Territorio
Ad Andria impiantato per la prima volta un defibrillatore sottocutaneo
Consente un impianto senza toccare né cuore né vasi sanguigni ed è poco invasivo
Andria - giovedì 16 febbraio 2017
14.26
E' sottocutaneo, consente un impianto senza toccare né cuore né vasi sanguigni ed è poco invasivo. Ad Andria, per la prima volta, è stato impiantato un defibrillatore sottocutaneo a un uomo di 46 anni colpito da arresto cardiaco: l'intervento è stato eseguito dalla equipe della unità operativa di Cardiologia diretta da Michele Cannone.
Il defibrillatore sottocutaneo ha uno spessore di 12 millimetri, una lunghezza di circa 8 centimetri e duna larghezza di circa 7 centimetri e viene impiantato sotto la pelle, evitando cateteri nel cuore.
«Siamo molto soddisfatti del primo intervento eseguito – dice Michele Cannone, Direttore U.O. Cardiologia Bonomo – il defibrillatore sottocutaneo è meno invasivo rispetto alla apparecchiature classiche e consente di ottenere ottimi risultati, a totale beneficio dei pazienti».
«L'adozione di tecnologie mediche innovative e di soluzioni terapeutiche minimamente invasive consente oggi di ottenere risultati eccellenti con minori disagi per i pazienti – sottolinea Ottavio Narracci, Direttore Generale Asl Bt – i casi clinici ritenuti idonei dai cardiologi interventisti possono sicuramente beneficiare di tecniche sicure e innovative».
Il defibrillatore sottocutaneo ha uno spessore di 12 millimetri, una lunghezza di circa 8 centimetri e duna larghezza di circa 7 centimetri e viene impiantato sotto la pelle, evitando cateteri nel cuore.
«Siamo molto soddisfatti del primo intervento eseguito – dice Michele Cannone, Direttore U.O. Cardiologia Bonomo – il defibrillatore sottocutaneo è meno invasivo rispetto alla apparecchiature classiche e consente di ottenere ottimi risultati, a totale beneficio dei pazienti».
«L'adozione di tecnologie mediche innovative e di soluzioni terapeutiche minimamente invasive consente oggi di ottenere risultati eccellenti con minori disagi per i pazienti – sottolinea Ottavio Narracci, Direttore Generale Asl Bt – i casi clinici ritenuti idonei dai cardiologi interventisti possono sicuramente beneficiare di tecniche sicure e innovative».