Nicola Basile
Nicola Basile
Vita di città

Ad Andria studente disprassico si laurea: “E’ solo un punto di partenza”

Si chiama Nicola Basile e lo scorso luglio ha conseguito la laurea magistrale in Scienze Pedagogiche

Se la bellezza avesse un volto sarebbe quello di Nicola Basile. Un giovane andriese di appena 24 anni, ben consapevole che il limite può trasformarsi in opportunità. Lo è la disprassia, ovvero disturbi della coordinazione motoria e mentale, a condizione di avere tanta determinazione, tenacia e fiducia in se stessi. Qualità dimostrate da Nicola, che malgrado le innumerevoli difficoltà, ce l'ha fatta: è riuscito a laurearsi, dapprima in Scienze dell'Educazione, e poi, lo scorso 8 luglio, in Scienze Pedagogiche, completando così il percorso di studi quinquennale nella sala consiliare di Palazzo di Città, ricevendo le congratulazioni della Prima Cittadina, Giovanna Bruno.

Nicola è pronto a raccontarci la sua storia, dalle difficoltà che ha dovuto superare durante gli anni scolastici alla laurea. Ma nonostante ciò, non si è mai arreso. Essersi laureato rappresenta la sua più grande rivincita, anzi è solo un punto di partenza. Augurandosi che sia un trampolino di lancio per la realizzazione di quelli che sono i suoi sogni.
  • Ciao Nicola. Parlami un po' di te. Come è stata la tua infanzia e come è stato approcciarsi al mondo scolastico, e poi a quello universitario?
Ho 24 anni, la mia infanzia è stata abbastanza felice finché non mi sono imbattuto in prove scolastiche per me difficili, che hanno avuto ripercussioni sulla mia autostima e sul mio carattere, prima aperto e gioviale, poi, progressivamente più chiuso e insicuro.
L'approccio scolastico è stato difficile e alle volte frustrante. Dopo la scuola dell'obbligo, su consiglio dei miei genitori e in considerazione delle mie propensioni e delle mie difficoltà (sono dislessico e discalculico) ho optato per il Liceo delle Scienze Umane.
  • Cosa ti ha spinto ad iscriverti al corso di laurea in Scienze dell'Educazione?
La scelta è stata la naturale conseguenza del mio percorso scolastico, oltre che una ricerca di capire di più delle mie difficoltà scolastiche e sociali e non ultima una sfida con me stesso e con chi non aveva mai creduto nelle mie capacità.

Il sostegno di chi mi ha voluto sempre bene e l'incontro con le persone giuste lungo il mio percorso di studi mi ha permesso di conseguire la laurea triennale in Scienze della Formazione a 22 anni (17 dicembre 2019) e la laurea magistrale in Scienze Pedagogiche a 24 anni (8 luglio 2021). Dicevo "persone giuste", perché difficoltà ed ostacoli ne ho incontrati e sono caduto più volte, ma il supporto morale di tali persone mi ha dato la giusta forza per rialzarmi e proseguire, fino a giungere alla stesura della mia tesi magistrale dal titolo "Dall'inclusione all'inclucation", attraverso la quale ho cercato di analizzare più da vicino la mia situazione attraverso le esperienze di alcune categorie di non-inclusi nella nostra società, attenta alle apparenze e poco sensibile all'essere dell'individuo. Ho esaminato tre realtà locali che si occupano di includere ex-carcerati (Senza sbarre di Don Riccardo Agresti e Don Vincenzo Giannelli), specialmente abili (Fondazione per le neurodiversità pugliese dell'avv. Francesco Bruno) e i migranti (Migrantes liberi di Don Geremia Acri). In tutte queste situazioni tanto ci si sta adoperando per la preogressiva inclusione di tali individui, ma spesso si incontrano ostacoli insormontabili causati da una mentalità della società che include solo a parole.
  • Qual è stato l'ostacolo più grande che hai dovuto superare?
Nella vita ho incontrato tanti ostacoli, come tutti, ma il più grande forse è stato combattere contro il pregiudizio e la chiusura mentale della gente nei riguardi di chi come me presenta qualche diversità rispetto a quello che è lo standard di normalità diffuso.
  • Cosa sogni per il tuo futuro?
Per il mio futuro auspico un completo e adeguato inserimento sociale e lavorativo, vorrei anche che non si verifichino più episodi di cattiva inclusione, che portano tanta sofferenza. Inoltre spero che mediante l'inclucation (educazione all'inclusione) che io propongo nella mia tesi ci possa essere una società più pronta ad includere veramente, valorizzando le specialità di ciascuno.
  • C'è un messaggio che vorresti rivolgere a tutti coloro che stanno leggendo la tua storia? Se sì, quale?
Il messaggio che vorrei lasciare a chi come me sta soffrendo o ha sofferto, è quello di non abbattersi mai, agli altri è quello di aprire gli occhi alla bellezza della variegata umanità, valorizzandola adeguatamente.



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