e di fronte al cimitero di Andria: evidentemente due posizioni ritenute strategiche per i suoi commerci. Davanti alla grotta i "uagne" e i "uagna'" ovvero "ragazza e ragazzo", non si contavano.
Ed è proprio lì , con una poderosa pacca sulla spalla, che per poco non mi smontava la spalla, che si materializza Salvatore Cannone, commerciante di indumenti usati in pensione, con la moglie Maria. Con lui Lorenzo Fortunato, ebanista, Giuseppe Di Canio e Francesco Di Santo, anche loro presenti con le rispettive mogli. Eppoi, una signora, rivolgendosi al mio amico Emanuele, evidentemente sorpresa dal trovarlo a Lourdes, gli fa: "Manue' ma tiw ciò ste a fe' do' - Emanuele ma tu come mai sei qui?". Apprendo che è la moglie di un non meglio identificato "Pasquale il gommista". Al rientro in albergo, ormai oltre le 22, un apparizione fugace che grida "Manue'", rivolto al mio amico. Si scopre poi essere un suo amico d'infanzia che non vedeva da anni. Da trent'anni, ogni anno, festeggia il suo compleanno a Lourdes che, appunto, ricorre l'11 di febbraio. Ha raccontato che la prima volta, trent'anni fa, che andò a Lourdes, "convenne" con Maria che, se fosse stato in salute, avrebbe tutti gli anni festeggiato il suo compleanno lì, con la sua famiglia. E l'impegno, evidentemente, è stato mantenuto. Molti altri, ma proprio molti, di ogni età e condizione sociale sono gli andriesi che ho incontrato o intravisto, e dei quali voglio rispettare la riservatezza. Mi ha fatto particolare tenerezza un gruppetto di anziane signore che, vedendo passare mia moglie, mentre ero dietro di lei di qualche passo, additandola hanno esclamato: "Nee piur là signori d la cassamut ste' do'" , ovvero :"Nee anche la signora della cassa mutua é qui", riconoscendo mia moglie che per anni ha lavorato alla ASL, a contatto con gli utenti. Sebbene siano ormai dieci anni che è in pensione. Insomma il perpetrarsi, semplice quanto profondo, di un vincolo filiale fra il Popolo di Andria e la Vergine di Lourdes, con la quale si rinnova, in ogni momento, il più importante dei miracoli: quello della Fede nel suo figlio Gesù Cristo».