Territorio
Incendio di terreno incolto in contrada Posta di Grotte
I federiciani temono il verificarsi di fenomeni di incendiari intorno alla pineta di Castel del Monte
Andria - lunedì 8 maggio 2017
Una telefonata di allerta incendio in contrada Posta di Grotte adiacente alla SS 170 direzione Castel del Monte ricevuta, intorno alle 11.45, è giunta ieri mattina alla segreteria dell'associazione dei Volontari Federiciani da parte di un signore residente nella contrada.
Giunta immediatamente sul posto, la ronda ha trovato i Vigili del Fuoco che stavano già operando per le operazioni di spegnimento. Pertanto i volontari federiciani si sono diretti sulla parte di incendio non ancora spento, nei pressi delle ville adiacenti, aiutandosi con un soffiatore e il modulo con l'acqua, operando con l'idrante dove stavano bruciando i rovi e gli alberi. L'incendio è stato appiccato a poco più di cento metri dal Parco dell'Alta Murgia in un'area denominata ZPS, ossia Zona a Protezione Speciale. L'area in oggetto è in stato di abbandono; in origine era un mandorleto al cui interno si trovano degli alberi di conifere. La ronda ha quindi fatto ritorno in sede alle ore 14, dopo aver rifornito d'acqua il proprio mezzo, alla cisterna che si trova sul pianale del maniero federiciano.
«Quest'anno è in atto la piromania - afferma il responsabile dei Volontari Federiciani, prof. Francesco Martiradonna - (dal greco πῦρ (pyr, fuoco) e μανία (mania), cioè un'intensa ossessione verso il fuoco, le fiamme in genere e gli effetti a ciò correlati, che spesso si attua con l'accensione intenzionale di incendi; chi attua tutto ciò è definito "piromane". Un termine affine è "incendiario", ma è doveroso distinguerli. Mentre per gli incendiari le tecniche di indagine e prevenzione delle forze dell'ordine possono ottenere qualche risultato, molto più difficile appare il loro compito per i cosiddetti «piromani» che non agiscono secondo un disegno criminoso, potenzialmente ben ricostruibile, come gli incendiari, ma seguendo percorsi mentali personali e spesso ben mimetizzati che possono rivelarsi soltanto a chi li frequenta e li segue anche professionalmente. È soprattutto la comunità, la famiglia, la scuola, il luogo di lavoro, il gruppo degli amici che possono aiutare gli individui a rischio, riducendo il rischio che, nel deserto delle relazioni, le loro frustrazioni si traducano in atti contro la collettività. Del resto, il cosiddetto piromane non aspetta l'estate per esprimere i suoi disturbi emotivi. Gli incendi vengono appiccati a beni privati e comuni in ogni periodo dell'anno, ma è evidente che la stagione calda e arida assicura risultati disastrosi fornendo, con spaventosa facilità, un'illusoria sensazione di potenza che si esprime talvolta perfino nella partecipazione alle attività di allarme, soccorso e spegnimento.
Quanto al ruolo dei mezzi di informazione, credo che il timore di fenomeni di imitazione e suggestione non debba impedire alla stampa di svolgere il suo ruolo e di tenere l'opinione pubblica vigile e informata su quanto avviene. Semmai, si potrebbe dare più spazio alla voce di chi lavora da anni nella protezione civile, perché sapere di più su cosa, come e perché fare, rassicura più dei silenzi o delle informazioni di chi non ha esperienza. Anche di questi aspetti dovrà occuparsi l'organizzazione di protezione civile e la cui rapida realizzazione potrebbe essere un primo concreto passo per fronteggiare sia le calamità naturali sia quelle provocate dall'uomo sul nostro territorio.
Dal mese di febbraio si sono avuti piccoli approcci agli incendi, poi nel mese di marzo ci sono stati non più approcci ma sporadici incendi, ad arrivare ad Aprile-Maggio si sono verificati numerosi incendi in diversi punti del territorio. Ma quello che mi preoccupa è il fatto che gli incendi si stanno sviluppando a spirale intorno al territorio del Castel del Monte. Il Dipartimento ha già dato un'allerta di attenzione e di intervento, ma i più non hanno avvertito la necessità di cogliere questa all'erta. Ho la vaga impressione -conclude Martiradonna- che quello che non hanno fatto lo scorso anno gli incendiari al Bosco di Conifere, in quanto i Volontari ed i Vigili del Fuoco fermarono le fiamme, lo possano fare nella stessa contrada però un tantino più su, nei pressi della zoccolatura della Pineta del Maniero Federiciano. Spero che possano essere solo dei miei presentimenti e non di più».
Giunta immediatamente sul posto, la ronda ha trovato i Vigili del Fuoco che stavano già operando per le operazioni di spegnimento. Pertanto i volontari federiciani si sono diretti sulla parte di incendio non ancora spento, nei pressi delle ville adiacenti, aiutandosi con un soffiatore e il modulo con l'acqua, operando con l'idrante dove stavano bruciando i rovi e gli alberi. L'incendio è stato appiccato a poco più di cento metri dal Parco dell'Alta Murgia in un'area denominata ZPS, ossia Zona a Protezione Speciale. L'area in oggetto è in stato di abbandono; in origine era un mandorleto al cui interno si trovano degli alberi di conifere. La ronda ha quindi fatto ritorno in sede alle ore 14, dopo aver rifornito d'acqua il proprio mezzo, alla cisterna che si trova sul pianale del maniero federiciano.
«Quest'anno è in atto la piromania - afferma il responsabile dei Volontari Federiciani, prof. Francesco Martiradonna - (dal greco πῦρ (pyr, fuoco) e μανία (mania), cioè un'intensa ossessione verso il fuoco, le fiamme in genere e gli effetti a ciò correlati, che spesso si attua con l'accensione intenzionale di incendi; chi attua tutto ciò è definito "piromane". Un termine affine è "incendiario", ma è doveroso distinguerli. Mentre per gli incendiari le tecniche di indagine e prevenzione delle forze dell'ordine possono ottenere qualche risultato, molto più difficile appare il loro compito per i cosiddetti «piromani» che non agiscono secondo un disegno criminoso, potenzialmente ben ricostruibile, come gli incendiari, ma seguendo percorsi mentali personali e spesso ben mimetizzati che possono rivelarsi soltanto a chi li frequenta e li segue anche professionalmente. È soprattutto la comunità, la famiglia, la scuola, il luogo di lavoro, il gruppo degli amici che possono aiutare gli individui a rischio, riducendo il rischio che, nel deserto delle relazioni, le loro frustrazioni si traducano in atti contro la collettività. Del resto, il cosiddetto piromane non aspetta l'estate per esprimere i suoi disturbi emotivi. Gli incendi vengono appiccati a beni privati e comuni in ogni periodo dell'anno, ma è evidente che la stagione calda e arida assicura risultati disastrosi fornendo, con spaventosa facilità, un'illusoria sensazione di potenza che si esprime talvolta perfino nella partecipazione alle attività di allarme, soccorso e spegnimento.
Quanto al ruolo dei mezzi di informazione, credo che il timore di fenomeni di imitazione e suggestione non debba impedire alla stampa di svolgere il suo ruolo e di tenere l'opinione pubblica vigile e informata su quanto avviene. Semmai, si potrebbe dare più spazio alla voce di chi lavora da anni nella protezione civile, perché sapere di più su cosa, come e perché fare, rassicura più dei silenzi o delle informazioni di chi non ha esperienza. Anche di questi aspetti dovrà occuparsi l'organizzazione di protezione civile e la cui rapida realizzazione potrebbe essere un primo concreto passo per fronteggiare sia le calamità naturali sia quelle provocate dall'uomo sul nostro territorio.
Dal mese di febbraio si sono avuti piccoli approcci agli incendi, poi nel mese di marzo ci sono stati non più approcci ma sporadici incendi, ad arrivare ad Aprile-Maggio si sono verificati numerosi incendi in diversi punti del territorio. Ma quello che mi preoccupa è il fatto che gli incendi si stanno sviluppando a spirale intorno al territorio del Castel del Monte. Il Dipartimento ha già dato un'allerta di attenzione e di intervento, ma i più non hanno avvertito la necessità di cogliere questa all'erta. Ho la vaga impressione -conclude Martiradonna- che quello che non hanno fatto lo scorso anno gli incendiari al Bosco di Conifere, in quanto i Volontari ed i Vigili del Fuoco fermarono le fiamme, lo possano fare nella stessa contrada però un tantino più su, nei pressi della zoccolatura della Pineta del Maniero Federiciano. Spero che possano essere solo dei miei presentimenti e non di più».