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Territorio

Anche i vini di Andria rappresenteranno la Puglia a ProWein 2017

Anche le cantine della Bat tra le 60 presenti alla più importante fiera enologica mitteleuropea

Primitivo, Negroamaro, Nero di Troia: sono i tre fuoriclasse messi in campo dalla Puglia per conquistare l'Europa del vino. I tre principali vitigni autoctoni a bacca rossa caratterizzeranno la presenza della regione alla 22esima edizione di ProWein, una delle più importanti fiere dedicate all'enologia, in programma a Düsseldorf dal 19 al 21 marzo.
Con 6257 espositori e più di 55mila visitatori nella scorsa edizione, ProWein rappresenta la manifestazione di punta del settore a livello internazionale e richiama nel cuore della Germania buyer, giornalisti e operatori da tutto il mondo.

Da 16 anni ProWein è il punto di riferimento per i maggiori produttori di vino pugliesi, con una squadra competitiva di aziende, sostenuta dalla Regione e da Unioncamere Puglia, che considerano questo appuntamento fieristico l'occasione per consolidare l'immagine del territorio nel mondo.
Saranno oltre sessanta le aziende vitivinicole pugliesi che, all'interno dell'area istituzionale della Regione Puglia - Unioncamere Puglia (Padiglione 16 stand A31), esporranno il meglio della produzione per rafforzare la presenza nel mercato tedesco e cogliere opportunità provenienti anche da altri mercati. L'aumento del 300 per cento della partecipazione pugliese nell'ultimo decennio certifica il sempre crescente livello di affari ottenuto al Prowein.

"Siamo a Düsseldorf per fare rete - commenta l'assessore all'Agricoltura della Regione Puglia, Leonardo di Gioia - e presentare in una vetrina internazionale le eccellenze dei nostri vini Nel corso della più importante manifestazione enologica del Nord Europa, la Puglia, ne sono certo, confermerà il valore indiscusso del proprio prodotto, in un mercato, quello tedesco, che è già da anni punto di riferimento del nostro export. La collaborazione tra l'Assessorato regionale e Unioncamere consentirà alle imprese di partecipare a un appuntamento importantissimo per i produttori di vino, non solo come occasione di promozione ma anche come chance per confrontare l'offerta di prodotti di qualità con la domanda da parte dei buyer di tutto il mondo".
La scelta di puntare su Primitivo, Negroamaro, Nero di Troia nasce dalla volontà di rafforzare le eccellenze della produzione vitivinicola pugliese, sempre più apprezzate da consumatori ed esperti a livello nazionale e internazionale per la loro straordinaria autenticità e tipicità.

Due le attività principali che la Puglia proporrà durante la tre giorni fieristica, per catalizzare l'attenzione di buyer e giornalisti sulla propria offerta.
La prima all'interno dello spazio Enoteca nel Padiglione 16 stand A31, al centro dell'area espositiva, dove la De.S.A. (Deutschland Sommelier Association) condurrà tutti i giorni, dalle 10 alle 18, degustazioni delle etichette storiche e delle novità proposte dagli espositori. In più, oltre alle degustazioni libere, ogni giorno alle 12 e alle 17 si terranno in Enoteca focus di approfondimento dedicati a Primitivo (domenica 19), Nero di Troia (lunedì 20) e Negroamaro (martedì 21): queste degustazioni a tema saranno accompagnate da racconti del territorio e presentazione di itinerari enoturistici, per promuovere la conoscenza a 360 gradi dei vitigni di Puglia.

Una vetrina di prestigio per i vini di Puglia saranno i tre wine tasting in programma nel Padiglione 13 Stand C 39, nell'area dell'editore Vinum, guidati dal giornalista Christian Eder. I tre appuntamenti, uno per ogni giorno di fiera, percorreranno la storia di Primitivo, Negroamaro e Nero di Troia con la degustazione di alcune etichette rappresentative per ogni vitigno (domenica alle 16.15; lunedì alle 15.45 e martedì alle 11.30).
Vinum è il più autorevole editore di lingua tedesca, sul mercato da oltre 30 anni. La rivista ha una tiratura mensile di oltre 41mila copie distribuite in Germania e raggiunge oltre 250mila lettori specializzati (ristoratori, buyer, giornalisti, enoappassionati) anche via web. Per la ProWein la tiratura sale a 60mila copie, con un'edizione speciale che conterrà un dossier sulla Puglia del vino, quest'anno articolato come un itinerario ideale in cui coniugare bellezze paesaggistiche e tipicità vinicole del territorio.

Subito dopo la ProWein, la Puglia sarà pronta a raggiungere con i suoi vini l'altra meta dell'enologia internazionale, Verona, con la 51esima edizione di Vinitaly, in programma dal 9 al 12 aprile.

Tra le aziende espositrici ci saranno: Colle Petrito – Minervino Murge (Bt) | Conte Spagnoletti Zeuli – Andria | Ognissole–Cefalicchio – Canosa di Puglia (Bt) | Rivera – Andria e Villa Schinosa – Trani.

Negramaro: la data certa della coltivazione di questo vitigno, concentrata prevalentemente nel Salento, non è nota. Si tratta di uno dei vitigni più antichi d'Italia: gli si attribuisce un'origine greca risalente alla colonizzazione ellenica avvenuta tra l'ottavo e il settimo secolo avanti Cristo. Il suo nome probabilmente deriva dalla combinazione del termine latino "niger" e greco "mavros" che significano entrambi nero, quindi Negroamaro come nero-nero per via del colore scuro delle uve. Caratterizzato da una forma tronco-conica, il grappolo, compatto, semplice e corto, presenta acini di media dimensione, con buccia pruinosa spessa e consistente di colore nero-violaceo. Il Negroamaro resiste molto bene al calore e non perde facilmente la propria acidità: per questo diversi produttori di regioni calde di tutto il mondo si interessano sempre di più a questa varietà. Previsto nei disciplinari di quasi la metà delle Dop pugliesi, è da sempre stato utilizzato, oltre che per la produzione di grandi rossi, giovani o da invecchiamento, anche per una peculiare versione di rosati dal carattere deciso e dagli abbinamenti intriganti. Da non dimenticare, poi, che il primo vino rosato imbottigliato in Italia (nel 1943 dall'azienda Leone De Castris) è stato ottenuto proprio dalle uve di Negroamaro.

Nero di Troia: detto anche Uva di Troia o Vitigno di Canosa, è diffuso prevalentemente nella zona centro-settentrionale della Puglia. Ci sono quattro diverse ipotesi circa le origini. La tesi dell'origine greca s'intreccia con la leggenda dell'eroe della guerra di Troia Diomede, che, giunto dall'Asia Minore portò con sé in Puglia le marze di questa varietà. La seconda ipotesi ricollega il vino alle popolazioni indigene dei Dauni e dei Peuceti, che già coltivavano la vite. Una terza vuole il Nero di Troia originario dell'omonimo Comune della provincia di Foggia fondato dai Greci. L'ultima ipotesi ne attribuisce la provenienza alle vicine coste albanesi e precisamente al piccolo borgo di Cruja che, in vernacolo, viene chiamato Troia. La prima volta che la denominazione Uva di Troia compare in documenti ufficiali è negli scritti del 1875. Pare che il vino ottenuto da questa varietà sia causa della cocente sconfitta subita dai cavalieri francesi ad opera dei 13 omologhi italiani guidati da Fieramosca nella Disfida di Barletta del 13 febbraio 1503. I nobili francesi sottovalutando la forza degli italiani, decisero di trascorrere le ore immediatamente precedenti la contesa in taverna a bere vino rosso della zona. Dal punto di vista della viticoltura, non è di certo una cultivar facile: è una delle ultime a raggiungere la maturazione ottimale (fine ottobre, mediamente) con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista dell'esposizione a rischi climatici.

Primitivo: è tra i più famosi vitigni autoctoni pugliesi e una delle dieci varietà più coltivate in Italia (quasi esclusivamente in Puglia). Il Primitivo deve il suo nome a un sacerdote di Gioia del Colle (provincia di Bari), Francesco Filippo Indelicati, che verso la fine del diciottesimo secolo compì studi approfonditi su questa varietà. Attraverso diverse selezioni di vitigni della stessa tipologia, ne individuò uno che si distingueva dagli altri per la precocità di maturazione, battezzandolo così, con il nome di Primativo o Primaticcio o con il termine latino Primativus. Successivamente le marze di Primitivo raggiunsero Manduria (provincia di Taranto) a cavallo tra il 1700 e 1800, trasportate dai lavoratori provenienti da Gioia del Colle. Nel 1967 Austin Goheen, patologo delle piante del dipartimento dell'agricoltura degli Stati Uniti e professore all' Università Davis della California, fu il primo accademico ad accorgersi che Primitivo e Zinfandel potevano essere varietà identiche. Dopo molti studi, nel 1994 si arrivò alla prova definitiva dell'identità genetica dei due vitigni. È una varietà difficile in quanto non è molto resistente alla siccità, alle gelate primaverili e alle annate piovose o umide; inoltre il grappolo discretamente compatto può favorire l'insorgenza di muffe. Questi problemi sono praticamente assenti in Puglia, per il suo clima favorevole. In Puglia esistono due Dop specifiche: Primitivo di Manduria e Primitivo di Gioia del Colle.
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