Religioni
Alla Masseria San Vittore stage formativo per agenti di Polizia Penitenziaria
Misura alternativa al carcere con il progetto Diocesano “Senza Sbarre”
Andria - domenica 16 aprile 2023
9.39
L'affidamento in prova già dalla sua nascita, introduceva il concetto di "Giustizia riparativa", ovvero l'introduzione di una logica sanzionatoria improntata alla rieducazione e al reinserimento sociale del reo, in netta contrapposizione con le altre logiche sanzionatorie, tra le quali: la logica retributiva: la pena è un mero corrispettivo della trasgressione e la legge del taglione: compensare il male subito, infliggendone dell'altro.
Il valore su cui si basa il nostro ordinamento è la dignità umana, su cui si fondano tutti gli altri diritti. La restrizione alla libertà personale non comporta una perdita di dignità e non deve tradursi in sofferenza aggiuntiva.
Non meno importante è condividere con la Polizia Penitenziaria questo importante progetto educativo. Hanno visitato la struttura un nutrito numero di agenti penitenziari ai quali Don Riccardo Agresti responsabile del progetto Diocesano "Senza Sbarre" si è rivolto illustrando il progetto secondo la legge e secondo la Chiesa ed ha aggiunto: "La legge 'Cartabia' si traduce nell'attenzione delle misure alternative al carcere, ma anche una nuova focalizzazione sull'uomo. Nei tribunali non è rivolta l'attenzione solo al reato, ma anche all'uomo che ha commesso il reato, quindi la vostra presenza qui è una presenza di attenzione a ciò che si fa non solo in virtù di una legge , ma perché c'è una Chiesa che è lungimirante, il Vangelo arriva sempre prima alla sua attualizzazione, per le cose belle è sempre veloce per le cose dove deve stare attenta a capire quella che è la mentalità del mondo è un po' più lenta. Ciò che è per il mondo non è secondo il progetto di Dio, è lo Spirito Santo che deve illuminare .Quindi anche per quello che voi vi accingete a compiere come servizio in tanti Istituti di Pena, è importante che si colga all'interno delle carceri non ci sono dei leoni in gabbia, ma ci sono delle persone e quando si sta fuori dal carcere si sta in una dimensione concreta come avviene in tutte le realtà che vogliono riscattarsi, che vogliono fare un'analisi critica su se stessi, vogliono capire che insieme con gli altri bisogna rispettare le regole."
Anche per il preparato personale della Polizia Penitenziaria, in particolare per coloro che sono responsabili della formazione, vi è una ormai consolidata presa d'atto, come del resto lo sta facendo l'amministrazione penitenziaria, circa progetti innovativi e soprattutto collaborazioni rieducative, che possono giungere dal mondo esterno, proprio a garanzia dell'applicazione della normativa che prevede che ci possa essere l'esecuzione alternativa della pena. Un percorso di riabilitazione virtuoso che potranno acquisire coloro che espieranno la pena.
Il valore su cui si basa il nostro ordinamento è la dignità umana, su cui si fondano tutti gli altri diritti. La restrizione alla libertà personale non comporta una perdita di dignità e non deve tradursi in sofferenza aggiuntiva.
Non meno importante è condividere con la Polizia Penitenziaria questo importante progetto educativo. Hanno visitato la struttura un nutrito numero di agenti penitenziari ai quali Don Riccardo Agresti responsabile del progetto Diocesano "Senza Sbarre" si è rivolto illustrando il progetto secondo la legge e secondo la Chiesa ed ha aggiunto: "La legge 'Cartabia' si traduce nell'attenzione delle misure alternative al carcere, ma anche una nuova focalizzazione sull'uomo. Nei tribunali non è rivolta l'attenzione solo al reato, ma anche all'uomo che ha commesso il reato, quindi la vostra presenza qui è una presenza di attenzione a ciò che si fa non solo in virtù di una legge , ma perché c'è una Chiesa che è lungimirante, il Vangelo arriva sempre prima alla sua attualizzazione, per le cose belle è sempre veloce per le cose dove deve stare attenta a capire quella che è la mentalità del mondo è un po' più lenta. Ciò che è per il mondo non è secondo il progetto di Dio, è lo Spirito Santo che deve illuminare .Quindi anche per quello che voi vi accingete a compiere come servizio in tanti Istituti di Pena, è importante che si colga all'interno delle carceri non ci sono dei leoni in gabbia, ma ci sono delle persone e quando si sta fuori dal carcere si sta in una dimensione concreta come avviene in tutte le realtà che vogliono riscattarsi, che vogliono fare un'analisi critica su se stessi, vogliono capire che insieme con gli altri bisogna rispettare le regole."
Anche per il preparato personale della Polizia Penitenziaria, in particolare per coloro che sono responsabili della formazione, vi è una ormai consolidata presa d'atto, come del resto lo sta facendo l'amministrazione penitenziaria, circa progetti innovativi e soprattutto collaborazioni rieducative, che possono giungere dal mondo esterno, proprio a garanzia dell'applicazione della normativa che prevede che ci possa essere l'esecuzione alternativa della pena. Un percorso di riabilitazione virtuoso che potranno acquisire coloro che espieranno la pena.