Scuola e Lavoro
Alla "Verdi-Cafaro" incontro con papà Gianpiero con "Lasciami Volare"
Con la partecipazione di Carolina Bocca, la storia del giovane Emanuele, morto per un allucinogeno
Andria - venerdì 4 maggio 2018
L'11 Maggio alle ore 20, presso la scuola media statale "Pasquale Cafaro" di Andria, Gianpiero Ghidini, testimonia la storia di suo figlio Emanuele, morto a soli 16 anni per un allucinogeno, con la partecipazione di Carolina Bocca.
"Corri al fiume, è successo qualcosa a Emanuele", una chiamata che irrompe nel cuore della notte, in casa Ghidini, nel novembre del 2013. Emanuele, 16 anni, dopo aver provato un acido, che qualcuno dei suoi amici più grandi gli offrì, annienta la sua lucidità. La notte diviene sempre più buia fino a quando, il ragazzo fuori di sé, si getta nelle acque gelide del fiume Chiese. Lo ritroveranno dieci ore dopo a distanza di duecento metri, morto annegato, proprio nello stesso punto dove qualche anno prima, accompagnato da suo padre Gianpiero, aveva liberato un pesciolino rosso che conoscerà la sua stessa fatale sorte, inghiottito da un'anatra sotto gli occhi sgomenti del bambino.
Da quella notte tragica, che segnerà una svolta radicale nella sua vita, papà Gianpiero, trova in quella perdita assurda, il senso della sua esistenza. Fonda, a distanza di qualche giorno dalla morte del figlio, l'Associazione "Pesciolino Rosso", che si impegna in tante iniziative per offrire sostegno a ragazzi e per tenerli lontani dal rischio della droga, fino alla pubblicazione di un libro "Lasciami volare". Un libro che nasce da quel dolore atroce che nessuna famiglia dovrebbe mai provare e per incoraggiare dialogo tra genitori e figli, perché si impari a spogliarsi delle proprie certezze e far spazio all'altro, al suo modo di vedere le cose.
Dal 2014 che papà Gianpiero non smette mai di girare l'Italia, non solo per offrire la sua testimonianza ma anche per sostenere i ragazzi a seguire i loro sogni. Parla con loro nelle aule delle scuole, negli oratori, nei bar dei bagni balneari e nei palazzetti sportivi, ottenendo costantemente riscontri positivi. Questa volta toccherà, anche, alla nostra città di Andria con un incontro costruttivo, aperto per tutti coloro che desidererebbero confrontarsi su uno dei temi più cruciali del mondo contemporaneo.
Gianpiero ha individuato nel dolore un mezzo per analizzare sé stesso e per rivelare i propri errori, ossia quello di confrontarsi con i giovani e con gli altri genitori come lui: "Noi genitori abbiamo sbagliato tutto, abbiamo insegnato ai nostri figli che devono essere perfetti e avere successo. Arriviamo da una cultura di materialismo e accumulo, chiediamo sincerità ma abbiamo una vita piena di bugie. Purtroppo i nostri figli, ci vedono come carabinieri e non come protettori, per questo non si confidano con noi. Noi genitori urliamo, vogliamo insegnare la disciplina. Ma la vita interiore dei nostri figli ci è completamente sconosciuta. Bisogna cambiare rotta e andare a fondo dell'anima dei nostri ragazzi".
I ragazzi vedono in Gianpiero un confidente a cui poter dire tutto, infatti gli scrivono su Facebook, che conta cinquecento soci e dieci mila contatti, sul sito della fondazione, via e-mail: raccontando le loro delusioni d'amore, della droga provata o problemi in famiglia. "I giovani si sentono sempre messi alla prova e per questo che faticano ad essere loro stessi. Con me si aprono facilmente e io con loro non parlo solo della droga che ha distrutto il mio Ema. Parlo di vita. Vorrei tanto aiutarli ad essere felici: ma se saranno egoisti e prevaricheranno gli adulti, allora felici non lo saranno mai".
Durante l'incontro, con l'assessore comunale alla P.I. Paola Albo, interverrà Carolina Bocca, una madre che racconta la sua storia drammatica che, grazie al suo coraggio è riuscita a salvare suo figlio Saba dal tunnel della droga. Anche in questo caso, la sua testimonianza si è rivelata vincente per tante persone che hanno vissuto o vivono situazioni simili, trasmettendo loro forza nei momenti più difficili della propria vita.
"Corri al fiume, è successo qualcosa a Emanuele", una chiamata che irrompe nel cuore della notte, in casa Ghidini, nel novembre del 2013. Emanuele, 16 anni, dopo aver provato un acido, che qualcuno dei suoi amici più grandi gli offrì, annienta la sua lucidità. La notte diviene sempre più buia fino a quando, il ragazzo fuori di sé, si getta nelle acque gelide del fiume Chiese. Lo ritroveranno dieci ore dopo a distanza di duecento metri, morto annegato, proprio nello stesso punto dove qualche anno prima, accompagnato da suo padre Gianpiero, aveva liberato un pesciolino rosso che conoscerà la sua stessa fatale sorte, inghiottito da un'anatra sotto gli occhi sgomenti del bambino.
Da quella notte tragica, che segnerà una svolta radicale nella sua vita, papà Gianpiero, trova in quella perdita assurda, il senso della sua esistenza. Fonda, a distanza di qualche giorno dalla morte del figlio, l'Associazione "Pesciolino Rosso", che si impegna in tante iniziative per offrire sostegno a ragazzi e per tenerli lontani dal rischio della droga, fino alla pubblicazione di un libro "Lasciami volare". Un libro che nasce da quel dolore atroce che nessuna famiglia dovrebbe mai provare e per incoraggiare dialogo tra genitori e figli, perché si impari a spogliarsi delle proprie certezze e far spazio all'altro, al suo modo di vedere le cose.
Dal 2014 che papà Gianpiero non smette mai di girare l'Italia, non solo per offrire la sua testimonianza ma anche per sostenere i ragazzi a seguire i loro sogni. Parla con loro nelle aule delle scuole, negli oratori, nei bar dei bagni balneari e nei palazzetti sportivi, ottenendo costantemente riscontri positivi. Questa volta toccherà, anche, alla nostra città di Andria con un incontro costruttivo, aperto per tutti coloro che desidererebbero confrontarsi su uno dei temi più cruciali del mondo contemporaneo.
Gianpiero ha individuato nel dolore un mezzo per analizzare sé stesso e per rivelare i propri errori, ossia quello di confrontarsi con i giovani e con gli altri genitori come lui: "Noi genitori abbiamo sbagliato tutto, abbiamo insegnato ai nostri figli che devono essere perfetti e avere successo. Arriviamo da una cultura di materialismo e accumulo, chiediamo sincerità ma abbiamo una vita piena di bugie. Purtroppo i nostri figli, ci vedono come carabinieri e non come protettori, per questo non si confidano con noi. Noi genitori urliamo, vogliamo insegnare la disciplina. Ma la vita interiore dei nostri figli ci è completamente sconosciuta. Bisogna cambiare rotta e andare a fondo dell'anima dei nostri ragazzi".
I ragazzi vedono in Gianpiero un confidente a cui poter dire tutto, infatti gli scrivono su Facebook, che conta cinquecento soci e dieci mila contatti, sul sito della fondazione, via e-mail: raccontando le loro delusioni d'amore, della droga provata o problemi in famiglia. "I giovani si sentono sempre messi alla prova e per questo che faticano ad essere loro stessi. Con me si aprono facilmente e io con loro non parlo solo della droga che ha distrutto il mio Ema. Parlo di vita. Vorrei tanto aiutarli ad essere felici: ma se saranno egoisti e prevaricheranno gli adulti, allora felici non lo saranno mai".
Durante l'incontro, con l'assessore comunale alla P.I. Paola Albo, interverrà Carolina Bocca, una madre che racconta la sua storia drammatica che, grazie al suo coraggio è riuscita a salvare suo figlio Saba dal tunnel della droga. Anche in questo caso, la sua testimonianza si è rivelata vincente per tante persone che hanno vissuto o vivono situazioni simili, trasmettendo loro forza nei momenti più difficili della propria vita.