Associazioni
Al CPIA Bat di Andria una cena sociale con "La Téranga", "Capital Sud" e "Migrantes Liberi"
L'iniziativa rientra nel progetto "Crait", finanziato dal Cpia BAT grazie ai fondi del Piano Estate anno scolastico 2021/22
Andria - sabato 2 ottobre 2021
07.00
Lo scorso 30 settembre, presso la sede andriese del Cpia BAT diretto dal prof. Paolo Farina, si è tenuta la cena sociale organizzata in collaborazione con la cooperativa sociale e di lavoro "La Téranga", l'associazione di promozione sociale "Capital Sud" e la comunità "Migrantes Liberi" che ospita i corsisti del Cpia BAT. All'evento hanno presenziato Giuseppina Lotito, provveditore agli studi di Bari e BAT; Maria Ida Episcopo, provveditore agli studi di Foggia; dott.ssa Mariella Immacolata Porro, dirigente Uffici Generali Prefettura BAT; S.E. Mons. Luigi Mansi, vescovo di Andria; Francesca Zitoli, assessore P.I. del Comune di Trani; Daniela di Bari, assessore alla Bellezza del Comune di Andria; alcuni rappresentanti delle Istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado nelle quali sono attivi i corsi di istruzione degli adulti, fra cui l'I.I.S.S. "S. Cosmai" di Bisceglie e l'I.I.S.S. "L. Einaudi" di Canosa di Puglia.
La cena sociale rientra nel progetto "Crait" (che significa "creta" e allude all'usanza di condividere e consumare il cibo in un grande recipiente di creta), finanziato dal Cpia BAT grazie ai fondi del Piano Estate anno scolastico 2021/22 e animato da una serie di attività dal grande valore comunitario come, ad esempio, la panificazione, la realizzazione della salsa e dell'olio d'oliva, oltre all'orto, alla sartoria e al ristorante sociale; vi hanno aderito l'associazione culturale "Capital Sud", il centro di accoglienza "Migrantes" e il ristorante sociale "La Téranga".
Tutti i presenti hanno inoltre avuto il piacere di assistere allo spettacolo teatrale intitolato "Il bestiario materano" a cura della compagnia "IAC Centro Arti Integrate": a partire dalla scoperta e dall'analisi dei gesti ricorrenti della gente, in modo naturale si è arrivati alla trasformazione in suoni e in parole, creando una continuità organica dalla carne che si fa verbo o, come è stata definita, "la lingua della confidenza originaria". La messa in scena è stata il frutto di un percorso di immersione nelle storie della tradizione orale che hanno per protagonisti gli animali: galline, galli, asini, capre, volpi, lupi, gufi e tanti altri interpreti di un sapere arcaico che ha ancora molto da dire. Tale percorso ha coinvolto alcuni bimbi, ospiti dell'Officina San Domenico di Andria, appassionandoli ad un'attività di esplorazione di queste storie della tradizione.
Durante la serata gli ospiti hanno ascoltato le storie di accoglienza della cooperativa sociale "Migrantes", fra cui quella narrata da Diallo, diciottenne originario della Guinea e beneficiario del progetto SAI (ex SPRAR) presso una struttura confiscata alla mafia sita ad Andria e intitolata al giudice Rosario Livatino. Diallo ha offerto la sua testimonianza e ha raccontato il suo viaggio verso l'Italia, passando per il Mali, l'Algeria e le difficoltà del deserto, la Libia dove ha conosciuto anche persone fuggite dell'Afghanistan e poi l'attraversamento in mare, per dieci giorni, su una barca insieme ad altre 130 persone tra cui donne, bambini e anziani (diverse delle quali decedute nelle acque); poi ancora Trapani e Brindisi, dove ha avuto l'opportunità di studiare. Diallo ha così riferito: «Le persone che hanno la pelle di un colore diverso spesso sono vittime di offese e ingiurie ma la vita è di tutti e per tutti».
Ha in seguito preso la parola il rappresentante della "Migrantes", Don Geremia Acri, il quale ha esplicitato la mission della cooperativa: «Noi abbiamo tre pilastri ovvero Liberi, Autonomi, Indipendenti e questo fare così solidale è nato da una casa di accoglienza, la "Santa Maria Goretti" della diocesi di Andria; uno strumento per debellare la discriminazione è la Cura della persona e la diffusione della Cultura come acquedotto per tutti, al di là di un tetto e di un piatto».
La cena sociale rientra nel progetto "Crait" (che significa "creta" e allude all'usanza di condividere e consumare il cibo in un grande recipiente di creta), finanziato dal Cpia BAT grazie ai fondi del Piano Estate anno scolastico 2021/22 e animato da una serie di attività dal grande valore comunitario come, ad esempio, la panificazione, la realizzazione della salsa e dell'olio d'oliva, oltre all'orto, alla sartoria e al ristorante sociale; vi hanno aderito l'associazione culturale "Capital Sud", il centro di accoglienza "Migrantes" e il ristorante sociale "La Téranga".
Tutti i presenti hanno inoltre avuto il piacere di assistere allo spettacolo teatrale intitolato "Il bestiario materano" a cura della compagnia "IAC Centro Arti Integrate": a partire dalla scoperta e dall'analisi dei gesti ricorrenti della gente, in modo naturale si è arrivati alla trasformazione in suoni e in parole, creando una continuità organica dalla carne che si fa verbo o, come è stata definita, "la lingua della confidenza originaria". La messa in scena è stata il frutto di un percorso di immersione nelle storie della tradizione orale che hanno per protagonisti gli animali: galline, galli, asini, capre, volpi, lupi, gufi e tanti altri interpreti di un sapere arcaico che ha ancora molto da dire. Tale percorso ha coinvolto alcuni bimbi, ospiti dell'Officina San Domenico di Andria, appassionandoli ad un'attività di esplorazione di queste storie della tradizione.
Durante la serata gli ospiti hanno ascoltato le storie di accoglienza della cooperativa sociale "Migrantes", fra cui quella narrata da Diallo, diciottenne originario della Guinea e beneficiario del progetto SAI (ex SPRAR) presso una struttura confiscata alla mafia sita ad Andria e intitolata al giudice Rosario Livatino. Diallo ha offerto la sua testimonianza e ha raccontato il suo viaggio verso l'Italia, passando per il Mali, l'Algeria e le difficoltà del deserto, la Libia dove ha conosciuto anche persone fuggite dell'Afghanistan e poi l'attraversamento in mare, per dieci giorni, su una barca insieme ad altre 130 persone tra cui donne, bambini e anziani (diverse delle quali decedute nelle acque); poi ancora Trapani e Brindisi, dove ha avuto l'opportunità di studiare. Diallo ha così riferito: «Le persone che hanno la pelle di un colore diverso spesso sono vittime di offese e ingiurie ma la vita è di tutti e per tutti».
Ha in seguito preso la parola il rappresentante della "Migrantes", Don Geremia Acri, il quale ha esplicitato la mission della cooperativa: «Noi abbiamo tre pilastri ovvero Liberi, Autonomi, Indipendenti e questo fare così solidale è nato da una casa di accoglienza, la "Santa Maria Goretti" della diocesi di Andria; uno strumento per debellare la discriminazione è la Cura della persona e la diffusione della Cultura come acquedotto per tutti, al di là di un tetto e di un piatto».