Territorio
Acqua: a causa delle reti colabrodo, persa in Puglia la metà dell'acqua distribuita
Dati drammatici, resi noti da Coldiretti: "E negli invasi di Puglia e Basilicata si registra riduzione delle scorte"
Puglia - mercoledì 12 gennaio 2022
11.59
Dati inequivocabili che non lasciano nessun margine di dubbio. In Puglia a causa delle reti colabrodo va perso 1 litro di acqua su 2, un lusso che non ci si può permettere in una situazione in cui con l'emergenza Covid l'acqua è centrale per garantire l'approvvigionamento alimentare in uno scenario globale di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti e speculazioni che spingono la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per garantire l'alimentazione delle popolazione.
E' quanto afferma Coldiretti Puglia, in riferimento all'Osservatori dell'ANBI sulle risorse idriche che segnala la condizione dei grandi serbatoi di Puglia e Basilicata a fine d'anno, dove pur con l'incremento dei volumi idrici trattenuti rispettivamente di 9 milioni e 3 milioni di metri cubi, si registra la riduzione del pur ampio surplus sul 2020 in conseguenza di precipitazioni autunnali, inferiori a quelle dell'anno passato.
In 6 anni dal 2013 al 2019 il conto del dissesto idrico in Puglia ha raggiunto quasi 1 miliardo di euro di richieste di risarcimento danni – aggiunge Coldiretti Puglia - per gli eventi climatici estremi con siccità, nubifragi e piogge torrenziali che hanno indebolito un territorio già fragile.
"Vanno sfruttate al meglio tutte le risorse messe a disposizione della programmazione degli interventi idrici e di riassetto del territorio nei prossimi anni, perché è andata persa finora l'opportunità di ridisegnare la bonifica integrale in Puglia, dove sono drammatici gli effetti dell'incuria e delle mancate opere di bonifica sul territorio, tanto tangibili che siamo riusciti a documentarli. Si sono consolidate nel tempo nuove e inevitabili esigenze di manutenzioni straordinarie delle opere pubbliche di bonifica che non possono e non devono essere scaricate sull'incolpevole platea di utenti, i quali hanno, loro malgrado, già subito nell'ultimo ventennio innumerevoli danni per mancata manutenzione", afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
Coldiretti Puglia e ANBI chiedono la determinazione dell'ammontare complessivo per ciascun Consorzio commissariato delle passività per opere e servizi strettamente connessi alla bonifica, delle esposizioni debitorie per prestiti e mutui e dei crediti effettivamente esigibili, perché solo dalla fotografia reale della situazione si deve ripartire per consentire alla Giunta regionale di predisporre un piano di intervento finanziario da parte della Regione Puglia diretto all'azzeramento della massa passiva netta gravante sul bilancio di ciascun Consorzio, articolato in più misure e graduato nel tempo.
"Ribadiamo la necessità di cristallizzare il pagamento degli oneri di contribuenza – aggiunge Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia - in attesa che sia rideterminata una misura equa dei contributi di bonifica, vincolati alla sola manutenzione ordinaria, La mancanza di una organica politica di bonifica e irrigazione comporta che lo stesso costo dell'acqua sia stato e continui ad essere caratterizzato da profonde ingiustizie. Per questo vanno rivisti gli accordi fatti con la Regione Basilicata, circa il ristoro del danno ambientale".
La Regione Puglia, l'assessore regionale all'Agricoltura Pentassuglia, dovranno assicurare ai cittadini sicurezza ambientale, contrasto al dissesto idrogeologico e acqua per l'agricoltura, tramite risorse economiche adeguate dovrà assicurare al Consorzio risorse economiche adeguate – incalzano Coldiretti Puglia e ANBI - per poter iniziare un necessario, serio, preventivo, concreto, programma di manutenzione delle opere di bonifica idraulica, solo in questo modo infatti sarà possibile riprendere appieno l'attività istituzionale con l'esercizio e la manutenzione delle opere pubbliche che giustificherà l'imposizione della contribuenza consortile, imposizione attraverso l'applicazione del nuovo piano di classifica, come sopra definito.
L'ANBI resta disponibile ad assicurare la propria collaborazione – conclude Coldiretti Puglia - al fine di consentire finalmente ai Consorzi da anni commissariati di tornare a svolgere il proprio ruolo insostituibile di ente pubblico economico ad autonomia funzionale e di autogoverno delle categorie interessate, alla luce del principio di sussidiarietà e nel rispetto dell'accordo Stato-Regioni stipulato il 18 settembre 2008 e quale punto di riferimento rispetto alle opportunità offerte dai finanziamenti pubblici per la bonifica e l'infrastrutturazione irrigua.
E' quanto afferma Coldiretti Puglia, in riferimento all'Osservatori dell'ANBI sulle risorse idriche che segnala la condizione dei grandi serbatoi di Puglia e Basilicata a fine d'anno, dove pur con l'incremento dei volumi idrici trattenuti rispettivamente di 9 milioni e 3 milioni di metri cubi, si registra la riduzione del pur ampio surplus sul 2020 in conseguenza di precipitazioni autunnali, inferiori a quelle dell'anno passato.
In 6 anni dal 2013 al 2019 il conto del dissesto idrico in Puglia ha raggiunto quasi 1 miliardo di euro di richieste di risarcimento danni – aggiunge Coldiretti Puglia - per gli eventi climatici estremi con siccità, nubifragi e piogge torrenziali che hanno indebolito un territorio già fragile.
"Vanno sfruttate al meglio tutte le risorse messe a disposizione della programmazione degli interventi idrici e di riassetto del territorio nei prossimi anni, perché è andata persa finora l'opportunità di ridisegnare la bonifica integrale in Puglia, dove sono drammatici gli effetti dell'incuria e delle mancate opere di bonifica sul territorio, tanto tangibili che siamo riusciti a documentarli. Si sono consolidate nel tempo nuove e inevitabili esigenze di manutenzioni straordinarie delle opere pubbliche di bonifica che non possono e non devono essere scaricate sull'incolpevole platea di utenti, i quali hanno, loro malgrado, già subito nell'ultimo ventennio innumerevoli danni per mancata manutenzione", afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
Coldiretti Puglia e ANBI chiedono la determinazione dell'ammontare complessivo per ciascun Consorzio commissariato delle passività per opere e servizi strettamente connessi alla bonifica, delle esposizioni debitorie per prestiti e mutui e dei crediti effettivamente esigibili, perché solo dalla fotografia reale della situazione si deve ripartire per consentire alla Giunta regionale di predisporre un piano di intervento finanziario da parte della Regione Puglia diretto all'azzeramento della massa passiva netta gravante sul bilancio di ciascun Consorzio, articolato in più misure e graduato nel tempo.
"Ribadiamo la necessità di cristallizzare il pagamento degli oneri di contribuenza – aggiunge Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia - in attesa che sia rideterminata una misura equa dei contributi di bonifica, vincolati alla sola manutenzione ordinaria, La mancanza di una organica politica di bonifica e irrigazione comporta che lo stesso costo dell'acqua sia stato e continui ad essere caratterizzato da profonde ingiustizie. Per questo vanno rivisti gli accordi fatti con la Regione Basilicata, circa il ristoro del danno ambientale".
La Regione Puglia, l'assessore regionale all'Agricoltura Pentassuglia, dovranno assicurare ai cittadini sicurezza ambientale, contrasto al dissesto idrogeologico e acqua per l'agricoltura, tramite risorse economiche adeguate dovrà assicurare al Consorzio risorse economiche adeguate – incalzano Coldiretti Puglia e ANBI - per poter iniziare un necessario, serio, preventivo, concreto, programma di manutenzione delle opere di bonifica idraulica, solo in questo modo infatti sarà possibile riprendere appieno l'attività istituzionale con l'esercizio e la manutenzione delle opere pubbliche che giustificherà l'imposizione della contribuenza consortile, imposizione attraverso l'applicazione del nuovo piano di classifica, come sopra definito.
L'ANBI resta disponibile ad assicurare la propria collaborazione – conclude Coldiretti Puglia - al fine di consentire finalmente ai Consorzi da anni commissariati di tornare a svolgere il proprio ruolo insostituibile di ente pubblico economico ad autonomia funzionale e di autogoverno delle categorie interessate, alla luce del principio di sussidiarietà e nel rispetto dell'accordo Stato-Regioni stipulato il 18 settembre 2008 e quale punto di riferimento rispetto alle opportunità offerte dai finanziamenti pubblici per la bonifica e l'infrastrutturazione irrigua.