Associazioni
A Troianelli un traliccio dell'alta tensione pericolante
Un borgo in stato di abbandono e degrado
Andria - venerdì 24 gennaio 2020
10.07
Facendo visita al borgo Troianelli insieme a Nicola Miracapillo, vice presidente della Cooperativa Coloni di Montegrosso, accogliamo la segnalazione di un cittadino sull'incombenza di un pericolo per la pubblica e privata incolumità.
Sull'aia del Palazzo Ducale insistono diversi pali di cemento armato teoricamente indistruttibili; ma uno in particolare, a causa della mancata manutenzione, rischia il crollo in quanto nell'immediato potrebbe dar luogo a caduta di pezzi di copriferro cementizio. Perdurando la situazione di degrado, questi pali potrebbero collassare, con un elevato rischio di danni alla proprietà privata della Cooperativa Coloni e al servizio elettrico generale poiché il traliccio in questione è uno dei tanti collegati tra loro, presenti sia nel borgo abitato che nelle campagne attorno.
Nelle immediate vicinanze del palazzo si notano inoltre cumuli di immondizia lasciata per strada, in assenza della raccolta porta a porta prevista dal Comune di Andria al quale i residenti effettuano pagamento del servizio.
Miracapillo ha dichiarato che l'installazione dei tralicci di energia elettrica e i cavi interrati a poca distanza dalla superficie nella proprietà dei Coloni furono effettuati senza la necessaria e preventiva informazione o autorizzazione. E' il caso di evidenziare che l'approvvigionamento di energia elettrica è assicurato da una fitta rete di distribuzione che include centrali elettriche e migliaia di chilometri di cavi sotterranei e aerei. L'esigenza di coprire l'intero territorio italiano implica la presenza di condutture anche sugli appezzamenti privati.
Sul punto la legge parla chiaro: "Il proprietario del terreno ha l'obbligo di consentire il passaggio per i suoi fondi degli impianti di pubblica utilità, sia che si tratti di sistemi elettrici che idrici. Ciò determina una serie di conseguenze tanto per il gestore delle linee di distribuzione che per i proprietari dei fondi interessati. In particolare, affinché il gestore del servizio possa installare sui fondi altrui delle apparecchiature di trasmissione, deve acquisire un titolo idoneo che può consistere in un accordo volontario con il proprietario, in un decreto espropriativo oppure in un provvedimento dell'autorità giudiziaria. Ottenuto l'atto costitutivo, l'esercente ha diritto ad accedere all'immobile, negli orari e con le modalità prestabilite, per azionare tutti quegli interventi necessari a tenere in sicurezza gli impianti.
D'altro canto, il proprietario del fondo interessato ha diritto al riconoscimento di un'indennità pari alla somma del valore delle aree occupate dai vari basamenti, dei danni di ogni specie causati dal vincolo imposto e dei frutti pendenti. Inoltre egli ha diritto a effettuare qualsiasi innovazione sul proprio bene (come nuove costruzioni, ristrutturazioni, miglioramenti) anche se ciò comporta la rimozione o lo spostamento delle infrastrutture installate. In quest'ultimo caso, i costi per la diversa collocazione degli impianti elettrici devono essere sostenuti esclusivamente dal gestore, a meno che l'accordo o i provvedimenti autoritativi non prevedano diversamente.
Pertanto, l'inizio dei lavori dovrà essere preceduto da una formale comunicazione all'amministratore del servizio, il quale dovrà successivamente adoperarsi per attuare gratuitamente gli interventi di modifica. Qualora ciò non dovesse accadere, il proprietario del fondo, per far valere i suoi diritti, dovrà adire l'autorità giudiziaria. Allo stesso modo si potrà richiedere tutela nel caso in cui manchi il titolo autorizzativo per installare le infrastrutture, il gestore violi gli obblighi imposti. Il proprietario non può impedire l'ingresso nel fondo a personale dell'ente gestore che dimostri la necessità di accedervi per l'installazione, riparazione e manutenzione degli impianti. Tuttavia l'ente gestore del servizio dovrà accordarsi con il proprietario del fondo circa i tempi e i modi dell'accesso del personale".
A riguardo i residenti del borgo invitano gli Enti competenti, tra cui l'Amministrazione comunale, affinché siano eseguite le dovute verifiche non solo perché gli impianti di illuminazione pubblica sono vecchi e degradati, quindi potenzialmente soggetti al cedimento. Inoltre, sollecitano la raccolta differenziata porta a porta non comprendendo i motivi per i quali al borgo Montegrosso viene regolarmente eseguita contrariamente al borgo Troianelli, essendo lo stesso, luogo di passaggio dei mezzi della nettezza urbana.
Dopo la legge salva borghi recentemente approvata in Parlamento, (il Decreto Legge stanzia un fondo da 100 milioni di euro attivo dal 2017 al 2023) che sostiene e valorizza le piccole borgate italiane, ecco che si avvia una rinascita di quelle località che rischiano lo spopolamento in Italia. C'è qualcosa di molto importante che si muove per dare un'opportunità di qualità della vita abbinata al benessere: sfruttare al massimo, e non sprecare, le opportunità dei borghi, spesso abbandonati e desolati.
Troianelli, un borgo costruito con secoli di fatiche e di attenzioni verso l'ambiente, segue il suo destino di abbandono? Forse qualcosa si può fare.
Sull'aia del Palazzo Ducale insistono diversi pali di cemento armato teoricamente indistruttibili; ma uno in particolare, a causa della mancata manutenzione, rischia il crollo in quanto nell'immediato potrebbe dar luogo a caduta di pezzi di copriferro cementizio. Perdurando la situazione di degrado, questi pali potrebbero collassare, con un elevato rischio di danni alla proprietà privata della Cooperativa Coloni e al servizio elettrico generale poiché il traliccio in questione è uno dei tanti collegati tra loro, presenti sia nel borgo abitato che nelle campagne attorno.
Nelle immediate vicinanze del palazzo si notano inoltre cumuli di immondizia lasciata per strada, in assenza della raccolta porta a porta prevista dal Comune di Andria al quale i residenti effettuano pagamento del servizio.
Miracapillo ha dichiarato che l'installazione dei tralicci di energia elettrica e i cavi interrati a poca distanza dalla superficie nella proprietà dei Coloni furono effettuati senza la necessaria e preventiva informazione o autorizzazione. E' il caso di evidenziare che l'approvvigionamento di energia elettrica è assicurato da una fitta rete di distribuzione che include centrali elettriche e migliaia di chilometri di cavi sotterranei e aerei. L'esigenza di coprire l'intero territorio italiano implica la presenza di condutture anche sugli appezzamenti privati.
Sul punto la legge parla chiaro: "Il proprietario del terreno ha l'obbligo di consentire il passaggio per i suoi fondi degli impianti di pubblica utilità, sia che si tratti di sistemi elettrici che idrici. Ciò determina una serie di conseguenze tanto per il gestore delle linee di distribuzione che per i proprietari dei fondi interessati. In particolare, affinché il gestore del servizio possa installare sui fondi altrui delle apparecchiature di trasmissione, deve acquisire un titolo idoneo che può consistere in un accordo volontario con il proprietario, in un decreto espropriativo oppure in un provvedimento dell'autorità giudiziaria. Ottenuto l'atto costitutivo, l'esercente ha diritto ad accedere all'immobile, negli orari e con le modalità prestabilite, per azionare tutti quegli interventi necessari a tenere in sicurezza gli impianti.
D'altro canto, il proprietario del fondo interessato ha diritto al riconoscimento di un'indennità pari alla somma del valore delle aree occupate dai vari basamenti, dei danni di ogni specie causati dal vincolo imposto e dei frutti pendenti. Inoltre egli ha diritto a effettuare qualsiasi innovazione sul proprio bene (come nuove costruzioni, ristrutturazioni, miglioramenti) anche se ciò comporta la rimozione o lo spostamento delle infrastrutture installate. In quest'ultimo caso, i costi per la diversa collocazione degli impianti elettrici devono essere sostenuti esclusivamente dal gestore, a meno che l'accordo o i provvedimenti autoritativi non prevedano diversamente.
Pertanto, l'inizio dei lavori dovrà essere preceduto da una formale comunicazione all'amministratore del servizio, il quale dovrà successivamente adoperarsi per attuare gratuitamente gli interventi di modifica. Qualora ciò non dovesse accadere, il proprietario del fondo, per far valere i suoi diritti, dovrà adire l'autorità giudiziaria. Allo stesso modo si potrà richiedere tutela nel caso in cui manchi il titolo autorizzativo per installare le infrastrutture, il gestore violi gli obblighi imposti. Il proprietario non può impedire l'ingresso nel fondo a personale dell'ente gestore che dimostri la necessità di accedervi per l'installazione, riparazione e manutenzione degli impianti. Tuttavia l'ente gestore del servizio dovrà accordarsi con il proprietario del fondo circa i tempi e i modi dell'accesso del personale".
A riguardo i residenti del borgo invitano gli Enti competenti, tra cui l'Amministrazione comunale, affinché siano eseguite le dovute verifiche non solo perché gli impianti di illuminazione pubblica sono vecchi e degradati, quindi potenzialmente soggetti al cedimento. Inoltre, sollecitano la raccolta differenziata porta a porta non comprendendo i motivi per i quali al borgo Montegrosso viene regolarmente eseguita contrariamente al borgo Troianelli, essendo lo stesso, luogo di passaggio dei mezzi della nettezza urbana.
Dopo la legge salva borghi recentemente approvata in Parlamento, (il Decreto Legge stanzia un fondo da 100 milioni di euro attivo dal 2017 al 2023) che sostiene e valorizza le piccole borgate italiane, ecco che si avvia una rinascita di quelle località che rischiano lo spopolamento in Italia. C'è qualcosa di molto importante che si muove per dare un'opportunità di qualità della vita abbinata al benessere: sfruttare al massimo, e non sprecare, le opportunità dei borghi, spesso abbandonati e desolati.
Troianelli, un borgo costruito con secoli di fatiche e di attenzioni verso l'ambiente, segue il suo destino di abbandono? Forse qualcosa si può fare.