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Territorio

Alta Murgia: in fumo 270 ettari di Parco, Andria in testa

Presentato il report dell'estate 2017. Sperimentato il servizio di monitoraggio satelllitare

Satelliti, torrette di avvistamento e collaborazione con la popolazione. Nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia la lotta agli incendi si combatte con azioni integrate e, da quest'anno, con dotazioni tecnologiche all'avanguardia, che consentono porre in essere attività di prevenzione, di supporto alla lotta attiva e di gestione post evento.

I dati
È stato presentato a Bari, il rapporto sulle aree incendiate identificate e monitorate nel periodo estivo di quest'anno nell'area del Parco Nazionale dell'Alta Murgia. La stagione più critica per gli incendi di boschi e foreste è ormai alle spalle. Per disporre dei primi dati di dettaglio certi sulle aree interessate occorre normalmente attendere diversi mesi. Non è così per il Parco Nazionale dell'Alta Murgia, che quest'anno ha adottato le nuove tecnologie satellitari per realizzare un'analisi in tempi rapidissimi. Le informazioni, infatti, sono state raccolte e rese disponibili nel giro di pochi giorni, a fronte dei 12/18 mesi di attesa usuali.
Dal 7 luglio al 5 ottobre del 2017 le aree percorse dal fuoco nel Parco nazionale dell'Alta Mugia, in Puglia, sono state pari a 270 ettari tra boschi, pascoli, e sterpaglie. I dati sono stati diffusi a Bari dal direttore e dal vicepresidente del Parco, Fabio Modesti e Cesareo Troia, che hanno anche parlato del servizio di monitoraggio satellitare sperimentato dall'ente con l'obiettivo incrementare le capacità di indagine e ridurre i tempi di analisi, anche di 16 mesi, attivando un servizio di perimetrazione delle aree incendiate. Nel periodo luglio-ottobre 2017, dunque, gli incendi censiti sono stati 16. Il comune con maggiore area percorsa dal fuoco è stato Andria seguito da Corato e Minervino Murge. Le tipologie di specie più colpite sono state le aree a pascolo e i seminativi. Le aree boschive interessate da incendi sono state circa 35 ettari e di queste poco meno di un ettaro ha presentato un elevato grado di severità di danno alla vegetazione. Quanto alla natura degli incendi, Modesti ha spiegato che di sicuro da noi non scoppiano incendi per cause naturali poiché non siamo né in Australia né nel deserto degli Stati Uniti. Troia ha rimarcato che i risultati positivi relativi al numero degli incendi sono dovuti anche "agli incontri con gli agricoltori, guardiani del territorio, alle torrette di avvistamento, alle telecamere nel Parco". Mentre il monitoraggio satellitare "permette di capire quali sono i territori che vengono bruciati, studiare la frequenza, la rinaturalizzazione dell'area, cosa succede dal punto di vista della antropizzazione dopo l'incendio e capire quali sono le aree più fragili che devono essere tutelate".

Gli incendi boschivi nel 2017
Il 2017 sarà ricordato come un anno "caldo" a livello globale; la California e il Portogallo per settimane sono state percorse da incendi che hanno bruciato diverse migliaia di ettari. In Italia fino a pochi giorni fa, in Piemonte, gli incendi, oltre a bruciare centinaia di ettari di bosco, hanno lambito centri abitati e infrastrutture.
Nelle aree naturali protette è possibile incidere significativamente nel successo alla lotta agli incendi che vede numerosi soggetti istituzionali coinvolti. In questo contesto, il Parco Nazionale dell'Alta Murgia ha attivato una serie di iniziative per prevenire la nascita di focolai e, in presenza di principi di incendio, intervenire sul nascere per evitare la loro propagazione.
Il primo tassello di questa strategia è la creazione di una rete di relazione con i soggetti che operano nel Parco a diverso titolo (dagli aricoltori/allevatori, agli escursionisti) per costruire la consapevolezza dell'importanza della tutela del territorio che rappresenta fonte di reddito oltre che il luogo in cui vivere. Questa consapevolezza è un tassello imprescindibile per il successo di qualsiasi iniziativa nella lotta agli incendi.
Dal punto di vista della prevenzione sono state attivate una serie di norme, alcune delle quali anche accolte dalla normativa regionale, che regolano le attività nel Parco, anche di natura economica, al fine di prevenire attività che possono provocare o indurre la nascita di incendi. Tra queste il divieto alla raccolta di funghi e asparagi nelle aree percorse dal fuoco, la regolamentazione della bruciatura delle stoppie, per citare quelle che probabilmente hanno un maggiore impatto potenziale.
Per l'avvistamento precoce dei focolai è stata creata una rete di punti di osservazione diffusi sul territorio.
Questi punti sono presidiati h24, per tutta la stagione degli incendi, da operatori attraverso l'attivazione di convenzioni con associazioni di volontariato ambientale, che sono in grado di attivare l'allarme alle prima avvisaglie dell'incendio. In alcune aree critiche sono stati attivati sistemi di videosorveglianza che fanno confluire le immagini acquisite da telecamere ad una centrale operativa che è in grado di interpretarle ed individuare sul nascere i focolai.
Queste iniziative hanno consentito di tenere sotto controllo l'intero territorio del Parco e attivare le operazioni di spegnimento immediatamente con l'insorgere del pericolo.

Il monitoraggio satellitare
Il Parco Nazionale dell'Alta Murgia quest'anno ha sperimentato, primo esempio in Italia, seguito successivamente dal Parco Nazionale della Majella, un servizio di monitoraggio satellitare con l'obiettivo incrementare le capacità di indagine e monitoraggio, riducendo i tempi di analisi e attivando un servizio di perimetrazione e monitoraggio nel tempo delle aree incendiate.
Il servizio di monitoraggio continuativo del Parco è stato realizzato adottando il sistema Rheticus® Wildfires sviluppato dall'azienda barese Planetek Italia, che è in grado di elaborare automaticamente le immagini immediatamente dopo che sono state acquisite dalla costellazione di satelliti europei Sentinel-2.
L'attivazione del servizio ha consentito la realizzazione di un report sulle aree percorse dal fuoco dell'area del Parco Nazionale dell'Alta Murgia nel periodo luglio-settembre 2017. L'elaborazione dei dati satellitari ha permesso con cadenza settimanale la localizzazione geografica, l'identificazione e la perimetrazione delle aree percorse dal fuoco, la classificazione degli eventi in base al grado di severità dei danni degli incendi a carico della vegetazione e la ripartizione per Comune di riferimento. Queste informazioni consentono di avere un quadro chiaro e dettagliato dell'estensione e dell'entità del fenomeno, utile a pianificare e porre in essere azioni di prevenzione e gestione delle aree percorse dal fuoco, effettuare valutazioni economiche preliminari dei danni degli interventi da realizzare.
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