Meeting del Volontariato
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Scuola e Lavoro

Anche da Andria per partecipare alla IX edizione del Meeting del Volontariato

Circa 1500 studenti partecipanti, provenienti dalle province di Bari e Bat

Si è conclusa ieri la due giorni della IX edizione del Meeting del Volontariato che si è svolta presso la Fiera del Levante di Bari. Un weekend che, ogni anno, il Centro di Servizio al Volontariato "San Nicola" e le associazioni no profit della ex provincia di Bari dedicano alla festa del dono gratuito, all'incontro con la gente per offrire e condividere il senso del proprio impegno a favore della comunità e per fare conoscere le proprie attività.

Migliaia sono stati i visitatori che hanno affollato il padiglione 9 della Fiera in cui le associazioni hanno esposto i loro materiali, visitatori che sono stati sorpresi da una realtà così ricca e variegata: sono state presenti organizzazioni che si occupano di ambiente, di anziani, di bambini, di tossicodipendenti, di cultura, di donne, di immigrati, di disabili. I circa 1500 studenti, provenienti dalle scuole di Bari, Andria, Acquaviva delle Fonti, Toritto, Trani, Altamura, Modugno, Gravina, Rutigliano hanno espresso il loro entusiasmo lasciando centinaia di bigliettini nell'angolo "Il volontario che vorrei essere" in cui hanno espresso il desiderio di dedicarsi al volontariato con messaggi toccanti.

Il Meeting di quest'anno ha rappresentato un ulteriore passo nella crescita della cultura del dono, come ha dichiarato Rosa Franco, presidente del CSV "San Nicola": "Il Meeting del Volontariato è, anche, una proposta culturale. Ogni anno cerchiamo di approfondire una tematica che costituisce un tassello nel percorso di definizione di cosa sia il volontariato e di quali siano le sue origini, perché chi opera per il bene non deve essere ripiegato solo sul "fare", ma deve avere consapevolezza, innanzitutto, delle ragioni dell'essere volontario". Quest'anno i convegni hanno avuto il grande merito di avere relatori che sono stati testimoni di "fatti", di esperienze concrete attraverso le quali è stato più facile parlare del tema "C'è un posto per tutti e un bene per ciascuno". "Attraverso i racconti dei relatori – aggiunge la presidente – abbiamo potuto riscoprire che tutti noi abbiamo la stessa umanità che nell'espressione della sua diversità diventa un bene per ciascuno. Allo stesso tempo ognuno ha un posto in cui questa umanità, anche se assopita dai problemi quotidiani, può rinascere grazie all'incontro con l'altro. Quindi il volontario – conclude la presidente – è colui che si fa provocare dalla realtà, dalla diversità dell'altro, per essere più se stesso".

La relazione che si stabilisce quando si dona, dunque, è vitale, ci svela a noi stessi e ci arricchisce. Lo ha ben detto Carmine Di Martino, docente di filosofia teoretica dell'Università Statale di Milano: "Donare potrebbe significare svuotarsi, invece si constata che è un agire libero dal tornaconto che comporta un guadagno di senso. Donare riguarda la sensatezza stessa del mio vivere". L'idea di volontario viene ribaltata: compiere atti donativi aggiunge qualcosa a chi dona. "Chi pensa di fare volontariato per dare qualcosa agli altri, sbaglia" ha affermato Giampiero Cofano, segretario generale dell'Associazione Comunità papa Giovanni XXIII "Il volontario è colui che si mette al fianco di chi ha bisogno per percorrere un pezzo di strada insieme".

Anche la condivisione del cibo diventa uno strumento per creare ponti, incontri. Lo hanno testimoniato don Franco Lanzolla, parroco della cattedrale di Bari, che con la sua comunità offre assistenza ai poveri, e Luigi Riso, presidente del Banco Alimentare della Puglia. "Attraverso un bisogno primario – ha affermato Riso – si condivide un bisogno di vita, ossia creare una relazione. In Puglia, le 57mila persone, di cui 5mila bambini, a cui offriamo il cibo ci danno la possibilità di risvegliare la nostra umanità e il nostro senso civico".

Accogliere il diverso per lasciarci provocare, oggi più che mai, rimanda al tema dell'immigrazione. Farouq Wael Eissa, docente di Lingua e letteratura araba all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha parlato di interazione e di inclusione "possibili se si superano gli stereotipi". "L'incontro – ha dichiarato il docente – deve avvenire tra le persone, al di là della loro appartenenza a religioni, paesi o altro. Bisogna volgere lo sguardo alla realtà, a chi hai di fronte. Oggi le ideologie non hanno più senso perché hanno tolto dalla loro centralità l'uomo lasciando il posto al nulla. Assistiamo ad una crisi della ragione nel mondo arabo e ad una crisi dei valori nel mondo occidentale, da cui è scomparsa la centralità della persona. Perciò uno scontro tra ideologie è uno scontro sul nulla".
La realtà da cui farsi provocare è anche l'ambiente, che non è il semplice dato naturale. Lo ha sottolineato mons. Filippo Santoro, arcivescovo metropolita di Taranto, riprendendo l'Enciclica Laudato si' di Papa Francesco. "Bisogna tornare all`ecologia integrale che tiene dentro l`ecologia ambientale, sociale, culturale e della vita quotidiana di un territorio. Dobbiamo farci scuotere dal grido della terra nella sua interezza per costruire una relazione sana, compatibile e sostenibile con essa".
Né hanno lasciato indifferenti i visitatori gli eventi collaterali del Meeting. Apprezzata la mostra "Tanti per tutti. Viaggio nel volontariato italiano", a cura di CSVnet, FIAF e CIFA. Attraverso gli scatti, i racconti dell'impegno dei milioni di volontari del nostro Paese.
L'interpretazione di Valerio Capasa delle canzoni di Gaber e Iannacci nel concerto "Se potessi cominciare a dire noi" ha, ancora una volta, rimarcato il valore della relazione, della dimensione dell'incontro.
Infine, a chiudere il Meeting del Volontariato, la sfida dei volontari nello spettacolo "Associazioni allo sbaraglio". Otto associazioni si sono messe in gioco con spettacoli, musica, cabaret, balli per conquistare il titolo di "Volontario creativo 2016", vinto dall'Anatroccolo Onlus.
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