Politica
Andria Bene in Comune: «Il centrodestra individua nel dolore dei cittadini una leva da azionare»
Nota a firma dei Consiglieri comunali e del Presidente del movimento civico Agostino Ciciriello
Andria - sabato 27 marzo 2021
12.49
«Abbiamo letto con grande interesse le raffinate considerazioni del centrodestra andriese che, pur di dimostrare di esistere ancora, è costretto a soffiare sul fuoco del disagio causato dall'emergenza Covid per racimolare qualche consenso». Inizia così una nota di Andria Bene in Comune, a firma dei consiglieri comunali e del presidente Agostino Ciciriello.
«Si perché quanto è facile, in questo momento storico, prendere like dicendo frasi del tipo "le scuole devono essere aperte", "le attività devono riaprire" oppure "Andria non deve essere considerata zona rossa"? Bene, bravi! Tuttavia, quello che i luminari del centrodestra andriese omettono volontariamente, è che lo scenario è ben più complesso dell'analisi riduttiva che propongono, la cui finalità è tutt'altro che quella di proporre soluzioni o affrontare in maniera adeguata il problema.
La realtà è che il centrodestra andriese non menziona il fatto che i decreti ministeriali (prima) e le ordinanze regionali (subito dopo) in alcuni ambiti abbiano un livello normativo superiore alle decisioni prese a livello comunale e che, pertanto, ogni Comune è obbligato ad osservarle. E non lo diciamo noi, ma la Costituzione della Repubblica Italiana (questa sconosciuta, vero?). Quello che il centrodestra non dice è che la curva dei contagi ad Andria è in costante incremento e che non bisogna aspettare la catastrofe per poi prendere delle decisioni. Quello che il centrodestra non fa è proporre delle soluzioni alternative a questo scenario. Anche perché, i modelli da cui potrebbe attingerle (vedi la Regione Lombardia, governata dalla Lega) si sono rivelati apocalittici. Ma noi non crediamo che il centrodestra andriese non sia a conoscenza di tutto questo. Crediamo, piuttosto, che il centrodestra sia talmente disperato da aver individuato nel dolore dei cittadini una leva da azionare, attraverso slogan semplicistici e qualunquisti, per sciacallare qualche consenso.
Sia chiaro, questa situazione non è facile per nessuno e, dunque, nemmeno per noi che ci troviamo ad amministrare una Città nel corso di un'epidemia e con un'eredità di 73 milioni di debiti che proprio questi illuminati signori ci hanno lasciato. Ma non avere rispetto delle vittime e di tutti coloro che stanno soffrendo per questa epidemia, utilizzando il loro disagio solo per provare a recuperare i voti perduti è molto peggio di aver gestito in maniera indegna questo Comune per 10 anni. E non ci è difficile comprendere perché certi partiti di centrodestra, che a livello nazionale sono ben più strutturati, ad Andria hanno raccolto meno del 5% alle ultime elezioni».
«Si perché quanto è facile, in questo momento storico, prendere like dicendo frasi del tipo "le scuole devono essere aperte", "le attività devono riaprire" oppure "Andria non deve essere considerata zona rossa"? Bene, bravi! Tuttavia, quello che i luminari del centrodestra andriese omettono volontariamente, è che lo scenario è ben più complesso dell'analisi riduttiva che propongono, la cui finalità è tutt'altro che quella di proporre soluzioni o affrontare in maniera adeguata il problema.
La realtà è che il centrodestra andriese non menziona il fatto che i decreti ministeriali (prima) e le ordinanze regionali (subito dopo) in alcuni ambiti abbiano un livello normativo superiore alle decisioni prese a livello comunale e che, pertanto, ogni Comune è obbligato ad osservarle. E non lo diciamo noi, ma la Costituzione della Repubblica Italiana (questa sconosciuta, vero?). Quello che il centrodestra non dice è che la curva dei contagi ad Andria è in costante incremento e che non bisogna aspettare la catastrofe per poi prendere delle decisioni. Quello che il centrodestra non fa è proporre delle soluzioni alternative a questo scenario. Anche perché, i modelli da cui potrebbe attingerle (vedi la Regione Lombardia, governata dalla Lega) si sono rivelati apocalittici. Ma noi non crediamo che il centrodestra andriese non sia a conoscenza di tutto questo. Crediamo, piuttosto, che il centrodestra sia talmente disperato da aver individuato nel dolore dei cittadini una leva da azionare, attraverso slogan semplicistici e qualunquisti, per sciacallare qualche consenso.
Sia chiaro, questa situazione non è facile per nessuno e, dunque, nemmeno per noi che ci troviamo ad amministrare una Città nel corso di un'epidemia e con un'eredità di 73 milioni di debiti che proprio questi illuminati signori ci hanno lasciato. Ma non avere rispetto delle vittime e di tutti coloro che stanno soffrendo per questa epidemia, utilizzando il loro disagio solo per provare a recuperare i voti perduti è molto peggio di aver gestito in maniera indegna questo Comune per 10 anni. E non ci è difficile comprendere perché certi partiti di centrodestra, che a livello nazionale sono ben più strutturati, ad Andria hanno raccolto meno del 5% alle ultime elezioni».