Cronaca
"3 Leggi": tortura, carceri e droga presentate ad Andria
Evento ideato dal comitato promotore con relatori il prof. Losappio e l'avvocatessa Porro. Mercoledì 5 giugno alle 20,30 a Pane e Pomodoro: modera Valentina Lomuscio
Andria - domenica 2 giugno 2013
10.00
Tre proposte di legge di iniziativa popolare su tortura, carceri e droghe. Tre proposte di leggi per introdurre il reato di tortura nel codice penale, per migliorare i diritti umani all'interno delle carceri e per depenalizzare il consumo delle droghe leggere. La raccolta firme è pienamente in atto con l'ambizioso obiettivo di giungere entro l'estate alle 50mila firme in Italia, ma mercoledì 5 giugno a partire dalle ore 20,30 nella Norcineria Pane e Pomodoro di Via Vaglio ad Andria, vi sarà un evento voluto dallo stesso comitato promotore per presentare al pubblico le tre leggi. L'introduzione sarà affidata a Valentina Lomuscio, mentre i due relatori per le tre proposte saranno l'Avv. Roberta Maria Porro ed il Prof. Giuseppe Losappio.
Nel dettaglio, le tre leggi prevedono: la prima, l'introduzione del reato di tortura nel codice penale, vuole sopperire ad una lacuna normativa grave. In Italia manca il crimine di tortura nonostante vi sia un obbligo internazionale in tal senso. Il testo prescelto è quello codificato nella Convenzione delle Nazioni Unite. La seconda, per la legalità e il rispetto della Costituzione nelle carceri, vuole intervenire in materia di diritti dei detenuti e di riduzione dell'affollamento penitenziario, rafforzando il concetto di misura cautelare intramuraria come extrema ratio, proponendo modifiche alla legge Cirielli sulla recidiva, imponendo l'introduzione di una sorta di "numero chiuso" sugli ingressi in carcere, affinché nessuno vi entri qualora non ci sia posto. Insieme alla richiesta di istituzione di un Garante nazionale per i diritti dei detenuti, viene anche proposta l'abrogazione del reato di clandestinità. La terza proposta, con la modifiche alla legge sulle droghe: depenalizzazione del consumo e riduzione dell'impatto, vuole modificare la legge sulle droghe che tanta carcerazione inutile produce nel nostro Paese. Viene superato il paradigma punitivo della legge Fini-Giovanardi, depenalizzando i consumi, diversificando il destino dei consumatori di droghe leggere da quello di sostanze pesanti, diminuendo le pene, restituendo centralità ai servizi pubblici per le tossicodipendenze.
Nel dettaglio, le tre leggi prevedono: la prima, l'introduzione del reato di tortura nel codice penale, vuole sopperire ad una lacuna normativa grave. In Italia manca il crimine di tortura nonostante vi sia un obbligo internazionale in tal senso. Il testo prescelto è quello codificato nella Convenzione delle Nazioni Unite. La seconda, per la legalità e il rispetto della Costituzione nelle carceri, vuole intervenire in materia di diritti dei detenuti e di riduzione dell'affollamento penitenziario, rafforzando il concetto di misura cautelare intramuraria come extrema ratio, proponendo modifiche alla legge Cirielli sulla recidiva, imponendo l'introduzione di una sorta di "numero chiuso" sugli ingressi in carcere, affinché nessuno vi entri qualora non ci sia posto. Insieme alla richiesta di istituzione di un Garante nazionale per i diritti dei detenuti, viene anche proposta l'abrogazione del reato di clandestinità. La terza proposta, con la modifiche alla legge sulle droghe: depenalizzazione del consumo e riduzione dell'impatto, vuole modificare la legge sulle droghe che tanta carcerazione inutile produce nel nostro Paese. Viene superato il paradigma punitivo della legge Fini-Giovanardi, depenalizzando i consumi, diversificando il destino dei consumatori di droghe leggere da quello di sostanze pesanti, diminuendo le pene, restituendo centralità ai servizi pubblici per le tossicodipendenze.