Attualità
Giornata mondiale delle persone con disabilità: la storia dell'impegno del Centro Zenith
«Si sta imparando a capire e a rispettare chi, in fondo, non è poi così diverso», sottolinea il professor Fortunato
Andria - giovedì 3 dicembre 2020
In occasione della giornata internazionale delle persone con disabilità l'attenzione non può che ricadere su quelle realtà associative che, quotidianamente, sono in prima linea per garantire una società più sostenibile e coinvolgente per tutti. Pietra miliare per una nuova visione del benessere dei cittadini diversamente abili è il Centro Volontariato Zenith di Andria, attivo nel nostro territorio da oltre 20 anni. Il sodalizio, fondato dal professor Antonello Fortunato, ha tra i suoi principali obiettivi la formazione globale della persona umana che avviene mediante l'organizzazione di attività sportive e teatrali. Non solo. Nel corso degli anni il Centro ha coinvolto i ragazzi disabili in viaggi affascinanti ed esotici, culturali ed istruttivi. Thailanda, Zanzibar, Kenya, visita del campo di sterminio di Birkenau, Folgarida sono soltanto alcune delle tante mete organizzate dallo Zenith.
Senza dimenticare, inoltre, che alcuni ragazzi con sindrome di down hanno avuto la possibilità di sottoscrivere un contratto di lavoro a tempo indeterminato in un esercizio commerciale della città federiciana. Insomma proprio per la sua capacità propositiva e per lo stimolo a guardare avanti e oltre, il Centro è stato insignito del rinomato riconoscimento di "Apulia Best Company Award", rientrando così a pieno titolo tra le eccellenze del nostro territorio. Un riconoscimento che è anche il frutto tangibile di un lavoro di collaborazione tra i volontari, capaci di allargare sempre più i propri confini nel tessuto sociale di questa terra, superando pregiudizi insiti nella nostra comunità.
«Le leggi si sono evolute, la sensibilità nei confronti della disabilità è aumentata e si sta imparando a capire e a rispettare chi, in fondo, non è poi così "diverso". Purtroppo, però, si tratta di acquisizioni recenti che non attecchiscono ancora sulle coscienze di tutti», spiega il Responsabile del Centro, Antonello Fortunato. «La nostra città ha vissuto sicuramente negli ultimi 20/25 anni un progressivo e incisivo lavoro sul territorio, attraverso le associazioni, per migliorare la qualità della vita dei nostri amici "specialmente abili". Come Zenith abbiamo lavorato molto per sopperire alle carenze istituzionali attraverso attività di inclusione come il teatro e i viaggi per sensibilizzare sulla necessità di promuovere e non semplicemente assistere la vita dei nostri amici. Ritengo che due siano i punti salienti su cui concentrare il lavoro nel presente e nel prossimo futuro: innanzitutto creare i presupposti per una "vita indipendente" che significa avere la possibilità di prendere decisioni riguardanti la propria vita e la capacità di proprie scelte, che tutte le persone, comprese quelle con gravi disabilità, hanno diritto di assumere. E poi secondo dato riguarda la necessità di avviare una interlocuzione con le altre Istituzioni competenti al fine di sviluppare politiche che facciano registrare un vero e proprio cambiamento culturale in tutti i cittadini e non solo negli addetti ai lavori: "Occorre guardare alla disabilità con occhi diversi"».
Negli ultimi tempi però, per via della crisi economica e della pandemia e per scelte politiche non sempre coerenti con il disagio esistenziale dei più deboli, le attività di integrazione ed inclusione del Centro si sono arenate.
«Se c'è una cosa che rimprovero alla politica è l'incapacità di saper trovare soluzioni articolate e particolareggiate. Dobbiamo assolutamente difenderci dal virus. Dobbiamo evitare comportamenti a rischio ma al contempo la nostra intelligenza deve portarci a trovare soluzioni fattibili con le esigenze dei più deboli. Nonostante le attività a distanza fatte quotidianamente con idee sempre nuove, accusano sulla loro persona il pesante fardello del romitaggio coatto. In coscienza non sono tranquillo. Sento che posso e devo fare di più. Assumendomi tutte le responsabilità vorrei riaprire lo Zenith per garantire ai miei amici serate di spensieratezza e serenità», conclude Fortunato.
Senza dimenticare, inoltre, che alcuni ragazzi con sindrome di down hanno avuto la possibilità di sottoscrivere un contratto di lavoro a tempo indeterminato in un esercizio commerciale della città federiciana. Insomma proprio per la sua capacità propositiva e per lo stimolo a guardare avanti e oltre, il Centro è stato insignito del rinomato riconoscimento di "Apulia Best Company Award", rientrando così a pieno titolo tra le eccellenze del nostro territorio. Un riconoscimento che è anche il frutto tangibile di un lavoro di collaborazione tra i volontari, capaci di allargare sempre più i propri confini nel tessuto sociale di questa terra, superando pregiudizi insiti nella nostra comunità.
«Le leggi si sono evolute, la sensibilità nei confronti della disabilità è aumentata e si sta imparando a capire e a rispettare chi, in fondo, non è poi così "diverso". Purtroppo, però, si tratta di acquisizioni recenti che non attecchiscono ancora sulle coscienze di tutti», spiega il Responsabile del Centro, Antonello Fortunato. «La nostra città ha vissuto sicuramente negli ultimi 20/25 anni un progressivo e incisivo lavoro sul territorio, attraverso le associazioni, per migliorare la qualità della vita dei nostri amici "specialmente abili". Come Zenith abbiamo lavorato molto per sopperire alle carenze istituzionali attraverso attività di inclusione come il teatro e i viaggi per sensibilizzare sulla necessità di promuovere e non semplicemente assistere la vita dei nostri amici. Ritengo che due siano i punti salienti su cui concentrare il lavoro nel presente e nel prossimo futuro: innanzitutto creare i presupposti per una "vita indipendente" che significa avere la possibilità di prendere decisioni riguardanti la propria vita e la capacità di proprie scelte, che tutte le persone, comprese quelle con gravi disabilità, hanno diritto di assumere. E poi secondo dato riguarda la necessità di avviare una interlocuzione con le altre Istituzioni competenti al fine di sviluppare politiche che facciano registrare un vero e proprio cambiamento culturale in tutti i cittadini e non solo negli addetti ai lavori: "Occorre guardare alla disabilità con occhi diversi"».
Negli ultimi tempi però, per via della crisi economica e della pandemia e per scelte politiche non sempre coerenti con il disagio esistenziale dei più deboli, le attività di integrazione ed inclusione del Centro si sono arenate.
«Se c'è una cosa che rimprovero alla politica è l'incapacità di saper trovare soluzioni articolate e particolareggiate. Dobbiamo assolutamente difenderci dal virus. Dobbiamo evitare comportamenti a rischio ma al contempo la nostra intelligenza deve portarci a trovare soluzioni fattibili con le esigenze dei più deboli. Nonostante le attività a distanza fatte quotidianamente con idee sempre nuove, accusano sulla loro persona il pesante fardello del romitaggio coatto. In coscienza non sono tranquillo. Sento che posso e devo fare di più. Assumendomi tutte le responsabilità vorrei riaprire lo Zenith per garantire ai miei amici serate di spensieratezza e serenità», conclude Fortunato.