Vita di città

Allergie e vaccini, delucidazioni dalla dott.ssa Anita Lotti

L'allergologa dello studio medico IATROS approfondisce la questione allergica in vista della primavera

La primavera è quasi alle porte, e con molta probabilità tante persone hanno già cominciato ad accusare alcuni problemi respiratori dovuti ai pollini. A fornire alcune delucidazioni in merito a pollini ed allergie, che interessa la maggior parte di noi in questo periodo e nei mesi a seguire, è la dott.ssa Anita Lotti, allergologa presso lo studio medico IATROS in via De Nicola: «Sono 12 milioni gli italiani che nel periodo primaverile cominciano ad avere problemi respiratori e allergici come la rinite, accusando prurito e starnutazione accompagnati da sintomi congiuntivali, come prurito agli occhi e lacrimazione, e anche tosse secca, fino a ad arrivare all'asma. La rinite allergica colpisce fino al 30% dei pazienti delle classi giovanili intorno ai 20-30 anni, mentre l'asma colpisce fino al 6% della popolazione, anche se nell'ultimo quinquennio si è avuto un aumento della prevalenza, probabilmente per lo stile di vita occidentale e per l'inquinamento, che predispone a fattori allergici.

L'allergia, che colpisce 3 persone su 10, è un disturbo immunologico; il sistema immunitario dell'allergico riconosce i pollini, importanti per il perpetuarsi delle specie vegetali, come agenti estranei da cui difendersi, quindi produce anticorpi specifici, le IGE. Nella nostra area, i pollini che creano problemi sono 4: quelli di graminacee, che hanno forma a spiga e il cui periodo di pollinosi va da aprile a giugno con un altro picco a fine agosto e settembre; il polline di parietaria, una pianta selvatica che cresce lungo i marciapiedi, nei ruderi e nelle fessure dei muri, con un periodo di pollinosi da marzo ad ottobre, ma se la stagione è bella il polline può presentarsi anche a dicembre; il polline di olivo, di cui siamo immersi e il cui periodo di pollinosi è a maggio-giugno, e spesso l'allergia a questo polline provoca molti accessi al pronto soccorso; il polline del cipresso, presente già da gennaio e che può arrivare anche ad aprile, e che può essere sempervirens (quello dei cimiteri) o arizonica (argentato). La parietaria è molto più presente nella nostra provincia che in altre della Puglia. Non si conosce il gene responsabile dell'allergia ma si parla di familiarità allergica. Se un genitore è allergico, la probabilità che il figlio sia allergico sarà del 20%; se entrambi i genitori sono allergici, allora questa probabilità sale fino al 60-80 %. Bisogna anche considerare i fattori ambientali come l'inquinamento, con i problemi connessi dell'ozono e dello smog. Così i pollini si trasformano in super antigeni, rendendo l'allergene più potente che entra più facilmente nell'organismo poichè vengono lese le mucose respiratorie».

I sintomi da allergia, come sostiene l'allergologa dott.ssa Lotti, possono provocare problemi anche sulla qualità del lavoro o dello studio: «I sintomi da pollinosi interessano soprattutto il naso provocando la rinite, che riduce la qualità di vita del paziente: l'assenteismo dal lavoro è ridotto (solo l'1,4%), ma è scarsa la produttività lavorativa (fino al 40%), e la difficoltà di respirare col naso può provocare problemi di concentrazione e attenzione, con riduzione del rendimento scolastico nei giovani. La rinite può essere lieve-intermittente oppure grave-persistente. Le infiammazioni possono ridurre l'olfatto, quindi il paziente non sente bene gli odori poichè ha il naso chiuso; anche il gusto può essere alterato. Il paziente allergico sta peggio al mattino nelle giornate secche e nelle giornate ventilate, poichè il vento trasporta polline anche fino a 400 km. Dopo 10 anni, il 32% dei pazienti con rinite allergica sviluppa l'asma. Essa si manifesta con tosse secca, fiato corto e con un respiro sibilante, reazioni scatenate anche da uno sforzo fisico».

Test allergici, antistaminici e vaccino sono le armi per combattere le allergie, come approfondisce la dott.ssa Lotti: «La diagnosi di allergia si esplica attraverso un test cutaneo: si depositano sulle braccia delle goccine di estratti allergenici contenenti pollini di vari alberi o anche acari della polvere (a causa dei quali il paziente sta peggio ai cambi di stagione), di cane (meno allergenico), gatto (di cui non è allergenico tanto il pelo quanto la saliva), cavallo o coniglio, o anche di muffe (che si formano all'interno dei li antichi o cantine ma anche all'esterno su frutta in macerazione e foglie in decomposizione). Si punge con una microlancetta e si attende per circa 20 minuti: il test è positivo se sul braccio compare un eritema, un ponfo, che testimonia la presenza di anticorpi contro un allergene. Il test si può fare in qualsiasi periodo dell'anno, anche nel periodo di pollinosi (erroneamente si ritiene il contrario): l'importante è sospendere l'antistaminico per alcuni giorni, a seconda della categoria che si prende, e i cortisonici per bocca. Il test si può fare a qualsiasi età, dai 2-3 anni fino ai 60-70 anni. La terapia può consistere nell'utilizzo di antistaminici e cortisonici topici, come quelli nasali e farmaci ad azione bronco-dilatatrice. Secondo l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) l'unica terapia che può modificare il decorso naturale della patologia allergica e respiratoria è l'immunoterapia, ciò che chiamiamo vaccino. Essa consiste nella somministrazione di dosi crescenti dell'allergene a cui il paziente è allergico, fino ad una dose tollerata dal paziente, e si ripete periodicamente per circa 5 anni con dosi dapprima più diluite, poi più concentrate; in questo modo, secondo studi clinici, il vaccino garantisce una copertura per circa 20 anni. Il vaccino riduce i sintomi e il consumo dei farmaci. Il vaccino non ha effetti collaterali, si può avere solo un piccolo arrossamento locale del tutto normale in quanto il soggetto è allergico. Si può avere qualche effetto ritardato, ma nulla di preoccupante; reazioni sistemiche non si registrano, anche perchè si sono fatti molti progressi su ciò che è contenuto nei vaccini, sono molto tollerati».

Una precisazione, infine, sulle misure adottate dalla Regione Puglia nei confronti dei pazienti che richiedono il vaccino: «La Regione Puglia rimborsa il vaccino se si ha un reddito familiare pari o inferiore a 20 mila euro. Il paziente anticipa la quota ma poi si avviano delle pratiche in cui si specifica che la terapia è necessaria e insostituibile, e si invia un'autocertificazione del reddito. E' importante perchè ci sono regioni dove il vaccino non viene rimborsato ed è completamente a carico del paziente».
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