Vita di città
Afghanistan, Sindaco Bruno: «Governo si attivi con coraggio e determinazione per individuare soluzioni concrete»
Il drammatico post serale della Prima cittadina, dedicato alla tragedia umanitaria e politica che sta vivendo il paese mediorientale
Andria - martedì 17 agosto 2021
7.02
Immagini strazianti quelle che giungono dall'Afghanistan, che stanno portando l'occidente industrializzato a chiedersi cosa non è stato fatto e quali strategie mettere in atto per alleviare i dolori di questo popolo così martoriato. Ecco il post che il Primo Cittadino Giovanna Bruno ha voluto dedicare all'Afghanistan, in questa drammatiche e convulse giornate.
«Accanto alle preoccupazioni e alle attività di questo periodo estivo tra incendi, sicurezza, discariche abusive, traffico, pulizia e altro, in queste ore si fissano, agghiaccianti, le immagini che ci arrivano dall'Afghanistan.
Inizialmente qualcuno pensava fossero le scene consumate un ventennio fa, in quello che fu un difficile 2001 per le popolazioni e per gli equilibri mondiali.
Invece no.
È storia di questi giorni, di queste ore.
Che si abbatte, violenta, su ciascuno di noi. Chiamato a non voltare lo sguardo, a non fare finta di niente.
Violenza, violenza inaudita. Violenza che per quel popolo è il preludio di una nuova stagione di negazione dei più elementari diritti umani e di ogni libertà.
A pagare le conseguenze maggiori saranno donne e bambine, come ci ricordano le scene e i racconti di quel 2001.
E mentre i Paesi occidentali con i loro governi si interrogano e si adoperano per individuare soluzioni, sperando di essere ancora in tempo per evitare il peggio, quel peggio è già qui.
Avete letto degli sbarchi nel Salento, praticamente in casa nostra.
La Puglia, il suo mare... questo corridoio naturale di accoglienza è di nuovo crocevia di speranza ma anche di morte.
Donne, bambini, anziani, malati... in fuga. Verso quale meta? Verso quale futuro? Con quale prospettiva? Con quali forme di aiuto?
Questa è violenza allo stato puro, esaltata dalla mano feroce dei talebani, da cui si cerca in qualche modo e a qualunque prezzo di scappare.
La nostra città, lontana dalle analisi storiche e dalle valutazioni di politica internazionale, si senta chiamata in causa; pronta ad intervenire per qualunque forma di aiuto si dovesse palesare; a sostegno di chi vive il dramma della peggiore delle occupazioni.
Insomma, nel mentre chiediamo con forza al nostro governo centrale di non fermarsi ad essere attonito e sgomento, ma ad attivarsi con coraggio e determinazione per individuare soluzioni concrete da offrire ai tavoli internazionali, noi non dobbiamo girarci dall'altra parte».
«Accanto alle preoccupazioni e alle attività di questo periodo estivo tra incendi, sicurezza, discariche abusive, traffico, pulizia e altro, in queste ore si fissano, agghiaccianti, le immagini che ci arrivano dall'Afghanistan.
Inizialmente qualcuno pensava fossero le scene consumate un ventennio fa, in quello che fu un difficile 2001 per le popolazioni e per gli equilibri mondiali.
Invece no.
È storia di questi giorni, di queste ore.
Che si abbatte, violenta, su ciascuno di noi. Chiamato a non voltare lo sguardo, a non fare finta di niente.
Violenza, violenza inaudita. Violenza che per quel popolo è il preludio di una nuova stagione di negazione dei più elementari diritti umani e di ogni libertà.
A pagare le conseguenze maggiori saranno donne e bambine, come ci ricordano le scene e i racconti di quel 2001.
E mentre i Paesi occidentali con i loro governi si interrogano e si adoperano per individuare soluzioni, sperando di essere ancora in tempo per evitare il peggio, quel peggio è già qui.
Avete letto degli sbarchi nel Salento, praticamente in casa nostra.
La Puglia, il suo mare... questo corridoio naturale di accoglienza è di nuovo crocevia di speranza ma anche di morte.
Donne, bambini, anziani, malati... in fuga. Verso quale meta? Verso quale futuro? Con quale prospettiva? Con quali forme di aiuto?
Questa è violenza allo stato puro, esaltata dalla mano feroce dei talebani, da cui si cerca in qualche modo e a qualunque prezzo di scappare.
La nostra città, lontana dalle analisi storiche e dalle valutazioni di politica internazionale, si senta chiamata in causa; pronta ad intervenire per qualunque forma di aiuto si dovesse palesare; a sostegno di chi vive il dramma della peggiore delle occupazioni.
Insomma, nel mentre chiediamo con forza al nostro governo centrale di non fermarsi ad essere attonito e sgomento, ma ad attivarsi con coraggio e determinazione per individuare soluzioni concrete da offrire ai tavoli internazionali, noi non dobbiamo girarci dall'altra parte».