Territorio
Alberi pericolanti: 95 gli interventi compiuti nella Bat dai Vigili del Fuoco per l'anno 2023
Necessario ripensare allo sviluppo delle città, favorendo la diffusione del verde pubblico e privato
BAT - domenica 1 settembre 2024
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Sono stati 1891 gli interventi per alberi pericolanti dei Vigili del Fuoco in Puglia in aumento del 7% rispetto all'anno precedente, con un indice di pericolosità che cresce anche a causa degli eventi estremi. E' l'allarme lanciato da Coldiretti Puglia, sulla base dei dati dell'Annuario 2024 dei Vigili del Fuoco (con dati 2023), in relazione al ferimento di due anziani a Manfredonia a causa della caduta del ramo di un albero nella villa comunale.
Degli interventi effettuati dai Vigili del Fuoco in Puglia nel 2023, sono stati nel dettaglio 279 a Bari, 95 nel BAT, 348 a Brindisi, 334 a Foggia, 477 a Lecce e 358 a Taranto, dove le piante cadono – evidenzia Coldiretti regionale – anche per la scelta di essenze sbagliate per il clima, il terreno o la posizione, ma anche per gli errori sulle dimensioni e sul rispetto delle distanze per un corretto sviluppo delle radici, sul quale pesa soprattutto la mancanza di manutenzione adeguata con potature eseguite senza la necessaria professionalità.
Con le risorse del PNRR saranno piantati 446mila alberi nella città metropolitana di Bari – 41 comuni in cui vivono più di 1.224.756 di abitanti – per contrastare – spiega Coldiretti Puglia - l'inquinamento atmosferico, i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità, oltre alla necessità di far rifiorire in tutta la Puglia città, giardini, aree pubbliche e private per combattere lo smog e gli effetti dei cambiamenti climatici.
Ma i cambiamenti climatici hanno anche favorito la proliferazione di parassiti spesso arrivati dall'estero che – continua la Coldiretti Puglia – ha conseguenze catastrofiche sul verde, ma anche sulla sicurezza, con problemi di stabilità degli alberi. Una situazione sulla quale occorre intervenire con una gestione professionale, che preveda il ricorso alla figura del manutentore del verde con idonea qualifica, anche attraverso la rivalutazione del ruolo degli agricoltori così come previsto dalla legge di orientamento che consente ai Comuni di delegare la manutenzione agli imprenditori agricoli ed evitare così una gestione improvvisata che mette in pericolo i cittadini.
Per mantenere l'impegno a contrastare i cambiamenti climatici bisogna intervenire in modo strutturale sugli ambienti metropolitani – afferma Coldiretti Puglia - ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato considerato che in Puglia la dotazione di verde urbano che nella maggior parte delle città non supera i 10 metri quadrati per abitante con una situazione preoccupante per i grandi centri dove si oscilla dai 9,2 di Bari ai 9 di Foggia, dai 14,4 metri quadrati di Taranto ai 9,6 di Lecce fino agli 11,9 metri quadrati a Brindisi, secondo l'Istat.
Il criterio ispiratore del lavoro è "piantare l'albero giusto al posto giusto", tenendo conto delle specificità territoriali e puntando esclusivamente su piante e fiori Made in Italy, con il verde che è importante perché migliora anche la qualità della vita nelle città considerato che una pianta adulta è capace di catturare dall'aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili mentre un ettaro di piante è in grado di aspirare dall'ambiente ben 20mila chili di anidride carbonica (CO2) all'anno, secondo una analisi della Coldiretti.
Degli interventi effettuati dai Vigili del Fuoco in Puglia nel 2023, sono stati nel dettaglio 279 a Bari, 95 nel BAT, 348 a Brindisi, 334 a Foggia, 477 a Lecce e 358 a Taranto, dove le piante cadono – evidenzia Coldiretti regionale – anche per la scelta di essenze sbagliate per il clima, il terreno o la posizione, ma anche per gli errori sulle dimensioni e sul rispetto delle distanze per un corretto sviluppo delle radici, sul quale pesa soprattutto la mancanza di manutenzione adeguata con potature eseguite senza la necessaria professionalità.
Con le risorse del PNRR saranno piantati 446mila alberi nella città metropolitana di Bari – 41 comuni in cui vivono più di 1.224.756 di abitanti – per contrastare – spiega Coldiretti Puglia - l'inquinamento atmosferico, i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità, oltre alla necessità di far rifiorire in tutta la Puglia città, giardini, aree pubbliche e private per combattere lo smog e gli effetti dei cambiamenti climatici.
Ma i cambiamenti climatici hanno anche favorito la proliferazione di parassiti spesso arrivati dall'estero che – continua la Coldiretti Puglia – ha conseguenze catastrofiche sul verde, ma anche sulla sicurezza, con problemi di stabilità degli alberi. Una situazione sulla quale occorre intervenire con una gestione professionale, che preveda il ricorso alla figura del manutentore del verde con idonea qualifica, anche attraverso la rivalutazione del ruolo degli agricoltori così come previsto dalla legge di orientamento che consente ai Comuni di delegare la manutenzione agli imprenditori agricoli ed evitare così una gestione improvvisata che mette in pericolo i cittadini.
Per mantenere l'impegno a contrastare i cambiamenti climatici bisogna intervenire in modo strutturale sugli ambienti metropolitani – afferma Coldiretti Puglia - ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato considerato che in Puglia la dotazione di verde urbano che nella maggior parte delle città non supera i 10 metri quadrati per abitante con una situazione preoccupante per i grandi centri dove si oscilla dai 9,2 di Bari ai 9 di Foggia, dai 14,4 metri quadrati di Taranto ai 9,6 di Lecce fino agli 11,9 metri quadrati a Brindisi, secondo l'Istat.
Il criterio ispiratore del lavoro è "piantare l'albero giusto al posto giusto", tenendo conto delle specificità territoriali e puntando esclusivamente su piante e fiori Made in Italy, con il verde che è importante perché migliora anche la qualità della vita nelle città considerato che una pianta adulta è capace di catturare dall'aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili mentre un ettaro di piante è in grado di aspirare dall'ambiente ben 20mila chili di anidride carbonica (CO2) all'anno, secondo una analisi della Coldiretti.