Vita di città
Agende Rosse ad Andria: «Il PM Di Matteo non sarà mai solo»
Il sit in ieri pomeriggio in Piazza Catuma in contemporanea con Palermo
Andria - sabato 21 dicembre 2013
10.27
«Il PM Di Matteo e tutto il pool antimafia di Palermo non saranno mai soli». Il sit in di ieri pomeriggio ad Andria in Piazza Catuma in contemporanea con altre città d'Italia ed in particolare Palermo, voleva lanciare proprio questo segnale che giunge dai cittadini attenti osservatori delle vicende nazionali: «Stride l'assenza di istituzioni e politici - dice Monica Guglielmi, iscritta al Movimento delle Agende Rosse ed animatrice della manifestazione - più volte si è dichiarato in passato di voler combattere per la legalità. Quest'oggi è un passaggio importante proprio per questo tema e se l'indagine sulle connivenze Stato-Mafia non potranno andare avanti sarà una sconfitta per tutti».
Striscioni ed un capannello di cittadini ha accompagnato una discussione sulle ragioni del sit in e sulle opinioni rispetto ad un tema così complesso: «Le Agende Rosse nascono per opera di Salvatore Borsellino, fratello di Paolo - ci dice ancora Monica Guglielmi - e si basano sulla scomparsa dell'ormai famosa agenda del magistrato assassinato in cui si pensa potessero esserci i nomi di importanti personaggi politici che hanno dato vita a questa trattativa stato-mafia». Aspetto rilevante per la manifestazione di ieri pomeriggio in tutta Italia è stato quello di non poter avere il PM Di Matteo in aula a Milano per via delle minacce di Totò Riina: «C'è stata pochissima indignazione rispetto a questo - conclude Monica Guglielmi - un magistrato non può fare il suo lavoro per via delle minacce ricevute e le istituzioni sono molto timide rispetto a questo argomento. Il PM sarebbe potuto arrivare a Milano solo con un carrarmato. E questo un paese civile non lo può accettare».
Striscioni ed un capannello di cittadini ha accompagnato una discussione sulle ragioni del sit in e sulle opinioni rispetto ad un tema così complesso: «Le Agende Rosse nascono per opera di Salvatore Borsellino, fratello di Paolo - ci dice ancora Monica Guglielmi - e si basano sulla scomparsa dell'ormai famosa agenda del magistrato assassinato in cui si pensa potessero esserci i nomi di importanti personaggi politici che hanno dato vita a questa trattativa stato-mafia». Aspetto rilevante per la manifestazione di ieri pomeriggio in tutta Italia è stato quello di non poter avere il PM Di Matteo in aula a Milano per via delle minacce di Totò Riina: «C'è stata pochissima indignazione rispetto a questo - conclude Monica Guglielmi - un magistrato non può fare il suo lavoro per via delle minacce ricevute e le istituzioni sono molto timide rispetto a questo argomento. Il PM sarebbe potuto arrivare a Milano solo con un carrarmato. E questo un paese civile non lo può accettare».