Fidelis Andria curva nord
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Amarcord Fidelis Andria: cinque anni fa la promozione in Lega Pro e il doppio salto di categoria

Il 26 aprile 2015 i biancazzurri vincono 3-2 sul campo della Cavese e tornano nei professionisti con due giornate d'anticipo

Esattamente cinque anni fa, il 26 aprile 2015, la Fidelis Andria 1928 conquista il traguardo più importante del calcio biancazzurro più recente. I federiciani vincono il campionato di Serie D con due giornate di anticipo grazie al successo per 3-2 allo stadio "Lamberti" di Cava dei Tirreni contro la Cavese, avversario in lotta per un posto nei playoff che al termine della regular season non riuscirà a raggiungere (complici i 6 punti di penalizzazione) pur registrando il miglior attacco del campionato. La compagine andriese si presenta alla partita più importante della stagione con 5 punti di vantaggio sul Taranto secondo in classifica, ma senza poter contare sul sostegno dei tifosi biancazzurri ai quali è stata vietata la trasferta. Il match viene però trasmesso in diretta tv: incollati allo schermo, i tifosi andriesi seguono il match con trepidazione sperando nel risultato che può scatenare la festa. E così avviene.

Le reti di Ola, Olcese e Moscelli mandano in paradiso i federiciani, al termine di una sfida ad alta tensione con tanto di petardi lanciati sul terreno di gioco, uno dei quali finisce vicino alla panchina della Fidelis; tanta paura ma per fortuna nessuno rimane ferito. Uno scellerato episodio di violenza che costringe l'arbitro a sospendere la gara per cinque minuti. In campo è vera battaglia, al termine della quale saranno i biancazzurri ad uscirne vincitori conquistando il sogno promozione con lo stesso risultato con cui avevano cominciato la stagione, sempre in trasferta, sempre in Campania. 2-3 sul campo della Scafatese, l'inizio di una cavalcata vincente che conduce i biancazzurri in testa al campionato con 74 punti, cinque in più del Taranto che chiuderà con la miglior difesa del girone. La penultima giornata è derby al "Degli Ulivi" contro il Bisceglie, che chiude la regular season al terzo posto: finisce 0-0, ma il risultato non conta perchè è il momento del tutti in campo festeggiare con i tifosi (accorsi in massa) la seconda promozione consecutiva, dopo il salto di categoria dall'Eccellenza alla Serie D ottenuto nella stagione precedente grazie al doppio successo ai playoff, in semifinale contro il Quarto e in finale ai danni del Parmonval. La tifoseria biancazzurra dedica ai suoi Leoni una coreografia pazzesca, che ha fatto il giro dell'Italia e dell'Europa con l'enorme striscione "Semper Fidelis".

E' una Fidelis Andria schiacciasassi quella della stagione 2014/2015, guidata dall'esperto Giancarlo Favarin (l'attuale tecnico dei federiciani) e dal suo vice Giovanni Langella. Sono i numeri a dimostrarlo: il "Degli Ulivi" è un vero fortino per i biancazzurri che ottengono il miglior rendimento casalingo del girone con 14 vittorie in 17 partite, con 2 pareggi e una sola sconfitta. E' con un altro dato straordinario, però, che la Fidelis fa parlare di sé non solo tra i confini nazionali ma anche in Europa: i federiciani non perdono per 19 gare di fila, tra la 4^ e la 22^ giornata, tra le migliori strisce positive in quella stagione nel Vecchio Continente; praticamente, un girone intero senza sconfitte. Il ritorno della Fidelis tra i professionisti passa anche da un attacco prolifico: Lattanzio (14 gol), Olcese (13) e Moscelli (12) vanno tutti in doppia cifra.

Numeri di altissimo livello per una squadra e una società nate solo due anni prima dopo il fallimento dell'Andria BAT ma subito in grado di risalire dall'Eccellenza alla D, con Nicola Ragno in panchina; e soprattutto, di tornare in Lega Pro dopo una sola stagione nella quarta serie italiana. A cinque anni di distanza da quell'impresa, tutto è cambiato: nome, società, squadra, obiettivi. Tutto tranne il condottiero in panchina: a guidare la Fidelis Andria 2018 nel girone H di Serie D c'è sempre Giancarlo Favarin, senza dimenticare Fabio Moscelli, tra i protagonisti di quella cavalcata trionfale, nel ruolo di Direttore Sportivo. L'impresa da centrare, questa volta, sarà la salvezza. Sempre se si tornerà a giocare: l'emergenza Coronavirus tiene il calcio italiano, soprattutto quello dilettantistico, ancora sotto scacco.
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